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30 Settembre 2023
15:00

Perché non si usa più il girello?

I pediatri sconsigliano l'uso del girello, perché rischia di ritardare o ostacolare lo sviluppo motorio del bambino. La migliore alternativa al girello è lasciare il piccolo libero di muoversi e di sperimentare lo spazio circostante a piedi nudi sul pavimento.

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Perché non si usa più il girello?
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Il girello è una struttura circolare dotata di ruote e di un seggiolino, dentro il quale viene posizionato il bambino. È stato inizialmente studiato per aiutare il piccolo a muovere i primi passi nella fascia d’età tra i 6 e i 15 mesi di vita, quando non ha ancora imparato a camminare. Tuttavia, sebbene in passato fosse molto utilizzato, oggi i pediatri lo sconsigliano caldamente perché il girello rischia di ostacolare o ritardare lo sviluppo motorio, svolgendo un effetto controproducente.

Perché l'uso del girello è sconsigliato

Da qualche anno l’indicazione della comunità scientifica è di evitare il girello, perché il bimbo usandolo tende a spingersi sulle dita dei piedi, contraendo i muscoli delle gambe e i tendini, con un movimento che interferisce con il regolare sviluppo della deambulazione. Per di più, una volta uscito dalla struttura, il bimbo tende a continuare a utilizzare le dita dei piedi, anziché appoggiarsi sulla pianta.

Sulla questione è intervenuta anche l’American Academy of Pediatrics, che ha raccomandato ai genitori di evitare l’acquisto di girelli poiché «possono ritardare il momento in cui il bambino inizia a camminare» e «mandano migliaia di bimbi negli ospedali ogni anno».

Oltre al fattore dello sviluppo motorio, che con l’uso del girello rischia di venire ostacolato, l’AAP sottolinea l’aspetto della sicurezza del piccolo, che viene meno quando si adopera il dispositivo su ruote. Il girello infatti è ritenuto pericoloso perché il bambino, se lasciato incustodito, potrebbe provocarsi traumi o altro. Uno studio pubblicato su Pediatrics ha messo in luce una correlazione l’uso del girello con gli incidenti domestici e l’uso del girello che è considerato una «fonte di infortuni tra i bambini piccoli» negli Stati Uniti.

Se il piccolo trascorre più tempo sul girello che per terra, ritarderà l’apprendimento dell’equilibrio, un’abilità motoria coordinativa di base. Inoltre, stando dentro alla struttura mobile, sperimenta meno la posizione di gattonamento o pre-gattonamento, che, anche se non è una tappa indispensabile della acquisizione motoria, è importante per sviluppare il carico del peso sul bacino e sulle spalle.

«In alcune nazioni è stata addirittura vietata la vendita dei girelli perché promuovono una statura e un movimento scorretti del bambino» spiega Marta Isella, terapista della neuro e psicomotricità di Wamily.

Le alternative al girello

L’alternativa più sicura e valida al girello è, banalmente, il movimento libero sul pavimento. Il modo migliore per stimolare il bimbo a camminare in sicurezza è lasciarlo libero di sperimentare i movimenti a piedi nudi a terra, sul pavimento o su un tappeto, sotto la stretta osservazione di un adulto.

I carrellini non sostituiscono i girelli: sono consentiti se utilizzati per momenti limitati di gioco, tuttavia sono sconsigliati se vengono utilizzati come deambulatori, cioè per imparare a camminare.

In ogni caso, il bambino non va assolutamente forzato a camminare. Anzi, è fondamentale evitare di accelerare le tappe di sviluppo motorio.

«Il piccolo manifesta fisiologicamente il desiderio di scoprire da sé la postura eretta e provare a esplorare lo spazio circostante camminando – commenta la dott.ssa Isella – . Al massimo noi adulti possiamo stimolarlo facendo leva sulla sua curiosità e sul suo desiderio di autonomia, che inizia a consolidarsi verso i 9-10 mesi. Possiamo, per esempio, posizionare il giochino preferito più in alto e più lontano, in modo che il bimbo sia motivato a spostarsi verso l’oggetto del desiderio per raggiungerlo. È bene, poi, lasciargli appoggi a cui possa aggrapparsi, come sedie, puff, scatoloni, purché venga costantemente monitorato da un occhio vigile. In questa fase, è importante mettere la casa in sicurezza, ad esempio coprendo spigoli e prese di corrente e allontanando oggetti potenzialmente pericolosi».

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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