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15 Febbraio 2024
9:00

Cosa dare da mangiare ai bimbi che hanno l’influenza?

Quando i bambini hanno la febbre o sono influenzati è importante accertarsi che siano idratati e dare loro alimenti leggeri, senza tuttavia escludere fonti di proteine, grassi e adeguate quantità di vitamine e minerali, necessari per tornare in forze.

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Cosa dare da mangiare ai bimbi che hanno l’influenza?
Dietista
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Quando hanno la febbre i bambini tendono a rifiutare il cibo o comunque a mangiare di meno. I genitori si chiedono se abbia senso “forzarli” comunque a mangiare qualcosa e soprattutto cosa. Prima di tutto è importante accertarsi che i piccoli bevano abbondantemente e non si disidratino. Nei giorni di indisposizione poi è una buona idea seguire una dieta leggera, associando ad alimenti come banane, riso, mele, pane tostato – generalmente consigliati durante la convalescenza – fonti di carboidrati e di proteine magre ben digeribili, oltre ad acqua e liquidi. Da evitare sono invece panificati o derivati conditi (come focacce o dolci farciti), tipologie di frutta e verdura poco digeribili e ad alto contenuto di fibre e, in caso di diarrea, latticini freschi. Ma vediamo nel dettaglio qual è la dieta migliore per i piccoli quando sono influenzati.

Cosa far mangiare ai bambini con la febbre

In stati di convalescenza o indisposizione si consiglia di far seguire ai bambini una dieta leggera che però non escluda proteine, grassi e adeguate quantità di vitamine e minerali necessari per garantire la ripresa delle normali funzionalità del corpo. Particolare attenzione va attribuita all'idratazione.

Alimenti consentiti

In America, specie in passato ma in alcuni casi anche oggi, consigliano di seguire con l'influenza la dieta BRAT. Tale acronimo rappresenta gli unici alimenti consentiti nei primi giorni di adesione a questo regime:

  • B come banane
  • R come riso
  • A come mele (apple in inglese)
  • T come toast, ossia pane tostato

I quattro alimenti avrebbero lo scopo di arrestare o migliorare stati di malessere specialmente nell’ambito gastrointestinale, quindi vomito, diarrea, dolori addominali, coliche, grazie al basso apporto di fibre, alla facilità di masticazione, di digestione e di assorbimento. È una scelta saggia aderire a questo tipo di dieta? Non esattamente.

Sicuramente in queste situazioni stomaco ed intestino non devono affaticarsi troppo, ma limitare il regime alimentare di diversi giorni a pochi cibi privi di proteine, grassi e adeguate quantità di vitamine e minerali, potrebbe sviluppare carenze e non garantire la giusta energia per riprendere le normali funzionalità del corpo.

Per questo, oggi i professionisti consigliano di proporre ai piccoli convalescenti, oltre a questi alimenti, anche altri piatti a base di carboidrati e proteine ben digeribili e qualche frutto e verdura poco fibrosi.

Alimenti consigliati

Oltre a banane, riso, mele e pane tostato, che comunque possono essere inclusi in una giornata alimentare in stati di convalescenza o indisposizione, è una buona idea associare:

  • acqua e liquidi in primis, meglio se a piccoli sorsi, a temperatura ambiente e lontani da eventuali episodi di vomito; possono essere somministrati anche tramite bevande calde come tè leggeri, tisane allo zenzero, camomilla, brodi di verdura o di carne.
  • fonti di carboidrati ben digeribili, come possono essere sicuramente riso e pane tostato, ma anche pasta (non integrale!), semolino, patate lesse, fette biscottate, biscotti secchi semplici, cracker, gallette di riso. Gli alimenti secchi possono aiutare ad assorbire i succhi gastrici in caso di vomito o nausea.
  • fonti di proteine magre e ben digeribili, quali petto di pollo o di tacchino, prosciutto cotto, pesce magro come nasello o merluzzo, manzo o gallina lessa da brodo.

Alimenti da consumare con moderazione

Verdura e frutta, se poco fibrose e in quantità moderate, possono aiutare la ripresa grazie all’apporto di vitamine e minerali, ma non devono peggiorare stati di infiammazione intestinale, fatica digestiva o transito accelerato.

Meglio quindi  puntare su frutti senza buccia come banane, mele e pere sbucciate. Tra le verdure  prediligere quelle più digeribili e a contenuto più basso di fibre (carote, zucchine, punte di asparagi, pisellini o fagiolini surgelati).

Sono consentite anche le verdure passate per una vellutata, resa più nutriente con l’aggiunta di patate oppure di un cereale come pastina o riso, e condita con un giro di olio extravergine d’oliva e una spolverata di formaggio grana.

Cosa non far mangiare ai bambini con la febbre

Meglio evitare panificati o derivati conditi come focacce, schiacciatine, taralli, biscotti frollini, dolci farciti per non affaticare la digestione con troppo grassi. Da non far mangiare ai bambini con la febbre sono pure la pasta integrale e le bevande fredde.

La comune dieta leggera o in bianco di scuole e ospedali prevedrebbe anche formaggini teneri come opzione di secondo piatto: attenzione però! Se si ha una  sintomatologia di tipo diarroico meglio evitare il lattosio contenuto nei latticini freschi, optando piuttosto per piccole porzioni di formaggio stagionato (vedi scagliette di grana o parmigiano o anche grattugiato su primi piatti) oppure latte, ricotta o caprino delattosati).

Il bambino con la febbre non beve, cosa fare?

La principale situazione da tenere sotto controllo nei bambini è proprio la disidratazione, condizione che si può verificare in stati febbrili con temperatura corporea elevata, così come durante episodi ricorrenti di vomito o dissenteria.

Qualora il bambino inizi a dare segnali di disidratazione come riduzione drastica della minzione, labbra e angoli della bocca secchi o semplicemente non riesca a bere a sufficienza per compensare le perdite è consigliabile ricorrere a delle soluzioni idratanti glucosaline in bustina, da somministrare fresche da frigorifero e tramite cannuccia o cucchiaino, per renderli più gradevoli ed accettabili per i bambini.

Quando preoccuparsi

La temperatura del corpo che si alza, i brividi di freddo, lo stimolo del vomito o di  evacuazioni liquide e frequenti sono tutte manifestazioni del sistema immunitario che sta cercando di espellere un elemento patogeno, virus o batterio che sia. Sono meccanismi di  norma molto più frequenti nei bambini che negli adulti, a causa di una maggiore esposizione a fattori di “rischio” (si pensi al contatto con altri bambini negli asili e nelle  scuole, giochi all’aperto nei giardini, ingerimento di sostanze non edibili o igienicamente  non controllate…) contemporaneamente ad un sistema immunitario in via di sviluppo.

Quando è il caso di preoccuparsi e tentare di arrestare (tramite farmaci o soccorso  pediatrico) queste manifestazioni? Generalmente quando il decorso si fa lungo, sempre più intenso e quando si associa ad  altri campanelli di allarme:

  • convulsioni febbrili
  • rifiuto di bere
  • riduzione drastica della  minzione
  • rush cutanei
  • stato di coscienza alterato
  • pianti inconsolabili
  • rigidità di collo e testa
  • episodi di vomito e diarrea molto ravvicinati e incontenibili

La condizione a cui porre più attenzione, conseguenza di diverse altre, è infatti la disidratazione.

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