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15 Marzo 2024
16:49

Brasile, congedo riconosciuto anche alla “seconda mamma” nelle coppie omogenitoriali. In Italia come funziona?

In Brasile il congedo genitoriale verrà esteso anche alle madri non gestanti e alle madri adottive nelle coppie dello stesso sesso. Per i giudici brasiliani «nonostante il diritto non sia espressamente indicato dalla legge» verrà garantito «nel rispetto costituzionale della tutela dei minori». In Italia invece è previsto il congedo per il secondo genitore?

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Brasile, congedo riconosciuto anche alla “seconda mamma” nelle coppie omogenitoriali. In Italia come funziona?
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In Brasile cambiano le regole del congedo genitoriale nelle famiglie con due mamme. Alla nascita del figlio verrà riconosciuto il periodo di astensione dal lavoro pure alla mamma "non gestante" «per un periodo equivalente alla licenza di paternità», che nel Paese sudamericano è di cinque giorni. A stabilirlo è stata la Corte Suprema del Brasile mercoledì 13 marzo, dopo che una lavoratrice, a cui era stato negato il diritto di fruire del congedo di maternità alla nascita del figlio avuto con un’altra donna, aveva presentato ricorso al Tribunale. Ma in Italia, invece, come funziona il congedo in caso di coppie omogenitoriali?

Nelle famiglie arcobaleno in Italia il congedo obbligatorio di maternità (di cinque mesi) è riconosciuto alla madre biologica, o comunque alla madre che ha portato a termine la gravidanza e partorito il figlio e che agli occhi della legge risulta effettivamente “madre” del neonato. Più complesso è il discorso relativo al secondo genitore poiché nello Stivale non esiste una normativa che regolamenti e tuteli la genitorialità di una coppia omosessuale.

La questione è stata recentemente al centro del dibattito pubblico, quando a gennaio l’Inps – l’Istituto nazionale che nel Belpaese eroga l’indennità per congedo di maternità o di paternità – è stato condannato dal Tribunale di Bergamo perché non consente alle coppie dello stesso sesso di procedere con la richiesta online di congedo genitoriale. Secondo quanto riporta il Corriere, finora i genitori omosessuali erano costretti a richiedere il congedo attraverso una domanda cartacea, avviando una procedura lunga e complicata senza l’aiuto di un legale. Esistono tuttavia delle aziende che scelgono autonomamente di estendere il congedo parentale anche ai lavoratori dipendenti che hanno avuto un figlio con un partner dello stesso sesso, ricorrendo alla Gestazione Per Altri (nota come maternità surrogata) o sottoponendosi a una pratica di fecondazione assistita all’estero.

Attualmente, se la seconda madre di una coppia lesbica, cioè la donna che non ha partorito il figlio, tenta di inserire i suoi dati sul portale online dell’Inps per inviare la domanda di congedo, viene rimbalzata dal sistema. Il medesimo ostacolo si presenta alle coppie composte da due uomini, pure nel caso in cui i due genitori siano stati regolarmente inseriti nei registri civili italiani.

Infatti, anche se ad oggi non esiste in Italia una legge che riconosca le famiglie omogenitoriali, i sindaci di diverse città continuano a trascrivere i certificati di nascita dei figli delle famiglie arcobaleno, una presa di posizione a volte contestata da sentenze e dal Ministero dell’Interno. Pochi altri, che hanno adottato i figli nei Paesi in cui è legale, hanno ottenuto la trascrizione di atti di nascita esteri, che risultano validi anche in Italia. Esiste per finire la strada dell’adozione in casi particolari (che permette al genitore non biologico di adottare il figlio), che, anche se lunga e logorante, garantisce più tutele.

Con la pronuncia del 25 gennaio 2024 del Tribunale di Bergamo l’Inps è tenuto a modificare entro fine marzo il sistema informatico risolvendo il limite tecnico, pena una multa di 100 euro per ogni giorno di ritardo. In effetti, all'Istituto – come spiegato da Rete Lenford, che insieme alla Cgil di Brescia e al patronato Inca ha promosso l’azione legale – si applica il divieto di discriminazione per orientamento sessuale, imposto dal diritto dell’Unione Europea. L’Inps, come evidenzia il Corriere, ha sei mesi di tempo (dal giorno della sentenza) per ricorrere in appello e contestare la sentenza di Bergamo, che tuttavia è già esecutiva.

Esistono, come anticipato, dei datori di lavoro che scelgono in autonomia di riconoscere il congedo ai dipendenti genitori non biologici o “intenzionali” di coppie omogenitoriali, consentendo loro di godersi il neonato e dividersi il lavoro di cura con il partner. Ma si tratta di casi isolati. Emblematico era stato il caso di Intesa Sanpaolo, che nel 2022 ha cambiato le regole aziendali consentendo alla direttrice di una delle sue filiali di godere del congedo parentale per stare accanto alla moglie, che aveva partorito da pochi giorni.

Tanti genitori non biologici, intenzionali, o comunque non ufficialmente riconosciuti come “madri” o “padri” dalla legge italiana finisce per ricorrere ai giorni di ferie (se ne ha a disposizione) per assentarsi da lavoro. Nonostante siano lavoratori subordinati continuano a venire classificati come genitori “di serie B”: a loro il diritto di godersi il congedo e di ottenerlo in tempi brevi, alla pari dei colleghi eterosessuali, al momento non è garantito.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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