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3 Maggio 2023
15:30

Neonato rischia di soffocare: due giovani lo salvano guidati al telefono dagli infermieri del 118

È accaduto nei giorni scorsi a Borgo Nuovo (Palermo), dove due giovani cugini di passaggio, attirati dalle grida disperate di un padre, hanno salvato la vita a un neonato di 7 giorni che stava soffocando. La coppia ha allertato i soccorsi e, nel frattempo, ha eseguito le manovre di disostruzione sotto la guida degli operatori del 118 al telefono.

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Neonato rischia di soffocare: due giovani lo salvano guidati al telefono dagli infermieri del 118
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Due eroi. Così gli abitanti del quartiere di Borgo Nuovo, nella periferia di Palermo, hanno ribattezzato i due cugini – Fabio Agnello, 24 anni, e Loredana Guercio, di 40 – che hanno salvato la vita a un neonato di 7 giorni che quel giorno stava rischiando di soffocare. La coppia di giovani stava passeggiando nel rione quando, richiamati dalle grida disperate del padre del piccolo, hanno dimostrato coraggio e sangue freddo da vendere, allertando il 112 e seguendo alla lettera le indicazioni del personale sanitario al telefono. «Esprimo il mio personale ringraziamento e apprezzamento per i due ragazzi che sono intervenuti tempestivamente con grande prontezza, coraggio e tanta abilità» ha commentato il presidente della quinta circoscrizione Andrea Aiello, raccontando il "gesto eroico” dei concittadini.

Per un caso fortuito, Fabio e Loredana, i due cugini legati, oltre che da un legame di sangue, da un encomiabile spirito d’audacia, si trovavano in quell’istate a Borgo Nuovo (Palermo), nei pressi dell’abitazione dove rischiava di consumarsi una tragedia, quando hanno avvertito le urla. A gridare era il padre del piccolo, che, affannato e disperato, chiedeva aiuto. «Sta morendo, aiutatemi» sarebbero state le parole del neopapà, mentre stringeva fra le braccia un neonato di appena una settimana di vita che d’un tratto aveva smesso di respirare, probabilmente per aver accidentalmente ingerito un corpo estraneo. Fabio e Loredana non hanno aspettato un secondo di più e sono accorsi da papà e figlio. Il cugino più giovane ha tempestivamente composto il numero di soccorso, mettendosi in contatto con la sala operativa del 112. A rispondere, all’altro capo del telefono, sono stati due infermieri del 118, Pietro la Torre e Ignazio Scusa, che con precisione chirurgica hanno dettato a Loredana il procedimento per eseguire le manovre di disostruzione pediatrica.

Mentre l’ambulanza, a sirene spiegate, stava correndo nel traffico per raggiungere l’abitazione, la cugina più grande, sotto la guida esperta dei due sanitari al telefono, ha eseguito le varie operazioni nel tentativo di aiutare a respirare il piccolo, il quale probabilmente aveva ingurgitato un oggetto che gli aveva ostruito le vie aeree. «Siamo addestrati a gestire anche per telefono questi tipi di codice rosso. – ha commentato il responsabile del 118, il medico Fabio Genco, come riporta il Giornale di SiciliaI nostri operatori hanno spiegato come fare pressione per cercare di espellere il corpo estraneo e liberare dalla pressione le vie respiratorie. Un intervento decisivo, perché ha impedito al neonato di soffocare in attesa dell’arrivo dell’ambulanza».

All’arrivo del mezzo di soccorso, il neonato è stato stabilizzato e trasferito al Pronto Soccorso pediatrico di Villa Sofia. «Seguendo le istruzioni telefoniche del 118 sono riusciti scongiurare il pericolo di morte che correva il piccolo bimbo. Per questo a loro rivolgo un sentito ringraziamento» ha concluso il presidente della quinta circoscrizione Andrea Aiello, complimentandosi con i prodi cugini. Grazie al tempismo e alla prontezza della coppia e alla competenza degli operatori sanitaria, la disavventura del piccolo si è conclusa con un lieto fine.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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