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30 Giugno 2023
14:30

Con il 6 in condotta arriva il debito in Educazione civica: le nuove misure sul comportamento in classe

Bocciatura in caso di violazione del Regolamento d’Istituto, attività di volontariato per gli alunni sospesi e debito in Educazione civica con il 6 in condotta. Sono alcune delle nuove disposizioni “contro il bullismo” del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

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Con il 6 in condotta arriva il debito in Educazione civica: le nuove misure sul comportamento in classe
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Il voto in condotta non sarà più un’appendice della pagella. In caso di un risicato 6 nella valutazione del comportamento dimostrato in classe dall’alunno, scatterà il debito in Educazione Civica da recuperare settembre. A stabilirlo è il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che, alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca, intende restituire valore al voto in condotta, che non sarà più secondario nella valutazione complessiva del singolo studente.

Negli ultimi giorni si sono riaccesi i riflettori sull’episodio dell’Istituto Viola Marchesini di Rovigo, dove a novembre alcuni studenti avevano sparato pallini di gomma contro una professoressa durante la lezione. Gli studenti “cecchini” sono stati promossi con 9 e 8 in condotta, un’assoluzione che non ha lasciato indifferente il Ministro Valditara, il quale ha inviato un’ispezione nella scuola e chiesto una rivalutazione al Consiglio di classe. Ieri, a corollario della vicenda, sono arrivati i nuovi criteri del Ministero dell’Istruzione per valutare il comportamento degli studenti delle scuole medie e superiori, volti a «ripristinare la cultura del rispetto, contribuire ad affermare l’autorevolezza dei docenti e riportare serenità nelle nostre scuole», come ha spiegato Valditara.

Il voto in condotta inciderà sulla Maturità

Innanzitutto, il voto sul comportamento si riferirà all’intero anno scolastico, non più a un singolo semestre, e inciderà sui crediti formativi per l’ammissione all’Esame di Maturità. In più, la bocciatura col 5 in condotta non scatterà solo in seguito a gravi atti di violenza o reati, ma anche per «gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto». Con il 6 in condotta, invece, lo studente delle superiori verrà rimandato con un debito in Educazione civica. A settembre, l’alunno conseguirà una verifica sui valori costituzionali e di cittadinanza.

Nelle scuole medie la valutazione non sarà più espressa sotto forma di giudizio, come era stato stabilito con la riforma del 2017, bensì in decimi e, di conseguenza, farà media con i voti di italiano, matematica, storia e delle diverse materie di studio. Il Consiglio di classe, poi, nella valutazione dell’atteggiamento dello studente è tenuto a considerare eventuali atti violenti o di aggressione nei confronti di insegnanti, compagni e personale scolastico.

Sono previste attività di volontariato per gli studenti sospesi per più di 2 giorni

Anche il provvedimento della sospensione è stato sottoposto a limatura. «Lo studente sospeso sarà coinvolto in attività scolastiche assegnate dal consiglio di classe di riflessione e di approfondimento sui temi legati ai comportamenti che hanno causato il provvedimento – si legge dal Ministero dell’Istruzione –. Questo percorso si concluderà con la produzione di un elaborato critico». In caso di sospensione superiore ai due giorni, invece, allo studente toccherà svolgere attività di cittadinanza solidale in strutture convenzionate. Le assenze per sospensione di qualche giorno dalla classe, quindi, verranno compensate da opere di volontariato, che potranno durare anche oltre il tempo della sospensione ed essere svolte al di fuori dell’orario scolastico.

Le misure verranno probabilmente inserite in un disegno di legge in discussione alla Camera, anche se non è chiaro se già da settembre entreranno in vigore le nuove norme, o se i tempi parlamentari richiederanno di aspettare l’anno scolastico 2024/2025.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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