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12 Marzo 2023
11:00

Quando arriva la montata lattea e perché non bisogna farsi prendere dall’ansia

Dopo il parto, l'attesa del latte può essere molto stressante per la mamma. La montata lattea si verifica, generalmente, a tre giorni dalla nascita del bambino, ma potrebbe anche tardare. Non bisogna disperare: il segreto sta nell'attaccare con frequenza il proprio piccolo.

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Quando arriva la montata lattea e perché non bisogna farsi prendere dall’ansia
Alimentazione in allattamento

La montata lattea definisce l’arrivo del latte materno dopo la nascita del bambino. È un evento che si verifica solitamente qualche giorno dopo il parto.

L’attesa è molto frustrante per la mamma, ma non c’è nulla che possa realmente anticipare la montata lattea, se non attaccare il bimbo affinché stimoli il seno. E ciò significa trovare la forza e la pazienza di accudire un bambino che probabilmente richiederà frequentemente le poppate, ma anche non lasciarsi sopraffare dalla paura di non riuscire ad allattare. Il latte arriverà, ha però bisogno dei suoi tempi.

Che cos'è la montata lattea e quando arriva

La montata lattea è il passaggio dalla produzione di colostro, il primissimo alimento che produce il seno, a quella di latte materno. Spesso, questo passaggio richiede alcuni giorni (di solito 3 o 4) ed è caratterizzato da un’evoluzione che rispetta dei tempi fisiologici. Il colostro, infatti, prima si trasforma in latte di transizione e poi in latte maturo, attraverso un processo che dura più settimane.

Il cambiamento riguarda il colore, la funzione e la composizione e avviene rispettando le esigenze del neonato. Il corpo della mamma è infatti molto intelligente, perché produce ciò di cui il bimbo ha realmente bisogno, in quantità ma anche in termini di sostanze nutritive.

La montata lattea si verifica in genere dopo la terza giornata dal parto

Come si riconosce la montata lattea? Non si manifesta sempre con sintomi ben definiti, però potrebbe verificarsi prima di tutto un aumento improvviso del latte, ovviamente stimolato dalla suzione del bimbo e dai cambianti ormonali. La mamma poi noterà una modifica anche del latte: il colostro è denso e tende al giallo, assomiglia un po’ al miele, il latte sarà più diluito e ovviamente prenderà una sfumatura più bianca.

Altri sintomi dell'arrivo della montata lattea sono:

  • tensione mammaria
  • aumento del volume del seno
  • aumento (lieve) della temperatura corporea
  • sensazione di pesantezza in alcune zone del seno
latte materno

Come stimolare la montata lattea

La montata lattea non arriva a comando e, purtroppo, non esiste una tecnica che permetta alle mamme di produrre latte al bisogno. Esistono, però, una serie di consigli utili che aiutano la stimolazione del seno:

  • Attaccare il neonato con frequenza: anche se non abbiamo latte, il bambino potrà prendere il colostro e soprattutto attraverso la suzione stimolerà il seno alla produzione
  • Riposare quanto più possibile: può sembrare quasi impossibile a una mamma che ha appena partorito poter dormire, ma si può fare, assecondando gli orari del bambino
  • Bere molto: assumere liquidi è fondamentale. Si consiglia, oltre a bere, di seguire una dieta che sia ricca di frutta e verdura e magari di zuppe e brodi
  • Stimolare il seno manualmente (o con il tiralatte solo se consigliato dal personale ostetrico).
  • Chiedere aiuto: il modo migliore per avviare l’allattamento è appoggiarsi al personale esperto, sia per verificare le posizioni di attacco del bambino ed evitare le ragadi, sia per avere un supporto psicologico ed emotivo

Che cosa fare se non arriva? La montata lattea arriva secondo tempi variabili, ma arriva. Questa deve essere la convinzione di tutte le mamme che vogliono iniziare ad allattare. Talvolta, può essere tardiva, per esempio in occasione di taglio cesareo, di un parto prematuro o con travaglio prolungato o se la mamma non ha potuto tenere da subito il bambino in pelle a pelle.

Avere un ritardo nell'arrivo del latte non significa dover rinunciare a priori ad allattare. Valgono tutti consigli che sono stati elencati prima. Inoltre, è molto importante che la donna sia costante nella stimolazione manuale e meccanica del seno, al fine di conservare il colostro e stimolare la produzione di latte.

Differenze tra montata lattea e ingorgo mammario

La montata lattea è l’avvio della produzione di latte, mentre l’ingorgo mammario è quando questo latte tende a riempire troppo il seno, causando tensione, infiammazione e dolore.  L'ingorgo tende a verificarsi quando la produzione di latte aumenta e spesso il bambino non riesce succhiare tutto il latte prodotto. Questa condizione può insorgere dopo l'arrivo della montata o più tardi. Il grado di gonfiore e quello di dolore sono soggettivi. La buona notizia è che non è di difficile risoluzione ma se tende a peggiorare è buona norma contattare il personale qualificato per ricevere alcuni consigli di gestione.

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Quando arriva la montata lattea dopo un parto cesareo?

La montata lattea dopo un taglio cesareo potrebbe arrivare con tempi un po’ più lunghi. Come mai? La donna deve fare i conti con il dolore post operatorio, in alcuni casi potrebbe non aver potuto attaccare subito il bambino al seno o tenerlo pelle a pelle subito dopo la nascita e tutto ciò si ripercuote sulla produzione ormonale, da cui dipende la produzione di latte. I consigli per stimolare la montata lattea, anche tardiva, sono sempre gli stessi. È importante soprattutto crederci ed essere costanti.

Non è l’allattamento che ci definisce mamme, ma l’amore per il nostri bambini

Seppur l’attesa del latte sia molto stressante, non bisogna sentirsi vinte o fallite. Il latte, con la giusta stimolazione del seno, arriva. È solo una questione di tempo. Questa condizione non deve creare i presupposti per alimentare sensazioni di inadeguatezza. Non è l’allattamento che ci definisce in quanto mamme, ma l’amore per il nostri bambini, quindi, se il personale sanitario dovesse proporre un’aggiunta o un allattamento misto, non bisogna scoraggiarsi. Va bene comunque.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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