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21 Maggio 2023
10:00

Da cosa dipende il peso del bambino alla nascita?

Il neonato alla nascita pesa tra i 2500 e i 4500 g, anche se una serie di fattori influiscono sul risultato. Dopo il parto, avviene il calo fisiologico e il piccolo perde intorno al 5-8% del peso originario, salvo poi recuperarlo nelle due settimane dopo la nascita. La salute e le cattive abitudini della mamma, la durata della gravidanza e l'altezza e il peso dei genitori influiscono sul peso del nascituro.

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Da cosa dipende il peso del bambino alla nascita?
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Quando viene alla luce, un neonato in media pesa circa 3300 grammi, con qualche differenza a seconda del sesso. I maschietti, infatti, tendono a pesare circa 150 grammi in più rispetto alle femminucce. Sul peso incidono anche altri fattori oltre al genere, come l’età gestazionale in cui nasce il piccolo, la genetica e la salute della madre, in particolare durante la gravidanza. Un neonato ha un basso peso quando alla nascita pesa meno di 2.500 g, come precisa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), mentre non esistono indicazioni specifiche e univoche per definire un bambino macrosomico, cioè nato grande. Generalmente, come riporta NHS, la macrosomia riguarda i neonati che pesano più di 4,5 kg alla nascita ed è causata, in genere, dal diabete materno, dall’obesità della mamma o dal suo aumento di peso durante la gravidanza. Se il neonato alla nascita è sottopeso, invece, è probabilmente perché è nato prematuro o per la restrizione della crescita fetale o intrauterina. Il pediatra utilizza i percentili di crescita per valutare la crescita del piccolo, cioè dei grafici che mostrano il suo sviluppo per peso, lunghezza e circonferenza cranica. Un bimbo al 50° percentile per il peso si trova esattamente al centro dell’intervallo di normalità (cioè di peso normale): il 50% dei neonati della sua età è più leggero, l’altra metà è più pesante.

Perché il peso cala nei primi giorni di vita e quando c'è da preoccuparsi

È normale che nei primi giorni dopo il parto il piccolo perda peso, pari a circa il 5-8% in meno rispetto alla nascita. Si tratta del cosiddetto calo fisiologico, dovuto a due cause principali, quali:

  • Perdita di liquidi attraverso il sudore, urine e feci (l’emissione di feci è più propriamente chiamata emissione di meconio)
  • Assunzione di una ancora limitata quantità di latte: il lattante consuma calorie per piangere e per alimentarsi e il suo stomaco è molto piccolo e non riesce ad assumere molto latte.

Entro due settimane da quando è venuto al mondo, il piccolo recupera il peso perso, crescendo circa 140-210 grammi a settimana.

In genere, lo scarto fra il peso al parto e quello dopo la nascita è di circa il 5-8% in meno. Se, tuttavia, se il calo di peso supera il 10% potrebbe essere un segnale allarmante e il piccolo va monitorato per verificare la presenza di segni d’infezione o di altre malattie che potrebbero aver contribuito alla perdita di peso. Nel caso in cui sia tutto a posto, il medico o l’ostetrico supporterà la mamma nell’attaccare il figlio, assicurandosi che riceva molto latte.

Quali sono i fattori che determinano il peso alla nascita

Il peso alla nascita è determinato da una serie di fattori, anche se è generalmente compreso tra i 2500 e i 4500 g. Il sesso, la durata della gravidanza, la genetica e la salute della mamma sono alcune delle cause che influiscono sul peso del neonato. Vediamo quali sono gli elementi determinati del peso alla nascita:

  • Sesso del neonato: i maschi tendono a pesare circa 150g in più delle femmine
  • Durata della gravidanza: l’età gestazionale influisce sul peso alla nascita, dal momento che, ovviamente, un neonato nato a 32 settimane pesa meno di un neonato partito a termine. Se il piccolo è prematuro, allora probabilmente non ha completato il suo sviluppo nell’utero e sarà più piccolo alla nascita di un bimbo nato a 40 settimane o post-termine
  • Il peso e la statura dei genitori: la genetica gioca un ruolo essenziale nel determinare il peso del bimbo alla nascita, dato che il neonato eredita circa metà dei geni da sua madre e metà dal padre. L’altezza e il peso dei genitori, quindi, hanno un impatto sulle dimensioni della creatura dopo il parto
  • Il peso della mamma: in particolare, è il peso della mamma a influenzare quello del nascituro, infatti le donne in sovrappeso hanno maggiori probabilità di partorire un bambino più grande della media
  • L’età della mamma: le madri più giovani avrebbero una superiore probabilità di partorire figli con un basso peso alla nascita, un rischio che è quasi doppio per le madri di età inferiore ai 20 anni, come riporta la rivista scientifica JK Science
  • La salute della mamma, soprattutto in gravidanza: qualsiasi disturbo medico in gravidanza potrebbe influenzare il peso del piccolo, dall’anemia all’ipertensione, dal diabete alle malattie ereditarie
  • La dieta della mamma in gravidanza: il peso alla nascita è un ottimo indicatore dello stato nutrizionale della madre, oltre che del neonato ed è importante che la madre rispetti una dieta sana ed equilibrata durante i mesi di dolce attesa. Se mangi poco, rischia di non trasmettere i nutrienti richiesti al piccolo e che, quindi, nasca sottopeso.
  • Le abitudini della madre: il fumo, l’alcol, l’assunzione di farmaci e le cattive abitudini in dolce attesa potrebbero avere un impatto negativo sul peso di un bimbo alla nascita

Per monitorare il peso del piccolo, è possibile servirsi di una bilancia elettronica, su cui stendere il neonato. Tuttavia, in assenza di particolari problematiche potrebbe essere consigliato ai genitori di aspettare la visita dal pediatra e di lasciare al medico il compito di pesare il neonato per effettuare la valutazione più adeguata.

Cosa fare se il bambino perde più peso del previsto

Esistono una serie di consigli per aiutare il piccolo ad aumentare di peso nel caso in cui sia calato più del previsto. Vediamoli:

  • Assicurarsi che il lattante stia attaccato correttamente al seno
  • Se continua ad avere difficoltà ad attaccarsi al seno, controllare che non sia la lingua a ostacolarlo
  • Fare in modo che il neonato si nutra almeno 8-12 volte al giorno
  • Spremere il latte per aumentarne la produzione
  • In alcuni casi, somministrare al piccolo con il biberon e la tettarella aggiunte di latte materno spremuto per aiutarlo ad assumere il latte più agevolmente
  • In alcuni casi, somministrare temporaneamente al piccolo aggiunte di latte artificiale, salvo tornare, dopo pochi giorni, all’allattamento esclusivo al seno
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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