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5 Aprile 2024
18:00

ChatGPT rende gli studenti più smemorati e meno produttivi nello studio

Una ricerca ha indagato il livello di dipendenza degli studenti universitari da ChatGPT, lo strumento che grazie all'Intelligenza Artificiale consente, ad esempio, di scrivere testi e risolvere operazioni matematiche. Secondo gli studiosi l'uso improprio del bot di IA ha un impatto negativo sui risultati degli esami.

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ChatGPT rende gli studenti più smemorati e meno produttivi nello studio
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La dipendenza degli studenti da ChatGPT si traduce in procrastinazione, perdita di memoria e calo del rendimento sui banchi. A suggerirlo è uno studio pubblicato sull’International Journal of Educational Technology in Higher Education che ha analizzato le cause e le conseguenze dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale generativa tra gli studenti universitari. I giovani sperano di trovare una sponda nella macchina tecnologica quando il carico di studio diventa pesante e il tempo a disposizione è poco. Una tendenza che preoccupa gli esperti di educazione perché, se utilizzato impropriamente, lo strumento rischia di avere effetti negativi sulla loro produttività.

Lo studio

A spingere i ricercatori ad indagare il fenomeno è l’uso improprio e progressivamente più diffuso del chatbot di OpenAI sui banchi, che consente, ad esempio, di tradurre un testo, elaborare un saggio o risolvere operazioni matematiche. Il tutto in qualche secondo.

«Nell’ultimo anno ho osservato una dipendenza crescente e acritica dagli strumenti di intelligenza artificiale generativa tra i miei studenti per i vari compiti e progetti che ho assegnato» ha spiegato l'autore dello studio Muhammad Abbas, professore associato presso la FAST School of Management di Islamabad.

I ricercatori hanno tentato di capire quanto gli studenti utilizzassero effettivamente lo strumento per lo studio. I giovani partecipanti – 165 in totale, iscritti ad atenei pakistani – hanno risposto a domande come “Uso ChatGPT per i miei compiti nel corso”, “Sono dipendente da ChatGPT quando si tratta di studi” e “ChatGPT fa parte della mia vita universitaria” per valutare il loro livello di dipendenza nella routine quotidiana di studio.

In seguito gli studiosi hanno applicato il campione a 494 alunni per raccogliere dati di confronto e valutare l’impatto dello strumento tecnologico sui livelli di procrastinazione, sulla perdita di memoria e sul rendimento universitario.

I risultati

Il bot di Intelligenza Artificiale è una sorta di genio della lampada che esaudisce le richieste dell’utente-Aladino. Ma a che prezzo?

Salato, secondo gli studiosi che hanno lavorato allo studio. Abbas e i colleghi hanno scoperto che alti livelli di carico di lavoro accademico e pressione temporale erano indicatori significativi di un maggiore utilizzo di ChatGPT. In sostanza, gli studenti, sotto stress accademico hanno più probabilità di cercare supporto nell’Intelligenza Artificiale.

Il problema è che il ricorso più frequente al bot di IA è stato associato a livelli più elevati di procrastinazione e perdita di memoria e a un impatto negativo sul rendimento, che si riflette nelle medie dei voti degli studenti.

«La persona media – ha dichiarato Abbas – dovrebbe riconoscere il lato oscuro dell’uso eccessivo dell’intelligenza artificiale generativa». Un lato oscuro legato all’integrità accademica e ai risultati di apprendimento degli studenti che, comunque, non tolgono credito alla macchina tecnologica, che rimane un utile e valido strumento, se adeguatamente utilizzato.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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