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25 Gennaio 2024
14:00

Le scuole italiane cadono a pezzi: una su 3 richiede interventi urgenti e il 96% al Sud non offre il pre-scuola

Il quadro che emerge dall'ultima indagine di Legambiente sullo stato degli edifici scolastici e sulla qualità dei servizi offerti agli studenti e alle famiglie è allarmante. La metà degli edifici scolastici sono sprovvisti del certificato di agibilità e in Italia il 50% delle scuole non ha una palestra. Al Sud il servizio di pre e/o dopo scuola è offerto nel 3,9% degli istituti, mentre l'80% non prevede il servizio scuolabus.

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Le scuole italiane cadono a pezzi: una su 3 richiede interventi urgenti e il 96% al Sud non offre il pre-scuola
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In Italia la metà degli edifici scolastici sono sprovvisti del certificato di agibilità, mentre al Sud appena il 3,4% delle scuole offre il servizio di pre e post scuola. Sono i risultati allarmanti emersi nell’ultima indagine di Legambiente, che denuncia un «ritardo cronico» nella riqualificazione delle scuole del Belpaese, oltre che nell’offerta di servizi scolastici, quali tempo pieno, palestre, mense, asili nido. Rimangono profondi i divari a livello regionale: al Sud, nelle Isole e al Centro una scuola su due richiede interventi urgenti, contro il 21,2% degli istituti del Nord. Nonostante lo stanziamento dei fondi del PNRR destinati all’edilizia scolastica, più del 40% degli interventi è bloccato alla fase iniziale del progetto.

La ricerca annuale “Ecosistema Scuola” di Legambiente ha raccolto tramite questionario i dati di 95 Comuni capoluogo di provincia, su un totale di 110 esistenti in Italia. L’indagine, che ha coinvolto 6.343 edifici scolastici frequentati da oltre 1,2 milioni di studenti, restituisce un quadro nazionale stagnante a livello scolastico per quanto riguarda sicurezza degli edifici, transizione ecologica e servizi per gli alunni e le famiglie, a eccezione di specifici esempi virtuosi.

Per quanto riguarda la sicurezza degli edifici, il 50% non dispone del certificato di agibilità (52,9%), di collaudo statico (49,5) e di prevenzione incendi (51,6%). I numeri peggiorano al Sud e nelle Isole, e preoccupano particolarmente nel caso delle aree del Paese a rischio terremoti: nel 52,1% delle scuole che sorgono nelle zone sismiche 1 e 2 non è stata effettuata la verifica di vulnerabilità, nonostante sia obbligatoria per legge. Negli ultimi cinque anni i lavori di manutenzione nelle scuole sono stati pochi: sono state eseguite valutazioni dei solai in appena il 30,5% delle scuole, benché il crollo degli edifici rappresenti il maggiore fattore di rischio e incidenti nelle scuole.

I servizi offerti dalle scuole agli studenti e alle famiglie sono a volte assenti o inadeguati. La metà delle scuole non ha una palestra o un impianto sportivo, quasi l’80% degli istituti non prevede il servizio di scuolabus (il 10% in meno rispetto al 2012) e appena il 4,1% offre servizi di pedibus e bicibus.

Gli edifici che propongono il servizio di pre e/o post scuola risultano sotto al 20%, con divari spropositati all’interno del Paese: il 29,5% delle scuole al Nord lo prevede, contro il 13,7% del Centro, il 3,9% del Sud. Nelle Isole addirittura nessuna amministrazione risulta finanziare e attivare il servizio.

Le mense sono presenti nell’87,3% degli istituti scolastici del Nord, contro il 45,6% delle Isole. Disuguaglianze che probabilmente rischierebbero di accentuarsi con l’approvazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, di cui sta discutendo il Governo negli ultimi giorni.

Sotto il fronte della transizione ecologica per rendere le scuole più sostenibili e innovative la situazione non è più rosea. Quelle costruite secondo i principi della bioedilizia rappresentano appena l’1,3% del totale, mentre solo il 12,7% ha realizzato di interventi di efficientemente energetico (nonostante il 73% si trovi in classe E, F, G). Come già precisato, il servizio di trasporto collettivo riguarda solo il 20,8% delle scuole per gli scuolabus e il 10,2% per le linee scolastiche, eppure incentivarlo aiuterebbe a migliorare la congestione delle città. Una nota positiva di stampo ecologico arriva dalle mense, dove è aumentato il numero di pasti biologici (64,6%) e nella metà si utilizza acqua del rubinetto.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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