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12 Aprile 2023
15:30

In Colombia una scuola per insegnare agli uomini a fare i mestieri e a cambiare i pannolini

A Bogotà esiste una scuola che insegna agli uomini a occuparsi dei figli e della casa. Cucinare, cambiare il pannolino del neonato, lavare il bagno, autoregolarsi nelle emozioni in famiglia. È nata nel 2021 e ha l’obiettivo di contrastare il «machismo» e favorire una mascolinità sana.

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In Colombia una scuola per insegnare agli uomini a fare i mestieri e a cambiare i pannolini
Colombia

Lezioni di attività domestiche e di cura del neonato, dalle pulizie di casa al cambio del pannolino. Accade in Colombia, dove da dicembre 2021 Henry Murrain, sottosegretario distrettuale alla Cultura Cittadina di Bogotà, ha avviato un ciclo di corsi aperti agli uomini per imparare quelle mansioni che nel Paese sudamericano, profondamente ancorato a una struttura patriarcale della società, sono generalmente relegate alle donne, come cucinare, stendere il bucato o cambiare il bebè sul fasciatoio. L’obiettivo è rompere gli stereotipi e superare il maschilismo tradizionalmente radicato nelle famiglie colombiane.

Si chiama Escuela de hombres al cuidado, cioè «scuola di uomini per il lavoro di cura», ed è rivolta a uomini maggiorenni disponibili ad apprendere abilità pratiche nella gestione della casa e dei figli. Nello specifico, la formazione riguarda:

  • Cura indiretta: la pulizia e la gestione degli spazi fisici abitati, come il bagno e la cucina
  • Cura indiretta: l’assistenza ai piccoli, agli anziani, a se stessi in ambito sanitario
  • Cura emotiva: l’elaborazione non violenta delle proprie emozioni e delle persone vicine a sé
  • Cura dell’ambiente: la partecipazione dell’uomo alla cura e tutela dell’ambiente privato e comunitario

La scuola che insegna a cambiare il pannolino e a lavare i pavimenti di casa punta a garantire un’equa distribuzione dei compiti fra uomini e donne, mamme e papà, fratelli e sorelle, nonni e nonne all’interno della rete domestica. In più, concepisce quello di cura come un vero e proprio lavoro non retribuito, stigmatizzando le violenze economiche in famiglia: le lezioni mirano a disincentivare quell’atteggiamento che spinge l’uomo a imporsi sulla donna per il solo fatto che è lui a lavorare o a portare a casa uno stipendio più alto. La Escuela de hombres al cuidado ha a cuore anche la lotta alla violenza sulle donne, per questo motivo prevede dei corsi di cura emotiva: intende promuovere l’uso di azioni non violente per risolvere situazioni conflittuali in casa.

Sotto la guida di psicologi e pedagogisti, gli uomini a Bogotà si esercitano alla genitorialità, imparano ricette per cucinare e trucchi sulla spesa al supermercato e sulla manutenzione della casa, apprendono pratiche di cura dei bambini e degli anziani. Nel 2022 sono stati più di 1.372 gli incontri pedagogici in giro per la città per eliminare il «machismo» e diffondere le buone pratiche di equità, cura e convivenza pacifica in famiglia. La promozione alla cultura della cura è itinerante e si muove sulle quattro ruote: lo staff di Henry Murrain percorre le strade della città a bordo di uno scuolabus per diffondere il programma, raggiungendo perfino le favelas e quei luoghi frequentati prevalentemente dagli uomini, come gli stadi. Hanno coinvolto perfino i detenuti del carcere La Cárcel Distrital di Bogotá e i lavoratori di aziende e università popolate prevalentemente dalle quote blu.

L’iniziativa della scuola anti-maschilismo, che in quattro moduli di 10 ore ciascuno insegna agli uomini attività comunemente ritenute poco virili in America Latina, è parte integrante di un progetto più ampio promosso dal Governo colombiano, il cui scopo è:

Contribuire a una visione di cittadinanza premurosa che riesca a incorporare pratiche di inclusione, equità, orizzontalità e risoluzione pacifica dei conflitti nelle loro vite e relazioni quotidiane. Sogniamo una città che sia riuscita a bandire le narrazioni di discriminazione, maschilismo e violenza di genere e che garantisca a tutti il diritto a vivere una vita dignitosa e libera dalla violenza.

In effetti, la violenza sulle donne e il divario di genere costituiscono una grave piaga sociale in Colombia, dove una donna viene aggredita sessualmente ogni 34 minuti. L’idea di contrastare il maschilismo in città non è una novità: da qualche anno studenti e studentesse universitari organizzano seminari sul «micromachismos», o microaggressioni machiste, mentre le organizzazione no profit in Messico, Brasile e Costa Rica offrono corsi sulla mascolinità sana.

Cambiare il pannolino di un neonato, lavarlo, nutrirlo, cucinare la cena per la famiglia, lavare i vestiti e le stoviglie sporchi, sono pratiche alla portata di tutti, che non dovrebbero avere un colore, rosa o blu, e che mamme e papà dovrebbero spartirsi in egual misura. Lo ha sottolineato anche la sindaca di Bogotà, Claudia López Hernández, che all’epoca dell’apertura della scuola, dichiarava su Twitter:

Abbiamo bisogno di una trasformazione culturale affinché le donne smettano di credere che l'assistenza sia loro esclusiva responsabilità e che gli uomini non abbiano la pazienza o il dono per farlo. Con la Escuela Hombres al Cuidado che lanciamo oggi, lo dimostreremo.

Oltre alla scuola maschile per insegnare a prendersi cura della casa, dei più piccoli e degli anziani, l’amministrazione di Bogotà ha attivato Línea Calma, un numero telefonico gratuito che gli uomini colombiani possono contattare quando si trovano in difficoltà nella gestione delle emozioni in coppia o in famiglia. È un’iniziativa che punta a offrire un supporto psicoeducativo alle figure maschili, estirpare il «machismo» e prevenire la violenza di genere.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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