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25 Marzo 2024
18:00

Ludopatia giovanile: cos’è, quanto è diffusa e quali sono i segnali d’allarme

La ludopatia è un disturbo da gioco d'azzardo che, se non trattata adeguatamente, può facilmente degenerare in una dipendenza incontrollabile. In Italia sono sempre di più i ragazzi e le ragazze, stimolati da giochi a premi virtuali e prodotti che ne solleticano gli impulsi e l'inconscio desiderio di auto-affermazione.

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Ludopatia giovanile: cos’è, quanto è diffusa e quali sono i segnali d’allarme
Ludopatia giovanile
Ludopatia giovanile

La ludopatia è un vero e proprio disturbo psicologico caratterizzato da un impulso incontrollabile a giocare d'azzardo, indipendentemente delle  conseguenze negative che questo comportamento potrebbe comportare.

Un tempo questo problema riguardava prevalentemente gli adulti, ma negli ultimi tempi la ludopatia giovanile è diventata un fenomeno sempre più diffuso. Si calcola che nel 2023 quasi 4 ragazzi su 10 tra i 14 e i 19 anni hanno giocato d’azzardo. La maggior parte di loro, il 64%, lo ha fatto online, dallo smartphone o dal computer.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza infatti, i bambini di oggi iniziano a giocare online fin da piccolissimi, collezionando premi virtuali in videogiochi che affiancano una componente puramente ludica ad una maggiormente rivolta al “brivido” della vincita dettata dalla sorte. Non di rado queste sezioni richiedono denaro vero che i più piccoli sottraggono dalle carte di credito dei genitori.

Naturalmente ciò rappresenta un serio problema, perché, così facendo, si abituano al brivido del "gioco-vincita", un meccanismo che può portare a seri problemi di dipendenza e, nell’immediato, ad un inatteso colpo economico per la famiglia, come nel caso della signora Gong Yiwang, una madre che ha scoperto come sua figlia di 13 anni ha prosciugato i risparmi di una vita, 64.000 dollari, in acquisti in-app su giochi per cellulare.

Un fenomeno diffuso

Per capire meglio come i videogiochi possano influenzare il gioco d'azzardo, alcuni ricercatori hanno esaminato i video di giocatori di 22 videogiochi popolari, tutti classificati come adatti a minori di 17 anni.

La loro scoperta è stata inquietante: quasi la metà di questi giochi includeva elementi simili al gioco d'azzardo. Un esempio sono le "loot box", scatole a sorpresa che i giocatori possono comprare e che contengono oggetti utili nel gioco, che possono essere poi venduti o scambiati anche per denaro reale.

Non solo, molti giochi gratuiti includono forme di gioco d'azzardo simulate, come le slot machine, che possono sembrare innocue, ma in realtà abituano i giovani al gioco d'azzardo in modo subdolo, aumentando il rischio di dipendenza.

Un vizio che muove l'economia

Il gioco d'azzardo è una pratica antichissima, radicata nella storia dell'umanità. Si ritiene che le sue origini risalgano a pratiche divinatorie e propiziatorie, attraverso le quali gli uomini cercavano di prevedere il futuro o di interpretare le volontà degli dei, che si sono poi trasformate in scommesse basate sull'esito di lanci casuali.

La parola "azzardo" stessa ha origini affascinanti: deriva dall'arabo az-zahr e significa "dado". Non è un caso che uno dei primi giochi d'azzardo fosse proprio basato sull'uso dei dadi.

Oltre a essere un modo per trascorrere il tempo libero, il gioco d’azzardo è un gigante economico che ogni anno muove oltre 100 miliardi di euro, solo in Italia.

Questo settore è in continua espansione, spinto dalle nuove tecnologie che rendono il gioco sempre più coinvolgente e facilmente accessibile, persino per i più giovani.

Purtroppo, la dipendenza dal gioco d'azzardo tra i giovani è un problema che non riceve l'attenzione che merita, perché spesso gli adulti, genitori inclusi, non si rendono conto dei rischi associati a questi "giochi innocenti”.

Ludopatia e gioco d’azzardo patologico: le differenze

Per comprendere bene il problema è necessario comprendere la distinzione tra quella che viene definita ludopatia e il gioco d’azzardo perpetrato secondo una condotta patologica

Alcune persone possono avere problemi legati al gioco, ma sono ancora in grado di controllare quando e quanto giocare. Questo è il caso della ludopatia.

Poi c'è una situazione ancora più grave, chiamata gioco d'azzardo patologico, che si dà quando il gioco diventa una vera e propria dipendenza, simile a quella che si può avere per le droghe o l’alcool

Chi soffre di G.A.P. purtroppo non riesce a fermarsi, anche se il gioco sta causando danni enormi alla sua vita.

Ludopatia giovanile e dipendenza: le possibili cause

Tanti giovani si avvicinano al gioco d'azzardo perché vedono i loro familiari giocare, altri iniziano semplicemente perché lo fanno i loro amici, mentre altri ancora cercano una grande vincita o un modo per rilassarsi e divertirsi.

Per fortuna, il numero di giovani che inizia a giocare d'azzardo è in calo, ma quelli che continuano a giocare lo fanno sempre più spesso. Infatti il 14% dei ragazzi gioca regolarmente, almeno una volta a settimana, e le scommesse sportive sono le attività più popolari.

Questo aspetto non va sottovalutato, perché chi scommette regolarmente ha maggiori probabilità di sviluppare problemi di gioco e di salute mentale. Un'indagine del Centro studi sul gioco d'azzardo del New Jersey ha persino rivelato che molti scommettitori sportivi hanno pensato o tentato il suicidio.

Secondo Lia Nower, una ricercatrice del settore, ci sono principalmente tre percorsi verso la dipendenza dal gioco: c'è chi gioca abitualmente alla ricerca della grande vincita, chi usa il gioco come fuga da stress, depressione e ansia, e chi ha una personalità impulsiva o antisociale che lo porta a cercare il brivido del rischio, sia nel gioco sia nell'abuso di sostanze.

Perché giocare è così seducente?

Il gioco d'azzardo può essere particolarmente coinvolgente perché si basa su un sistema di rinforzo intermittente: non si vince ogni volta, quindi si continua a giocare nella speranza di ottenere la ricompensa desiderata, che sia un premio in denaro o semplicemente l'eccitazione del gioco stesso.

Per capire perché solo alcune persone sviluppano una dipendenza, alcuni scienziati hanno studiato il nostro cervello e hanno scoperto che il gioco patologico è legato a differenze in certe aree del cervello, come lo striato e la corteccia prefrontale. Perché proprio lì? Queste zone sono cruciali per la gestione delle ricompense, delle emozioni e dello stress, e influenzano i comportamenti impulsivi legati al gioco d'azzardo.

I giovani poi sono particolarmente vulnerabili al gioco d'azzardo problematico perché la corteccia prefrontale del cervello, che controlla l'impulsività e il processo decisionale, si sviluppa completamente in età più avanzata, specialmente nei ragazzi.

Inoltre, ricerche sui gemelli indicano che anche la genetica fa la sua parte, per cui alcune persone potrebbero essere naturalmente più inclini al gioco patologico.

Anche alcuni tratti di personalità come l'impulsività, la ricerca di emozioni forti e l'iperattività, unite ad altri problemi come il basso rendimento scolastico e la tendenza a coinvolgersi in comportamenti a rischio, possono contribuire a un comportamento di gioco d'azzardo problematico.

Un altro elemento da considerare è la cosiddetta deprivazione relativa: la percezione di avere meno risorse economiche rispetto agli altri.

Uno studio su oltre 19.000 studenti italiani ha rivelato che i giovani che hanno i mezzi per giocare ma si sentono economicamente inferiori ai loro coetanei mostrano più sintomi di gioco d'azzardo patologico. Questi sintomi sono più marcati nei ragazzi, negli adolescenti più grandi e negli immigrati di prima generazione.

Non possiamo ignorare neanche l'effetto della pubblicità, che spesso dipinge il gioco d'azzardo come un'attività attraente e divertente, promuovendo un atteggiamento positivo verso di esso.

Il gioco d'azzardo patologico non è un gioco, ma una dipendenza complessa e sfuggente, che si può nascondere con facilità. Infatti, oltre il 90% delle persone con problemi di gioco non cerca aiuto.

Come gestire il problema

Cosa possono fare dunque i genitori per evitare che i propri figli finiscano nella trappola del gioco.

Nella letteratura scientifica si trovano numerosi interventi educativi mirati a incrementare la consapevolezza e a correggere le false credenze riguardanti il gioco d’azzardo. Tuttavia, non è chiaro se simili azioni siano veramente efficaci nel ridurre il gioco d'azzardo problematico tra i giovani, specialmente a lungo termine.

La maggior parte di questi programmi si focalizza sull'educazione matematica e statistica, puntando a sfatare miti e false convinzioni sul gioco d'azzardo. Un tale approccio può illustrare, ad esempio, come la "fallacia dello scommettitore", cioè la credenza errata che eventi passati influenzino gli esiti futuri di attività governate dal caso, portino a decisioni di gioco irrazionali. Si tratta di un errore logico che da sempre porta i giocatori del Lotto a puntare sui famosi numeri ritardatari.

Secondo il Centro di eccellenza del Maryland sul gioco d'azzardo poi, i genitori possono adottare alcuni accorgimenti, come:

  • discutere con i figli dei rischi associati al gioco d’azzardo
  • dare il buon esempio astenendosi dal giocare
  • spiegare perché il gioco d'azzardo è più rischioso per gli adolescenti rispetto agli adulti
  • illustrare la differenza tra un gioco responsabile e uno pericoloso.

È anche importante stabilire regole chiare riguardo al gioco e monitorare attentamente il comportamento dei nostri figli, perché i problemi legati al gioco d'azzardo nei ragazzi non sono sempre immediatamente riconoscibili.

Tuttavia, esistono alcuni campanelli d'allarme che possono indicare un problema in crescita: un interesse eccessivo per il gioco d'azzardo, problemi e assenze ingiustificate a scuola, cambiamenti di umore, richieste frequenti e inspiegabili di denaro, la scomparsa di soldi o oggetti di valore in casa, il possesso di grandi quantità di denaro, l'acquisto di oggetti nuovi e le nuove amicizie sospette.

Laurea in Criminologia in tasca, mi lascio affascinare dal potere dei numeri di svelare i segreti della realtà e intraprendo un nuovo viaggio con un Master in Metodologia delle Scienze Sociali. Mi occupo di ricerca e divulgazione presso un Centro specializzato in problemi di sviluppo e linguaggio. La mia essenza? Madre appassionata, multipotenziale, esploratrice nell'anima e devota della tecnologia.
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