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11 Giugno 2023
12:30

L’educazione dei figli non deve per forza essere eteronormata

Dire addio a frasi come "Ce l'hai la fidanzatina" non significa essere pedanti paladini del politicamente corretto (come se fosse qualcosa di sbagliato). Vuol dire rispettare la natura dei propri figli, che crescendo non si sentiranno inadeguati.

A cura di Sara Polotti
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L’educazione dei figli non deve per forza essere eteronormata
eteronormatività

"Allora, ce l'hai il fidanzatino?".

"Chissà quante ragazze ti corrono dietro".

"Se ti tratta male è perché gli piaci".

"Mia figlia? Fino a 30 anni non la farò uscire di casa".

Oltre a perpetuare comportamenti relazionali tossici e irrispettosi, queste frasi sono piene di cliché. Basta farci caso: quando le si rivolge a bambini e bambine, nella maggior parte dei casi si riferiscono solo a relazioni potenzialmente eterosessuali.

Si dà per scontato che bimbe e bimbi siano fin da piccolissimi attratti sentimentalmente dal genere opposto al loro.

Il pericolo? Che l'omosessualità (così come altre attrazioni diverse da quelle eterosessuali) venga poi vissuta come una colpa, un tabù o un errore. Anche nelle famiglie più aperte.

Crescere ed educare i propri figli non deve però per forza passare da questa eteronormatività. Basta un po' di sensibilità in più per cambiare il mondo.

Cos'è l'eternormatività

Come spiegano anche sul Portale Nazionale LGBT, l'eteronormatività è:

L’insieme di pratiche e istituzioni che legittimano e privilegiano una particolare forma di eterosessualità caratterizzata da monogamia, convivenza tesa al matrimonio, riproduzione come finalità del legame, struttura familiare nucleare, perfetta sovrapposizione tra le componenti dell’identità sessuale.

In parole più semplici, si tratta della tendenza a dare per scontati l'eterosessualità e il classico binarismo di genere, escludendo (consciamente o per leggerezza) tutte le altre situazioni.

Accade in molti aspetti della vita, ma ancora di più nell'educazione dei bambini, che fin da piccoli si trovano ad ascoltare frasi che danno per certa la loro eterosessualità o il loro genere, spesso in maniera estremamente stereotipata.

Superare gli stereotipi di genere e attrazione

L'educazione tradizionale spesso si basa quindi su ruoli di genere rigidi, che promuovono l'idea che i maschi debbano essere forti, assertivi, virili e interessati a determinati ambiti, mentre le femmine debbano essere dolci, sensibili e votate alla cura dell'altro.

Questi stereotipi eteronormati possono limitare l'autenticità e l'autonomia dei bambini LGBTQ+ e influenzare la loro autostima. Un'educazione che superi questi stereotipi di genere permette ai bambini di esplorare liberamente le loro passioni, senza restrizioni basate su norme predefinite.

Inclusione e rispetto

Un'educazione che promuova l'inclusione e il rispetto per la diversità sessuale è oggigiorno quanto mai consigliata, anche come semplice segno di rispetto verso i propri figli e le proprie figlie, la cui natura va supportata.

Ciò significa insegnare ai bambini e alle bambine – fin da piccolissimi e attraverso le frasi quotidiane – che l'amore e le relazioni possono assumere forme diverse e che tutte queste forme sono valide.

I genitori possono introdurre libri, film e programmi televisivi che presentino personaggi LGBTQ+ in maniera naturale (positiva o negativa), offrendo così dei modelli di riferimento inclusivi. Vedersi rappresentati su uno schermo (sia dal punto di vista fisico che attitudinale) è estremamente importante per tutti, e soprattutto nel periodo della crescita.

Dopodiché, è importante incoraggiare la comunicazione aperta e rispettosa all'interno della famiglia, creando un ambiente sicuro in cui i bambini possano esprimere liberamente le proprie domande e preoccupazioni.

Cambiare il linguaggio

Fondamentale per un'educazione che non sia più eteronormata è il linguaggio quotidiano. Genitori (ma non solo) che vogliano essere più rispettosi e inclusivi possono semplicemente fare attenzione alle proprie parole, cambiando quelle che danno per scontati certi aspetti della vita.

Qualche esempio?

  • Al posto di: "Ce l'hai un fidanzato/fidanzata?" si può chiedere se c'è una persona che piace più di altre.
  • Invece di dire: "Chissà che ragazza sposerai…", basta cambiare le parole: "Chissà che persona amerai quando sarai grande", oppure "Chissà con che ragazzo o ragazza starai bene quando crescerai".
  • Al posto di leggere solo fiabe che promuovono l'amore etero, si possono scegliere favole e libri che parlino di coppie di ogni genere e tipologia.
  • Al posto di regalare unicorni alle bambine e palloni da calcio ai bambini, si può chiedere quale sia realmente il giocattolo dei desideri (prendendo l'iniziativa nel caso di una sorpresa, donando cassette degli attrezzi, cucine giocattolo, bambole e macchinine a prescindere dal genere).
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