;Resize,width=638;)
Essere incinta non vuol dire dover affrontare nove mesi di privazioni, ma bisogna fare più attenzione, soprattutto alla dieta. Si può bere caffè? E, se sì, bisogna limitarlo o possiamo goderci un espresso tutte le volte che desideriamo? Questa è una classica curiosità da mamma in attesa. In realtà ci sono dei consigli sia del Ministero della Salute sia dell'OMS, da avere ben chiari come riferimento.
La caffeina è stata spesso oggetto di studio e, se è vero che non dà problemi di infertilità, è anche vero anche può favorire una serie di disturbi, come agitazione, insonnia, ansia, nausea, che in gravidanza possono essere più forti o più difficili da gestire. Quindi, la moderazione deve essere la bussola di tutte le mamme in attesa.
Quanto caffè si può bere in gravidanza
In gravidanza possiamo bere caffè, ma bisognerebbe limitarne il consumo, quindi al massimo ad una tazzina al giorno. Anche se è difficile sapere esattamente quanta caffeina c'è in una tazzina (il totale può dipendere da fattori come la marca, la preparazione, le dimensione della tazza o la quantità di acqua in fase di preparazione) dobbiamo tener presente che la stessa sostanza si assume anche attraverso altri alimenti.
L’Organizzazione mondiale della sanità alza un po’ l’asticella e arriva fino a 300 mg (il Ministero della Salute, invece, fissa il massimo a 200 mg). Il risultato, però, non cambia, meglio non superare un espresso al dì, anche perché la caffeina non si trova solo nel caffè, ma anche nel tè, nel cioccolato o nelle bibite. E dovremmo considerare la somma totale di tutte queste sostanze.
E non è tutto, perché una metanalisi del 2020 dice che attualmente le prove scientifiche non supportano l'idea che anche un consumo moderato di caffeina in gravidanza possa essere sicuro. Alla luce di questo studio, la scelta migliore è quella di evitare completamente il caffè nel corso dei nove mesi.
Quali sono rischi della caffeina in gravidanza?
Il consumo eccessivo di caffè in gravidanza nel primo e secondo trimestre è collegato a un aumentato rischio di aborto spontaneo o riduzione della crescita. Mentre, nel secondo e terzo trimestre, la mamma potrebbe soffrire di pirosi gastrica, bruciore alla bocca dello stomaco e reflusso, e il caffè può esasperare questo disturbo. Inoltre, può essere irritante della mucosa gastrica. E non è tutto, perché un eccesso di caffeina sembrerebbe ridurre l’assorbimento di ferro nella madre, specie se associata ad altri fattori alimentari o al fumo. Infine, bisogna ricordare che la caffeina dopo il parto passa nel latte e di conseguenza bisognerebbe proprio evitarla se si sta allattando al seno.

Come ridurre la caffeina?
Se scopriamo di essere incinta possiamo decidere di rinunciare al caffè. Talvolta però, se eravamo abituate ad assumerne in grande quantità potremmo riscontrare qualche effetto collaterale come la cefalea. Quello che possiamo fare, allora, è ridurne il consumo. Come?
- Limitiamo il consumo ad espresso giornaliero
- Preferiamo sempre il caffè decaffeinato (che contiene quantità inferiori di caffeina)
- Calcoliamo sempre anche le altre bevande che assumiamo, dal tè verde alla cola. Consideriamo che una lattina di una bibita gassata contiene 40 mg di caffeina, mentre una tazza di tè nero 75 mg. Un l'espresso da 30 ml contiene 47 – 75 mg di caffeina
Abbiamo la sensazione che sia un sacrificio? No, in realtà non è vero. Ci vuole solo un po’ di disciplina. La gravidanza può anche essere l’occasione per assumere abitudini e stili di vita più sani, da mantenere nostri anche dopo la gestazione. Quindi, non disperiamo, bere meno caffè può essere un bene per tutti.