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11 Luglio 2023
15:30

Perché il bambino cammina sulle punte?

Nei primi anni di vita è piuttosto comune vedere i bambini alzarsi e iniziare a camminare sulle punte. Si tratta di un comportamento frequente che però, soprattutto dopo una certe età, può essere indice di qualche problema di tipo ortopedico.

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Perché il bambino cammina sulle punte?
Perché il bambino cammina sulle punte?

Nei primi anni di vita è piuttosto frequente che un bambino alle prese con le sue prima sgambettate si trovi a camminare sulle punte dei piedi, un comportamento che spesso viene segnalato al pediatra con un misto di curiosità e preoccupazione.

Si tratta però di una fase molto comune tra i piccoli che imparano a deambulare e normalmente queste "sfilate" da equilibristi con i talloni in alto tendono via via a scomparire intorno ai due/tre anni d'età.

Cos'è il toe walking?

Per toe-walking s'intende quella strana tendenza che porta molti bambini a modificare (o alternare) la consueta modalità di deambulazione – appoggiando dunque i talloni a terra – per spostarsi sulle punte compiendo tanti piccoli passi.

Talvolta si parla anche di andatura danzante, proprio per le particolari oscillazioni e cambi di passo che questo toe-walking comporta.

Cosa bisogna osservare?

Quando i nostri piccoli iniziano ad adottare questo comportamento non è il caso di allarmarsi subito. Facciamo invece attenzione a quando e come il bambino adotta questo stile di camminata.

Il toe-waling infatti prevede che il bimbo divarichi le gambe e mantenga il sederino un po' più indietro per alzare i talloni soprattutto quando desidera muoversi più velocemente. Se però la posizione sulle punte viene assunta anche da fermo, è il caso di monitorare la situazione.

Perché alcuni bambini camminano sulle punte

Non esiste una ragione univoca per cui i bimbi iniziano a camminare sulle punte e non vi sono motivazioni dettate da particolari predisposizioni genetiche.

Molto probabilmente ciò avviene perché questa postura con il sederino all'indietro e le gambe  divaricate consente di spostarsi più velocemente e impiegando meno fatica.

A volte invece il piccolo può essere stimolato dall'adottare una simile andatura perché abituatosi al girello, che infatti impone al bambino di alzarsi sulle punte per procedere e spostare il peso in avanti, e che quindi potrebbe ostacolare la corretta andatura del bambino.

Insomma, si tratta perlopiù di un momento transitorio, dettato dal fatto che il piccolo sta ancora prendendo confidenza con il proprio corpo e deve mettere a punta la propria coordinazione.

Quando preoccuparsi?

Se il bambino prende l'abitudine di camminare sulle punte, mamma o papà non deve subito allarmarsi.

Trattandosi di un fenomeno non raro, basta limitarsi ad osservare i movimenti del piccolo e aspettare che la sua deambulazioni si regolarizzi.

Evitare il girello è un punto di inizio. Inoltre si può stimolare il bambino ad appoggiare i talloni, facendolo camminare appoggiando i piedini sui piedi di un adulto o indurlo a imitare una marcia cadenzata con musichette o battiti di mano.

La situazione però cambia se, come già accennato, il bimbo tende a stare in punta di piedi anche da fermo e se il comportamento persiste dopo il secondo o terzo anno di vita.

In casi simili è bene allertare il pediatra per considerare una valutazione di tipo ortopedico. Il bimbo potrebbe infatti soffrire del cosiddetto piede equino, una curvatura innaturale del piede che in base alla sua gravità può essere trattato con l'applicazione di un tutore ed esercizi motori mirati.

Nei casi più seri però potrebbe essere richiesta anche una piccola operazione chirurgica.

Può essere ricondotto a una o più patologie?

Nella maggior parte delle volte dei casi il toe-walking rimane un fenomeno passeggero ma esistono dei casi dove invece l'andatura sulle punte può tradire la presenza di patologie ortopediche e neuromuscolari.

Quando la causa del comportamento è di origine ortopedica, il bambino spesso presenta malformazioni congenite, come il già citato piede equino o il varismo (deformità degli arti) che necessitano l'intervento di un professionista specializzato.

In caso di patologie neuromuscolari, invece, il toe-walking potrebbe denunciare la presenza di paresi o para-paresi dovute a situazioni congenite o sofferenze al momento del parto.

Anche i disturbi comportamentali potrebbero però portare un bimbo a muoversi sulle punte. L'autismo è ad esempio una condizione che viene sovente associata al toe-walking oltre il secondo/terzo anno di vita.

Cosa possiamo fare?

Se l'andatura a talloni alti è motivata dalla presenza di patologie o condizioni neurologiche è necessario che siano i medici specialisti a valutare il da farsi.

In generale però, ai bambini con "andatura danzante" porta molto giovamento:

  • compiere piccoli esercizi di stretching (soprattutto quelli mirati per il tendine d'Achille)
  • camminare su superfici morbide ma in grado di opporre una piccola forma di resistenza (come la sabbia o tappeti gonfiabili)
  • camminare su percorsi in salita e discesa (ovviamente con l'aiuto di un adulto)
  • operare una stimolazione dell'andatura corretta facendo camminare i bimbi con i piedi sopra quelli di un adulto che accompagna il movimento
  • camminare accovacciati
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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