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4 Marzo 2023
11:00

La cicatrice da cui nasce la vita: magia e bellezza della ferita del parto cesareo da portare con orgoglio

Il parto cesareo porta con sé un immenso stigma sociale, per questo tante mamme decidono di nascondere la cicatrice, il simbolo inequivocabile che il loro piccolo non è nato tra le grida e il sudore di un parto naturale. Ma quella cicatrice è il segno indelebile della nascita di una nuova vita e per questo racchiude una magia e una bellezza uniche.

A cura di Sophia Crotti
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La cicatrice da cui nasce la vita: magia e bellezza della ferita del parto cesareo da portare con orgoglio
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Tutte le gravidanze lasciano un segno nella vita delle mamme e dei loro partner, segnando un confine tra un prima e un dopo. Prima quel bimbo che ora abbiamo tra le braccia potevamo solo immaginarlo, oggi è qui, stretto a noi, per iniziare una vita insieme. Ma ad essere segnato è anche il nostro corpo, che cambia nel corso della gravidanza e che spesso neanche in un momento così delicato della vita smette di essere sotto giudizio.

Ci guardiamo allo specchio, chi con occhio clemente e consapevole che quelle rotondità, quelle smagliature sono state necessarie a far spazio al nostro piccolo e chi invece si vorrebbe in forma, come prima di rimanere incinta, perché non sempre è facile abituarsi ai cambiamenti del nostro corpo. In alcuni casi quel segno è una cicatrice, quella lasciata dalle mani del chirurgo che ha fatto nascere il nostro bimbo, dopo un’operazione che prevede il taglio prima, e la sutura poi, di 8 strati diversi di tessuti.

Tante donne devono ricorrere al parto cesareo, perché il piccolo è podalico, perché ci sono delle complicanze durante il parto, o perché già in precedenza hanno dovuto fare un altro taglio cesareo. Ma ancora poco si parla delle conseguenze che questo tipo di parto porta con sé, sia sul corpo che sulla mente della donna e dello stigma sociale che c'è attorno a questa tipologia di parto.

A portare il tema alla ribalta è stata una bellissima foto postata sul suo profilo Instagram da Bianca Atzei che ha rivendicato, posando in intimo, la bellezza di un segno che le ricorderà per sempre il momento più importante della sua vita, quando ha visto per la prima volta il suo piccolo.

Ci sono cicatrici e cicatrici

Tante sono le cicatrici che abbiamo sul corpo, quelle della prima caduta dal monopattino, del primo capitombolo dalle scale, di un taglio che ci siamo fatti cucinando. Alcune sono più evidenti e ci caratterizzano, altre le nascondiamo perché ci sembrano inestetismi, in un mondo come quello fortemente influenzato dai social in cui viviamo e tutti i corpi sembrano patinati e perfetti.

Ma se dietro alle cicatrici prima descritte non vi è un gran giudizio, quella del parto cesareo non gode dello stesso trattamento. Migliaia di informazioni e siti consigliano la migliore tecnica per imparare a cancellarla, quasi dovessimo vergognarcene. Quella cicatrice, è vero, non è come le altre, è il simbolo inequivocabile di una vita che è nata, arrivata da noi per cambiarci per sempre.

La cicatrice del cesareo è il simbolo inequivocabile di una vita che è nata

Ma il corpo della donna è da sempre sotto giudizio e il mondo non ci da tregua né durante, né dopo la gravidanza. O siamo troppo magre per essere al sesto mese o troppo in carne per essere all’ottavo. O abbiamo fatto un parto naturale o quella cicatrice sul nostro corpo che si intravede dal costume da bagno è il segno del fatto che non abbiamo sofferto abbastanza. Sì perché quando si parla di parto, sembra debba esistere per forza un barometro del dolore, più abbiamo sofferto, più ci saremo sacrificate per il nostro bambino, più saremo ottime mamme. Come se da quello si misurasse il nostro saper essere madri e come se non fosse un sacrificio segnare la propria pelle per sempre.

Parto cesareo

Perché se non siamo agonizzanti tra spinte, lacrime, sudore e grida, ma ci troviamo in una fredda sala operatoria preparata ad hoc, allora siamo meno mamme. Se il nostro bimbo uscirà da un taglio che va a incidere la nostra pelle allora alcuni ci diranno che non arriverà la montata lattea (cosa non vera) e se non ci verrà non saremo abbastanza mamme. Se ci sottoporremo all’unica operazione all’addome per la quale si dà per scontato che la ripresa sia immediata "perché su, basta lamentarsi, c’è il nostro bimbo di cui prenderci cura ora” allora di quel taglio dobbiamo vergognarci. Sono tutti stereotipi che non fanno che farci del male e farlo a chi si dovrà sottoporre a questa pratica.

La cicatrice, che terminato l'effetto dell'anestesia, si fa molto dolorosa, deve essere trattata e non bastano le prime medicazioni che fa il medico. Di questo nessuno parla, le mamme sono costrette a muoversi da sole, in poche sanno che visite dall’osteopata possono evitare, con massaggi delicati, che la cicatrice si attacchi ai tessuti sottostanti. La ferita si rimargina dopo una decina di giorni dall’intervento ma il consolidamento dei tessuti può arrivare a richiedere dalle 4 alle 6 settimane.

La bellezza di mostrare una cicatrice che profuma di vita

Sotto il post di Bianca Atzei una mamma ha commentato che la cicatrice del parto cesareo profuma di vita, ed è vero. Mostrarla serve a sensibilizzare sull’argomento, abbattere i tabù, parlare di una modalità di parto che come tutte le altre serve a dare la vita. Chissà mai che mostrandola una futura mamma spaventata da quell’intervento che dovrà subire per vedere il suo bimbo, non decida di parlarci e venga così rassicurata da noi.

Bianca non è stata la prima a mostrare la bellezza del suo corpo dopo la nascita del suo bambino: nel 2022, la modella statunitense Kelly Hughes, posò per una rivista di bikini sportivi, mettendo in mostra il suo corpo segnato dalla gravidanza, con lo slip del costume un po’ abbassato per rendere ancora più visibile la cicatrice del suo parto cesareo.

Parto cesareo

Tante sono le mamme che sui social postano foto del loro ventre e si supportano vicendevolmente, consapevoli di quello che una cicatrice è. Il simbolo di un dolore superato, rimarginato e che rimarrà per sempre l’emblema visibile del momento più difficoltoso e allo stesso tempo meraviglioso della vita: la nascita di nostro figlio. La presenza del piccolo nelle nostre vite ci segna per sempre, tanto quanto quella cicatrice che non abbiamo dunque motivo di nascondere, ma della quale andare fiere, sempre.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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