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3 Aprile 2024
18:00

Nata da madre surrogata, oggi combatte contro la GPA: chi è Olivia Maurel, l’attivista invitata a Roma

Olivia Maurel, 32 anni, è un'attivista che lotta contro la Gestazione Per Altri, pratica con cui è venuta al mondo. Sarà uno degli ospiti della Conferenza internazionale per l’abolizione della maternità surrogata, in programma a Roma venerdì 5 e sabato 6 aprile. Ma qual è la sua storia?

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Nata da madre surrogata, oggi combatte contro la GPA: chi è Olivia Maurel, l’attivista invitata a Roma
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Olivia Maurel ha 32 anni e vive a Cannes, nel sud della Francia, con il marito e i tre figli piccoli. La sua vita è cambiata radicalmente quando in età adulta ha scoperto di essere stata concepita tramite maternità surrogata, di avere dei familiari in giro per gli Stati Uniti e che quella che chiamava “mamma” non era in realtà la sua madre biologica. Da allora, Maurel lotta contro la Gestazione Per Altri (GPA) pubblicando video di denuncia di quello che chiama un «mercato globale multimilionario» (il suo canale TikTok ha oltre 45.000 follower) e raccontando la sua storia personale di sofferenza a convegni e incontri. Non stupisce quindi che la 32enne sia uno degli ospiti attesi alla Conferenza internazionale per l’abolizione della maternità surrogata, in programma all’Università Lumsa di Roma venerdì 5 e sabato 6 aprile. Il suo arrivo nella capitale è previsto già prima del weekend: secondo quanto riporta il giornale online Luce, Maurel giovedì 4 aprile incontrerà Papa Francesco per portare in Vaticano la sua testimonianza contro la GPA, la pratica per mezzo della quale è venuta al mondo.

L’invito in Vaticano arriva dopo la richiesta della 32enne, che poco prima di gennaio aveva spedito una lettera a Bergoglio. «Sono convinta che potresti capirmi – si legge nel messaggio di Maurel al Papa – e condividere il disagio e l'ingiustizia che ho subito, perché conosco il tuo impegno contro le "nuove forme di schiavitù", la tua critica alla "globalizzazione dell'indifferenza" e alla "cultura dello scarto" di cui la maternità surrogata è una manifestazione, oltre che una minaccia per la famiglia». In effetti il Papa in più occasioni si è dichiarato contrario alla maternità surrogata, chiedendone un divieto universale.

Ma qual è la storia di Olivia Maurel, e per quale motivo oggi combatte contro la GPA, erroneamente  (e dispregiativamente) soprannominata “utero in affitto”? E perché la sua testimonianza rischia di essere strumentalizzata dalla politica e di diventare l’asso nella manica di partiti e organizzazioni contrari alla Gestazione Per Altri?

Nata nel 1991 a Louisville, in Kentucky, negli Stati Uniti, Maurel è cresciuta in Francia in una famiglia benestante. L’incongruenza geografica – i suoi genitori non erano americani e la sua famiglia non viveva stabilmente Oltreoceano – non l’aveva mai convinta, tuttavia è solo all’alba dei 30 anni che Maurel, già madre, effettua un test del DNA per sciogliere i dubbi sulle sue origini accumulati negli anni. Scopre che a Louisville esiste un noto centro per la maternità surrogata (che in Francia, come in Italia, è invece illegale) e che era venuta al mondo tramite Gestazione Per Altri. La mancata somiglianza fisica con sua madre, che per anni l’aveva turbata, trovò finalmente una spiegazione: nel concepimento erano stati utilizzati lo sperma di suo padre e gli ovuli di una madre surrogata.

A quel punto, Maurel riconduce i suoi traumi e le difficoltà vissute durante l’infanzia, l’adolescenza e la giovane età adulta, segnata da alcolismo, depressione e tentativi di suicidio, al rapporto distaccato e freddo con i genitori, che per anni le avevano taciuto la verità.

«Troppo spesso dimentichiamo le persone che sono state colpite dalla surrogata. Persone che non hanno mai dato il loro consenso – ha dichiarato Maurel in un intervento al Parlamento della Repubblica Ceca, a Praga, diventato virale in rete – Sono i bambini nati da surrogata, strappati dalle madri alla nascita per essere venduti a sconosciuti, come macchine da ordinare in fabbrica. Bambini considerati oggetti volgari e prodotti. Come me: creata, venduta, comprata».

Maurel sostiene di aver ereditato dalla madre biologica il disturbo bipolare di cui soffre, e dopo la scoperta della verità sulla sua nascita si è allontanata dai genitori. In un articolo al Daily Mail ha spiegato: «[i miei genitori] hanno pagato un sacco di soldi per avermi (la maternità surrogata commerciale può arrivare a somme a sei cifre) mi avevano cresciuto e sentivo ancora una lealtà nei loro confronti. Speravo che conoscere tutto mi avrebbe portato a una conclusione. Invece, sentire la verità mi ha fatto sprofondare nella depressione e sono stata costretta di nuovo a cercare aiuto psicologico».

Le idee di Maurel sulla GPA sono in linea con quelle del Governo guidato da Giorgia Meloni. Non a caso alla Conferenza di Roma è previsto l’intervento della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, notoriamente contraria alla maternità surrogata e per la quale «i corpi delle donne non si affittano e i bimbi non si comprano». Nel febbraio 2023 Fratelli d’Italia aveva presentato una legge, passata a luglio alla Camera e oggi in attesa di approvazione in Senato, per rendere la Gestazione Per Altri (già illegale in Italia) un reato universale, quindi perseguibile anche se commesso all’estero. Insomma, la GPA in Italia continua a rappresentare una delle minacce più temibili per la maggioranza conservatrice.

Maurel però ha dichiarato di essere consapevole che la sua testimonianza è personale e non rappresentativa di tutti i bambini nati tramite GPA.

Anche perché, al di là dei vissuti individuali, non esiste un’unica tipologia di Gestazione Per Altri.

Quella a cui sono ricorsi i genitori di Maurel è la maternità surrogata tradizionale, che prevede l’utilizzo degli ovuli della madre surrogata (con cui la 32enne è di conseguenza biologicamente imparentata). Si tratta di una pratica che oggi è ritenuta “vecchia” ed è vietata in gran parte degli Stati Uniti e del mondo. Diversa e attualmente più praticata è invece la maternità surrogata gestazionale, in cui la gestante mette a disposizione il suo utero, non i suoi ovuli, e porta avanti per terzi la gravidanza, senza apportare materiale genetico al feto.

La seconda viene preferita alla prima anche perché riduce il rischio di un’ipotetica difficoltà sul piano emotivo. «Sebbene la maternità surrogata tradizionale preveda una procedura meno complessa – spiega un’agenzia internazionale di San Diego che si occupa di Gestazione Per Altri – dal punto di vista emotivo può essere molto complicata. Per questo motivo, la maternità surrogata tradizionale non è un’opzione molto comune al giorno d’oggi».

«Forse qualcun altro nato tramite maternità surrogata l’ha vissuto bene – ha affermato Maurel –, e questo è bello da sentire. Ma io l’ho vissuta davvero male».

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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