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2 Aprile 2024
12:30

Più si sta a scuola, più si invecchia lentamente e il rischio di mortalità si riduce ogni 2 anni del 10%. Lo studio

Ogni 2 anni in più spesi sui banchi rallentano l'invecchiamento del corpo del 3% e il rischio di mortalità del 10%. Questi sono i risultati di uno studio pubblicato su JAMA Network, che va avanti dal 1948 abbracciando 3 generazioni di studenti.

A cura di Sophia Crotti
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Più si sta a scuola, più si invecchia lentamente e il rischio di mortalità si riduce ogni 2 anni del 10%. Lo studio
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Anche se al solo pensiero di preparare lo zaino e tornare a scuola gli studenti sbuffano, è importante che sappiano che più anni trascorrono sui libri, più invecchieranno lentamente e di conseguenza abbasseranno il rischio di mortalità.

Sono questi i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Jama Network e condotto da un team di ricercatori della scuola di salute pubblica Mailman della Columbia University. La ricerca è iniziata nel 1948 e non si conclude con questa pubblicazione, attualmente abbraccia già 3 generazioni di studenti. Secondo i risultati la scuola allungherebbe la vita.

Lo studio ha coinvolto 3101 partecipanti, i primi sono stati interrogati nel 1948, i secondi nel 1971 e gli ultimi nel 2002.

I partecipanti sono stati periodicamente sottoposti a degli esami del sangue in grado, dal DNA e in particolare dal DunedinPACE, di analizzare il loro invecchiamento biologico: ne è risultato che più raggiungevano livelli elevati di istruzione, più il loro invecchiamento, una volta adulti, procedeva lentamente. Inoltre a diminuire anche durante gli anni di studio era il rischio di mortalità degli scolari.

Ogni partecipante ha riferito ai ricercatori il proprio più alto livello di istruzione, questo livello è stato quindi convertito in anni impiegati nello studio da parte di ciascun partecipante. L’analisi è stata effettuata dai ricercatori consapevoli del fatto che i diversi livelli di istruzione spesso dipendano dal background socio-culturale della famiglia. Per ovviare a questa problematica gli studiosi hanno preso in esame la mobilità educativa, ossia quanti più o meno anni di istruzione i ragazzi avevano collezionato rispetto ai genitori o ai fratelli. In particolare la mobilità è stata calcolata attraverso la differenza tra i risultati scolastici dei figli ottenuti al raggiungimento di un certo livello di istruzione e quelli attesi basandosi sui risultati scolastici dei genitori. In questo modo sono stati isolati semplicemente i livelli di istruzione, che erano il dato interessante per la ricerca, da tutti i margini di errore.

Ogni 2 anni in più di istruzione l’invecchiamento biologico rallenta del 3% e la mortalità del 10%

Dai risultati è emerso che la media di anni di istruzione dei figli era di circa 15 anni (14.47), 2 anni in più in media rispetto agli anni di studio dei genitori. Inoltre per evitare di sopravvalutare il potere della mobilità educativa nel rallentare l’invecchiamento biologico sono stati testati anche dei fratelli. I risultati hanno parlato chiaro: «Il fratello con maggiore mobilità educativa tendeva ad avere un ritmo di invecchiamento più lento misurato dall’orologio epigenetico DunedinPACE rispetto al fratello meno istruito»

I partecipanti hanno riferito anche le proprie abitudini che in qualche modo potessero impattare sull’invecchiamento biologico, come la dipendenza da fumo di sigarette, in modo che gli esami del sangue effettuati per calcolare l’invecchiamento biologico prescindessero da questo dato.

I risultati hanno dimostrato che chi studia di più conduce uno stile di vita più sano e invecchia più lentamente. Ogni 2 anni in più di istruzione l’invecchiamento biologico degli individui è risultato rallentare del 2-3%. Questo rallentamento fa diminuire anche il rischio di mortalità del 10%.

Insomma, seppur quando si è sui banchi le ore a volte sembrano non passare mai, le verifiche aumentare rapidamente il battito e i compiti assediare il tempo libero, proprio le ore spese nello studio aumentano la speranza di vita. Tra uno sbadiglio e l'altro alla prima ora, ricordiamocene.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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