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17 Ottobre 2023
14:00

Nomi romani maschili e femminili per bambini e bambine: i più affascinanti dell’antica Roma

I nomi romani maschili e femminili utilizzati nell'antica Roma sono stati portati da re, imperatori, poeti, comandanti, nobildonne patrizie, dee, personaggi mitologici che tramandano una storia centenaria. Oltre ai più noti, come Antonio e Giulia, ne esistono di particolari, come Augusto e Lavinia.

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Nomi romani maschili e femminili per bambini e bambine: i più affascinanti dell’antica Roma
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Lucrezia, Livio, Ascanio. I nomi romani maschili e femminili utilizzati nella Roma “caput mundi” dell’imperatore Augusto, delle lotte tra gladiatori al Colosseo e delle mastodontiche terme di Caracalla arrivati fino a noi oggi sono diversi e conservano un fascino indelebile.

Sono nomi portati da re, imperatori, poeti, comandanti, nobildonne patrizie, dee, personaggi mitologici che tramandano una storia centenaria. Alcuni, come Giulia, Cesare e Antonio, sono ampiamente utilizzati, mentre altri oggi sono meno diffusi, come Romolo, Cornelia e Augusto. Vediamo la lista completa.

Nomi romani: i più utilizzati

Antonio è 15° nell’elenco dei nomi più utilizzati in Italia, secondo l’ultimo aggiornamento Istat. Nell’antica Roma era in origine un nome gentilizio della potente casata plebea degli Antonii e fu il nome di Marc’antonio, tribuno della plebe, sostenitore di Giulio Cesare, antagonista dell’imperatore Ottaviano e amante di Cleopatra, regina d’Egitto.

Giulia, il terzo nome più utilizzato in Italia dopo Sofia e Aurora, si chiamava la figlia di Ottaviano Augusto, ritenuta dagli studiosi la prima femminista della storia. Dallo spirito ribelle, coraggioso e libertino, si iscrisse a circoli letterari d’avanguardia e partecipò alla congiura contro il padre, morendo per i suoi ideali.

Un secondo nome femminile particolarmente apprezzato oggi come nell’antica Roma è Vittoria, nome della dea della mitologia romana Victoria, analoga alla greca Nike. Aurora, di origine sabina, era il nome di una divinità solare romana.

Nella Roma antica Marcus era un prenome, “sacro a Marte”. Si chiamava così l’oratore romano Marco Tullio Cicerone, il già citato Marco Antonio, l’imperatore Marco Aurelio, l’esploratore Marco Polo.

Nomi romani: i più particolari

Per chi intendesse mantenere un legame più immediato con l’antica tradizione romana, esistono una serie di nomi propri più rari che rimandano direttamente alla Roma antica. Ne sono un esempio Ascanio, Augusto, Cornelia, Enea, Lavinia, Lucrezia, Marzio, Ottavio, Remo, Romolo, Virgilio.

Enea, che negli ultimi anni sta riscuotendo un grande successo, è in realtà di origine greca, tuttavia è il nome che Virgilio ha scelto per il il capostipite della stirpe fondatrice di Roma. Figlio di Anchise, cugino del re di Troia Priamo, e della dea della bellezza Afrodite, Enea fu un eroe troiano che, secondo il racconto dell’Eneide, approdò sulle coste del Lazio e si sposò con Lavinia, figlia del re latino, nome romano femminile. Ascanio è invece il nome del figlio di Enea.

Lucrezia era una donna romana che secondo la leggenda della cacciata dei Tarquini fu vittima di violenza da parte di Sesto Tarquinio, figlio dell’ultimo re di Roma. Avvenuto l’abuso, Lucrezia lo racconta al marito e al padre, prima di suicidarsi per il disonore e la vergogna.

Nomi romani maschili dalla A alla Z

A

  • Adriano
  • Antonio
  • Ascanio
  • Attilio
  • Augusto

B

C

  • Claudio

D

E

F

  • Fabio
  • Fulvio
  • Fulvio

G

  • Giulio

H

I

L

  • Livio

M

  • Marzio
  • Massimo

N

O

  • Orazio
  • Ottavio
  • Ovidio

P

Q

R

  • Remo
  • Romolo

S

T

U

V

  • Valente
  • Virgilio
  • Virginio

Z

Nomi romani femminili dalla A alla Z

A

  • Antonia

B

C

  • Claudia
  • Cornelia

D

E

F

G

H

I

L

  • Lavinia
  • Livia
  • Lucrezia

M

N

O

  • Ottavia

P

Q

R

S

T

U

V

  • Valeria

Z

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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