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8 Febbraio 2024
12:47

Gli attori di Mare Fuori a Sanremo con il “glossario dell’Amore”: un esempio di educazione all’affettività con gli idoli degli adolescenti

Il cast di Mare Fuori ieri sera ha recitato le otto parole dell'Amore sul palco di Sanremo: ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto, no, insieme. Il glossario, opera dello scrittore Matteo Bussola, è una breve lezione di educazione all'affettività e al rispetto, impartita dagli idoli delle nuove generazioni, che sono le donne e gli uomini di domani.

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Gli attori di Mare Fuori a Sanremo con il “glossario dell’Amore”: un esempio di educazione all’affettività con gli idoli degli adolescenti
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Un glossario di otto parole per imparare e comprendere la lingua dell’Amore, letto e interpretato dagli idoli imperfetti delle nuove generazioni. Ieri, superata la mezzanotte, i giovani attori di Mare Fuori sono saliti sul palcoscenico di Sanremo per recitare un monologo scritto da Matteo Bussola che racconta, come precisa l’autore, «come le persone dovrebbero imparare ad accogliersi diventando un’occasione l’uno per l’altra». Una sintetica e funzionale «mappa delle parole» per orientarsi nelle relazioni umane, senza perdere la Stella Polare: il rispetto reciproco. La lettura è stata un’occasione per sensibilizzare il pubblico su un tema purtroppo attuale, quello della violenza di genere e del femminicidio, attraverso la voce di chi conosce il linguaggio degli adolescenti, che sono gli uomini e le donne di domani. La performance degli attori, divisi a coppie come nella serie televisiva ambientata a Napoli, si è trasformata in una lezione di educazione all’affettività, all’accettazione del diverso, all’abbattimento degli stereotipi di genere, con l’obiettivo di colpire nel segno e arrivare al cuore e alla mente di grandi e piccoli.

«Cambiare si può e si deve, anche attraverso le parole», ha sottolineato Amadeus nel presentare l’esibizione del cast della fiction Rai, aggiungendo che i «sentimenti si possono educare e accudire» tramite l’uso di un linguaggio inclusivo e rispettoso «portato sul palco dalle nuove generazioni di Mare Fuori».

Le prime due parole del vocabolario dell’Amore, redatto dallo scrittore Matteo Bussola, sono “ascolta” e “accogli”, pronunciate rispettivamente da Giovanna Sannino (Carmela) e Matteo Paolillo (Edoardo Conte) che nella serie televisiva sono sposati e hanno un figlio, il piccolo Ciro.

Ascolta. Una donna che ti parla si fida di te, non trattarla mai con sufficienza o con fastidio, neanche quando ti sembra che si sta lamentando di qualcosa, perché c'è differenza tra lamentarsi di te e con te.

Accogli. Nessuno si merita la violenza di dover aderire alle aspettative altrui. Di essere considerato troppo o troppo poco. Tutti noi abbiamo il diritto di essere amati non nonostante, ma proprio perché.

“Accetta” e “impara” sono la terza e la quarta parola del glossario che educa all’affettività. A recitarle sono stati Yeva Sai (Alina) e Domenico Cuomo (Gianni Cardiotrap).

Accetta. Non sempre l'amore dura e può succedere di dover spezzare un cuore pur di non dover spezzare noi stessi. Siamo al mondo per fiorire, non per appassire all'ombra di rapporti in cui non ci riconosciamo più. Amare può voler dire accettare che l'altro sia felice senza di te.

Impara. L'amore è un lavoro e impararlo è forse la cosa più importante: tu insegni le tue parole e lei le sue, fino a quando non inventerai le tue.

“Verità” e “accanto”, e i rispettivi significati, sono stati interpretati da Antonio D’Aquino (Milos) e Francesco Panarella (Luigi Di Meo chiamato Cucciolo), protagonisti di un amore omosessuale, difficile da dichiarare e accettare nella realtà maschilista del carcere minorile.

Verità. Abbandoniamo gli stereotipi del vero uomo e della vera donna, per ambire a essere uomini e donne veri, che amano nel mondo, accolgono le proprie diversità e quelle degli altri come risorse, sapendo che sono proprio quelle che rendono liberi.

Accanto. Una coppia non si fonda sul dare ruoli, ma sul condividerli, non sul tracciare confini ma sulle stelle accanto certe volte anche solo per attendersi, accettando momenti di silenzio, in cui sembra che non sia accadendo niente. M a quell'attesa è ciò che prepara al tuo meglio e quel silenzio è ciò che testimonia il tuo amore.

Le ultime due parole, “no” e “insieme”, sono state pronunciate dai protagonisti dell’ultima stagione di Mare Fuori, Maria Esposito (Rosa Ricci) e Massimiliano Caiazzo (Carmine Di Salvo), che rappresentano l’amore romantico che sfida le leggi della malavita e l’ostilità tra clan rivali in nome di un sentimento irrefrenabile e viscerale.

NO. È una parola dura, ma che dobbiamo saper pronunciare e che gli altri devono saper ricevere. Stabilisce  il perimetro della volontà e rende chiaro che l'amore non deve centrare mai, mai con il possesso. N o è la più alta dichiarazione d'amore che si possa fare.

Insieme. È una parola fuori moda, oggi in cui uomini e donne si vivono sempre di più come avversari, è proprio per questo che è la più preziosa, quella su cui investire per il futuro, perché ciò che conta è che ricominciamo a guardare gli uni negli occhi degli altri e quello che sceglieremo di vedere dipenderà solo da noi.

A trasmettere il messaggio sono stati i giovani protagonisti della fiction, che non rispecchiano minimamente i canoni dei “bravi ragazzi”: educati dall’infanzia alla criminalità e all’arroganza, collaborano con la malavita, imbracciano armi, commettono errori, si pentono, chiedono perdono, inciampano, si rialzano e tornano a sbagliare nel labirinto della delinquenza. Quello che li umanizza e con cui gli spettatori empatizzano sono proprio i sentimenti sinceri e genuini della loro età, che i personaggi lasciano trasparire tra un errore e l’altro e che rappresentano la loro unica àncora di salvezza a cui appigliarsi per non cadere e lasciarsi travolgere dall’oceano di degrado che li attornia. Loro, idoli degli adolescenti, con le loro mille contraddizioni, recitano un glossario sull’Amore rispettoso, gentile, consapevole per spiegare ai fan, specie i più giovani, che è quello l’unico modo corretto per relazionarsi, e per salvarsi.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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