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10 Marzo 2023
16:00

La Francia vuole dare un giro di vite a minori sui social e genitori influencer

Nelle ultime settimane il parlamento il francese ha discusso della possibilità di vietare i social agli Under 15 e limitare la condivisione delle immagini dei figli da parte dei genitori. Qualora le due proposte passassero, sarebbe una piccola rivoluzione di cui l'Europa dovrà tenere conto.

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La Francia vuole dare un giro di vite a minori sui social e genitori influencer
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La Francia di Macron scende à la guerre contro l'uso improprio dei social da parte dei minori.

Dopo settimane di voci e rumors infatti, nel giro di pochi giorno l'Assemblea Nazionale è stata teatro di due proposte che potrebbero comportare una piccola rivoluzione nel mondo digitale, restringendo di molto le possibilità di accesso ai social network da parte dei minori di 15 anni e mettendo un serio freno alla pubblicazione d'immagini e video dei figli minorenni da parte dei genitori.

Niente social sotto i 15 anni

La prima proposta è stata avanzata all’Assemblée nationale lo scorso 2 marzo dal deputato Laurent Marcangeli – gruppo parlamentare centrista Horizons et apparentés – e riguarda proprio l'innalzamento dell'età legale minima per l'iscrizione ai social network: sotto i 15 anni, propone Marcangeli, niente Facebook, niente Instagram e, soprattutto, niente Tik Tok, social di contenuti video popolarissimo tra i giovanissimi e già al centro di parecchie controversie per questioni legate alla gestione dei dati da parte della proprietà cinese.

La proposta di legge è dettata dalla troppa incertezza in materia di verifica dei dati anagrafici degli utenti da parte delle grandi aziende digitali

Non solo: per evitare aggiramenti delle regole (come accaduto fino ad ora), i gestori delle piattaforme dovranno anche dotarsi di strumenti di verifica certificati dalle autorità per accertare in modo efficiente ma sicuro i dati anagrafici dei propri utenti, pena il pagamento di multe molto salate.

Secondo i promotori, una simile restrizione delle maglie appare necessaria in quanto l'attuale legge non sembra fissare una soglia d'accesso ben definita. La stessa Unione Europea nel 2016 aveva fissato lo sbarramento ai minori di 16 anni, lasciando però la possibilità ai singoli Paesi di regolare la tolleranza in base alle singole politiche, a patto che non si scendesse sotto i 13 anni.

In Italia, ad esempio, il divieto social riguarda solo gli Under 14 e non è un caso che l'iniziativa del parlamento francese sia stata accolta con entusiasmo anche dal nostro Garante per l'infanzia e l'adolescenza, che anzi ha rilanciato, auspicando un intervento del Legislatore italiano per fissare a 16 anni d'età il tetto minimo per poter iniziare a gestire una pagina social.

Stop alle foto dei minori sui profili dei genitori

Pochi giorni dopo la proposta di Marcangeli, è stato il turno di Bruno Studer, deputato di Renaissance (lo stesso partito del Presidente Emmanuel Macron), per sferrare un ulteriore gancio alle cattive abitudini del Web dai banchi dell'Assemblée nationale. L'obiettivo, questa volta, è stato il cosiddetto sharenting, ossia la diffusione a mezzo social delle immagini dei figli (minorenni) da parte di mamme e papà a caccia di like.

Si tratta di un'abitudine sempre più comune, che però può nascondere delle insidie di cui non sempre siamo pienamente consapevoli.

Anche postare in piena buona fede la foto della propria figlioletta in costume al mare con tutta la famiglia, ad esempio, può diventare un pericolo per la sicurezza e la dignità della piccola. Un malintenzionato potrebbe appropriarsi dell'immagine per diffonderla con scopi inappropriati o usarla per identificare il luogo dello scatto. Casi limite, potrebbe obiettare qualcuno, ma rimangono comunque eventualità di cui tenere conto nel quadro di tutela del minore.

Senza parlare poi di quando lo sharenting si trasforma in una vera e propria forma di guadagno per i genitori (gli ormai famosi genitori influencer) a discapito della privacy di un minore che, spesso, è del tutto inconsapevole della propria esposizione mediatica.

Da qui il progetto di legge di Studer, già approvato all'unanimità dall'Assemblea, per limitare la possibilità di condivisione di video e immagini, garantendo ai minori il diritto alla loro immagine. Ciò significa che in caso di post controversi, contestati dagli stessi figli o dall'altro genitore, un giudice potrebbe decidere di togliere la responsabilità genitoriale alla mamma o al papà in questione sui diritti d'immagine dei bambini coinvolti.

Cosa accadrà dunque alle mamme e ai papà influencer d'Oltralpe? L'Europa osserva e segue con attenzione, poiché un simile cambiamento potrebbe rapidamente estendersi a macchia d'olio su tutto il territorio UE.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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