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8 Aprile 2024
12:00

Le famiglie italiane non riescono più a risparmiare

Secondo l'ISTAT nel 2023 la capacità di risparmio delle famiglia ha toccato il minimo storico nonostante una complessiva crescita del reddito: inflazione e aumento esorbitante delle imposte tra i principali responsabili del crollo del potere d'acquisto.

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Le famiglie italiane non riescono più a risparmiare
Le famiglie italiane non riescono più a risparmiare

Le famiglie italiane guadagnano di più ma risparmiano sempre meno, soffocate da una pressione fiscale in costante crescita e da un costo della vita galoppante. Può essere questo il riassunto dell'ultimo documento sui «Conti economici nazionali per settore istituzionale» pubblicato lo scorso 5 aprile dall'ISTAT.

Secondo i dati riportati, infatti, l'aumento delle imposte correnti ha finito per sottrarre circa 118,8 miliardi di euro dalle tasche degli italiani, con un conseguente calo della propensione al risparmio (6,3% contro il 7,8 del 2022), che nel 2023 ha toccato i minimi storici dal 1995 (primo anno del periodo analizzato), peggio anche del 2012 "nero" in cui le manovre finanziarie anti-spread portarono il dato in questione ad abbassarsi al 6,5%, una riduzione che all'epoca destò parecchio clamore.

Leggendo le statistiche, questo quadro potrebbe restituire quasi piccolo paradosso, anche perché i redditi primari delle famiglie – pur rimanendo inferiori a realtà come quelle tedesche o francesi – sono aumentati del 5,6%.

«Nel 2023 il reddito primario delle famiglie è aumentato di 75,2 miliardi di euro (+5,6%) – scrive l'ISTAT – con un apporto positivo generato dai redditi da lavoro dipendente (+35,7 miliardi di euro, +4,5%), dai redditi derivanti dall’attività imprenditoriale (+18,6 miliardi di euro, +5,4%), dai redditi imputati per l’utilizzo delle abitazioni di proprietà (+10,2 miliardi di euro, +6,7%) e dai redditi da capitale finanziario (+10,7 miliardi di euro, +17,6%)».

Ma allora perché si fa così tanta fatica a mettere qualche soldo da parte?

Secondo lo studio, i principali responsabili sono da ricercare nella continua crescita dell'Irpef (+10,2%) e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (+23,0%), due elementi che hanno portato le imposte correnti a carico delle famiglie italiane ad un'innalzamento oltre 24,6 miliardi rispetto al 2022 (+10,7%).

A ciò si deve poi aggiungere l'incremento della spesa per i consumi, che nel 2023 ha portato le famiglie a spendere 74,6 miliardi di euro in più, riducendo il potere d'acquisto generale dello 0,5% rispetto al trimestre precedente anche se, come hanno fatto notare gli stessi autori della ricerca, il trend ha perlomeno smesso di peggiorare ulteriormente, come invece era accaduto nei trimestri precedenti.

Insomma, i lavoratori producono sì più reddito, ma le imposte e il caro-vita finiscono per "mangiarsi" tutto il guadagno, impedendo alle famiglie di accantonare o investire risorse per il futuro. Un problema non da poco, soprattutto in un Paese che da anni s'interroga sui motivi e le eventuali soluzioni per il drastico crollo delle nascite.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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