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16 Maggio 2023
18:00

Latte materno, di formula, vaccino, vegetale: come e quando introdurli nell’alimentazione del bimbo

Il termine latte indica alimenti diversi tra loro che rispondono a differenti esigenze nei primi anni di vita del piccolo. Latte materno, latte artificiale, latte vaccino, latte vegetale. Vediamo quando, come e in che quantità introdurli nell’alimentazione del bimbo.

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Latte materno, di formula, vaccino, vegetale: come e quando introdurli nell’alimentazione del bimbo
Dietista
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Il termine latte definisce il prodotto di secrezione delle ghiandole mammarie dei mammiferi, ma viene di norma utilizzato anche per prodotti che non hanno questa origine, come il latte artificiale (sostituto del latte materno per scelta o necessità) ed il latte vegetale (sostituto del latte vaccino, sempre per scelta o necessità). Nonostante il nome comune tali alimenti sono differenti tra di loro e rispondono infatti a diverse esigenze nei primi anni di vita di un bambino. Vediamole.

Latte materno o latte artificiale

Il latte materno dovrebbe essere l’esclusivo nutrimento del bambino almeno fino ai 6 mesi di età, avendo questo un adeguato apporto di macronutrienti (carboidrati principalmente da lattosio e oligosaccaridi, elevati grassi soprattutto a lunga catena, poche proteine), micronutrienti (vitamine, minerali) e sostanze protettive aggiuntive quali immunoglobuline, lattoferrina, globuli bianchi ed enzimi. Essendo inoltre fornito a richiesta, diventa anche il primo esercizio di autoregolazione nell’ascolto dei segnali di fame e sazietà del piccolo.

Non tutte le madri però riescono o scelgono di allattare, e ricorrono quindi a formule artificiali definite latte per lattanti o di partenza o “1” (di origine vaccina o vegetale a seconda di eventuali allergie o scelte etiche della madre), che replicano sostanzialmente le caratteristiche del latte materno, pur con qualche inevitabile diversità: carenza di oligosaccaridi, grassi prevalentemente di tipo saturo derivanti da oli vegetali quali palma, colza o soia, proteine spesso in quantità maggiore e prevalentemente a base di caseina (se di derivazione animale). La mancanza inoltre di enzimi può rendere il prodotto meno digeribile.

A livello nutrizionale e di imprinting del bimbo la scelta del latte materno dovrebbe perciò essere sempre prediletta, ma il latte artificiale di partenza nasce proprio per essere un suo adeguato sostituto e può essere quindi tranquillamente utilizzato in sua mancanza, per qualsiasi motivo questa si verifichi.

Latte e svezzamento

Verso i 6 mesi il latte materno o di partenza potrebbe non essere più sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico e di nutrienti (specie di ferro) del piccolo, e si passa quindi alla fase definita alimentazione complementare, in gergo popolare svezzamento. Nonostante in questo periodo si inizino gradualmente ad inserire un po’ per volta tutti gli alimenti, il latte continuerà ad essere la forma primaria di energia, specie nei primi mesi: materno se allattamento al seno oppure latte artificiale di proseguimento o “2” in alternativa.

Le bevande vegetali, anche se sono definite "latti", hanno una composizione molto diversa dal latte vaccino

Tra i vari alimenti introdotti con lo svezzamento è possibile anche dare bevande vegetali classiche come quelle di riso, avena, farro, mandorle? Come da incipit tutte le bevande menzionate sono spesso definite “latti”, ma hanno una composizione molto diversa da quello vaccino. Hanno quasi tutte un apporto irrisorio di proteine e sono spesso carenti anche di micronutrienti importanti quali ferro, vitamina D, vitamina B12, calcio. Non andrebbero quindi mai considerate come sostituti del latte materno o artificiale, tuttavia potrebbero essere utilizzate in piccole dosi come ingredienti di ricette grazie alla loro naturale dolcezza e buona digeribilità (porridge con fiocchi d’avena, tortine semplici senza zucchero, pancake, torte salate, frittate o purè….). A queste fa eccezione solo il latte di soia, che a causa del suo elevato tenore proteico e del più alto potere allergizzante può essere considerato al pari del latte vaccino come modalità di inserimento e consumo.

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Latte vaccino

Per l’inserimento del latte vaccino è bene aspettare fino al compimento del primo anno di età, essendo appunto eccessivamente ricco in proteine rispetto al fabbisogno moderato dei più piccoli di tale nutriente. Anche questo potrebbe però essere considerato in piccole dosi e occasionalmente come componente di preparazioni, per essere poi introdotto come bevanda solamente a svezzamento concluso (minimo 12 mesi).

Se si ritiene che la dieta del piccolo sia già sufficientemente ricca in proteine (carne o pesce a pranzo e cena, parmigiano, yogurt,…) si può optare per latte di crescita o “3”, grazie alla sua composizione più povera in proteine, ma bilanciata a livello di vitamine e minerali.

Schema sintetico di introduzione dei diversi tipi di latte

  • 0-6 mesi: esclusivamente latte materno o artificiale di partenza “1”
  • 6-12 mesi: latte materno o artificiale di proseguimento “2”, come completamento dell’alimentazione via via sempre più importante in termini di quantità, varietà e consistenza. Sono consentite piccole dosi di bevanda vegetale o latte vaccino, come ingredienti.
  • 12 mesi in poi: latte materno se proseguimento dell’allattamento, in piccole aggiunte ad alimentazione completa e variegata. Possibile introduzione di latte vaccino o di crescita “3”(in sostituzione o aggiunta del latte materno) e possibile introduzione di bevande vegetali classiche, ma da non considerarsi come sostituiti proteici di latte vaccino o materno.
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