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19 Giugno 2023
10:00

Antibiotico ai bambini: le istruzioni utili. Il pediatra risponde alle domande più comuni

Quando serve, come dev'essere assunto e quando somministrarlo nuovamente se il bambino lo vomita: insieme al pediatra Antonio Di Mauro vi presentiamo una piccola guida sull'uso corretto dell'antibiotico e i consigli per darlo ai più piccoli.

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Antibiotico ai bambini: le istruzioni utili. Il pediatra risponde alle domande più comuni
dare antibiotico al bambino

Nel nostro immaginario collettivo l'antibiotico rappresenta la risposta migliore ai malanni del bambino.

Il piccolo ha la febbre? "Diamogli l'antibiotico".

La gola inizia a bruciare? "Diamogli l'antibiotico"

Il bambino ha preso l'influenza? "Presto, perché nessuno gli ha ancora dato l'antibiotico?"

Non tutte le infezioni e le malattie però sono trattabili con questa tipologia di farmaci. Come il nome stesso suggerisce, infatti, l'antibiotico che comporta effettivi benefici solo per le condizioni d'origine batterica, risultando del tutto inutile (quando non dannoso) per le patologie scatenate dai virus come i raffreddori o le influenze.

Non solo, anche nei casi in cui è bene ricorrere agli antibiotici è bene rispettare alcune semplici regole per favorire il processo di guarigione ed evitare effetti collaterali indesiderati.

Per fare un po' di chiarezza abbiamo chiesto al pediatra Antonio Di Mauro di aiutarci a stilare una piccola guida sull'uso corretto dell'antibiotico per i nostri bambini.

Quando dare l’antibiotico al bambino?

«La prima cosa da tenere a mente è che la terapia antibiotica non è la panacea per tutti i mali – ribadisce Di mauro – l'antibiotico è necessario solo in caso di infezioni di natura batterica. Nelle infezioni di natura virale – molto comuni nei bambini – l'antibiotico non solo risulta spesso inutile, ma anche dannoso. Inoltre gli antibiotici non sono tutti uguali. Esistono infatti diverse classi di antibiotici, ognuna con diverso "spettro d'azione", ovvero la capacità di uccidere o limitare la replicazione di gruppi più o meno ampi di batteri. Vietato insomma il "fai da te"».

Dopotutto, sottolinea l'esperto, la necessità o meno di dare una terapia antibiotica e la scelta dell'antibiotico da somministrare dovrebbe essere sempre indicata da un pediatra.

«Purtroppo questo non sempre accade e nella pratica clinica di tutti i giorni osservo bambini che hanno iniziato cicli di un antibiotico qualunque, che era già a disposizione in famiglia, senza una reale necessità o indicazione».

Quali sono le tempistiche da rispettare?

Come detto, ci sono diversi tipi di antibiotici. E ogni antibiotico ha un suo dosaggio, una sua tempistica e una sua modalità di somministrazione.

«Anche sulle tempistiche, il "fai da te" dovrebbe essere evitato – spiega il pediatra – In caso di somministrazioni troppo ravvicinate c'è il rischio di un sovradosaggio, in caso di somministrazione troppo ritardate c'è il rischio di "lasciare libero" il batterio di replicarsi e continuare la sua azione nociva».

Cosa fare se il bambino vomita l’antibiotico?

Ma cosa fare quando il bambino vomita dopo l'assunzione dell'antibiotico? Entro che lasso di tempo è giusto riproporgli il farmaco?

«L'assorbimento delle terapie antibiotiche avviene nell'intestino. Solitamente l'assorbimento degli sciroppi – formulazioni più utilizzate in pediatria – è abbastanza rapido e se il vomito avviene dopo circa 30 minuti dall'assunzione, non c'è necessità di una seconda dose».

Se il vomito invece è immediato può essere necessario assumere nuovamente la dose per non comprometterne l'efficacia.

In caso di vomito ripetuto a seguito di assunzione di terapia antibiotica è sempre consigliato consultare il proprio pediatra.

antibiotico

Antibiotici e bambini: esistono rischi?

La risposta è positiva, ma questo non deve spaventare. Quasi tutti i farmaci presentano possibili controindicazioni.

«I più comuni sono i sintomi gastrointestinali ma ogni antibiotico può avere effetti collaterali diversi. Consiglio sempre alle famiglie di consultare il "bugiardino" dei farmaci assunti per comprendere che ogni medicinale somministrato ha delle conseguenze "buone" ma anche potenziali conseguenze "cattive"».

L'antibiotico-resistenza è un'emergenza alimentata dall'uso scorretto dei farmaci

Più in generale, continua Di Mauro, l'abuso della terapia antibiotica rischia di alimentare il fenomeno dell'antibiotico-resistenza, ossia la capacità di "abituarsi" a reagire ad un certo farmaco e diventare così molto più resistenti e difficili da debellare.

Proprio l'uso sconsiderato degli antibiotici ha reso l'antibiotico-resistenza una vera e propria emergenza sanitaria dei nostri giorni.

Quando è necessario sospendere l’antibiotico?

La regola aurea ci dice che l'antibiotico si sospende al termine della cura prevista dal proprio pediatra e non alla scomparsa dei sintomi.

«Solitamente in 48-72 ore dall'inizio della terapia antibiotica i sintomi scompaiono ma è necessario portare a termine l'intero ciclo come prescritto in fase acuta. La sospensione prima del tempo ha due effetti: la ripresa della replicazione dei batteri non uccisi dalla breve durata della terapia e la selezione di batteri che "imparano" a difendersi da quel tipo di antibiotico (la già citata antibiotico- resistenza n.d.r) che quindi nel tempo potrebbe risultare inefficace».

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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