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24 Marzo 2023
9:00

Sfogliare libri già a 6 mesi? Aiuta lo sviluppo anche dei più piccoli

Leggere è un'attività ludica da coltivare fin dalla più tenera età, che stimola competenze cognitive, sensoriali e relazionali nel piccolo. La lettura condivisa, sotto la guida di un adulto, è consigliata già a partire dai 6 mesi di vita. Un toccasana in un mondo "smartphonecentrico". Ne abbiamo parlato con Giovanna Malgaroli, della Segreteria Nazionale di Nati per Leggere.

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Sfogliare libri già a 6 mesi? Aiuta lo sviluppo anche dei più piccoli
Nati per Leggere
Momento di lettura condivisa promosso da Nati per Leggere

Carlos Ruiz Zafón scriveva che quello che lo inebriava all’ingresso di una libreria era «quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare». Un incantesimo, quello  creato dai libri, che ammalia fin dalla più tenera età. Eh già, perché, come ci conferma Nati per Leggere, il programma nazionale di promozione della lettura 0-6 anni, un neonato intorno ai 6 mesi di vita è già in grado di apprezzare un libriccino, che, oltre a essere uno spassoso passatempo per lui, lo aiuta nello sviluppo di competenze cognitive, relazionali, sensoriali, del linguaggio. L’importante è scegliere volumi e storie adatti a lui e alla sua età.

«Accompagnare un bimbo di 6 mesi nel primo approccio al libro, aiutandolo a concentrarsi sull’immagine, è il primo passo che consentirà al piccolo di proseguire e arricchire nel corso del tempo la sua esperienza di lettura – spiega a Wamily Giovanna Malgaroli, della Segreteria Nazionale di Nati per Leggere – il libro per l’infanzia, per quanto semplice sia, è uno strumento di inestimabile ricchezza, e, se sfogliato fin dai primi mesi di vita in un contesto familiare, in braccio a un genitore o alla figura principale di accudimento, diventa un mezzo di sostegno nel rapporto adulto-bambino».

Non immaginiamoci mattoni di mille pagine, né pamphlet fitti di inchiostro. I primissimi libri per l’infanzia a volte non presentano neppure una parola: al posto di frasi, hanno immagini riconoscibili che catturano l’attenzione del piccolo e stimolano le sue abilità visive. Oppure, sfogliando le pagine troviamo stampate, a fianco di buffe fotografie di animali o neonati, espressioni onomatopeiche che aiutano l’apprendimento e l’arricchimento del linguaggio: «bau bau» è la didascalia che fiancheggia l’immagine di un cane, «miao, miao» quella di un gattino, «mu, mu» di una mucca a chiazze bianche e nere.

«Per i più piccoli, ovviamente, non proponiamo storie o racconti narrativi che si sviluppano con un inizio, uno svolgimento e una fine, ma libri brevi, per esempio con una sola immagine per pagina e una sola parola. – continua Malgaroli – Quelli per l’infanzia sono libri prevalentemente visivi, che hanno lo scopo di stimolare l’attenzione del bambino rispetto all’immagine, instaurando fin da subito una lettura condivisa tra l’adulto e il piccolo».

Nati per Leggere
Da Nati per Leggere

Libri per fasce d’età

Nati per Leggere, attivo nelle regioni d’Italia e promosso dall’Associazione Culturale Pediatri, dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal Centro per la Salute del Bambino, periodicamente pubblica una nutrita bibliografia di libri 0-6 anni, da cui i genitori attingono per regalare al figlio l’esperienza di lettura più adatta a lui. L’ultima conta quasi 300 libri. «L’Osservatorio Nati per Leggere ha selezionato e inserito nella bibliografia 285 titoli, dopo averne esaminati, attraverso un attento lavoro di valutazione e lettura, circa 1400 – commenta Malgaroli – sono libri pubblicati nell’ultimo triennio».

I primi libri

Libri piccoli, libri cartonati, libri con gli angoli arrotondati, libri semplici da pulire, libri a fisarmonica o con le pagine da sfogliare, libri a colori e libri in bianco e nero. La scelta per muovere i primi passi nel mondo incantato della letteratura per la prima infanzia è ampia e variegata. Quel che conta, nel proporli ai piccoli, è rispettare i loro tempi.

«Le indicazioni che noi forniamo per l’età sono indicative e dipendono da quanto il bambino è abituato a leggere – spiega Malgaroli – l’importante per gli adulti è sintonizzarsi sui momenti di attenzione dei bambini e lasciare loro il tempo di rispondere agli stimoli proposti».

Dai 6 mesi possiamo proporre al piccolo un libro adatto

Intorno ai 6 mesi il piccolo è in grado di addentrarsi nella lettura visiva. «A 6 mesi circa il bimbo inizia a stare seduto, a tenere il capo dritto, a prestare attenzione, condizioni che rendono possibile l’esperienza di lettura condivisa in compagnia di un adulto, che guida e sostiene il bambino. L’adulto, così, sfogliando le pagine associa i commenti sonori, fa riferimento a qualcosa di noto a entrambi, aggiunge tutto quello che può essere stimolante per il piccolo».

Ecco quattro esempi di libri per la prima lettura consigliati da Nati per Leggere:

  • Guarda che faccia! (di Stefania Manetti e della redazione di Quaderni ACP): un libro breve, che presenta su ciascuna delle pagine la foto di un neonato immortalato con una specifica espressione facciale. A fianco, sono stampati i suoni onomatopeici che quel bebè emette, proposti in italiano, arabo, inglese, russo, spagnolo e cinese.
  • Bianco e nero (di Tana Hoban): un libro a fisarmonica, con un’illustrazione basata sul contrasto fra il bianco e il nero e stampato su entrambi i lati, che presenta solo immagini di oggetti e animali che catturano l’attenzione del piccolo, mentre l’adulto aggiunge le parole nella propria lingua. Grazie alla sua conformazione oblunga e a fisarmonica, può essere introdotto nella culla del bambino, che, guardandosi intorno, s’incuriosisce.
  • L’uccellino fa (di Soledad Bravi):  un libro da proporre a partire dai 9 mesi circa, che mostra le immagini degli animali con accanto i loro versi, (“il cane fa bau bau”, “il gatto miao miao”, “la mucca mu”). Crescendo, i piccoli riproducono la lettura ricevuta riconoscendo gli animali raffigurati e riproducendo i suoni degli animali.
  • Buongiorno sole (di Paloma Canonica): un libro cartonato e con gli angoli arrotondati da proporre intorno ai 12 mesi. È più complesso: le immagini richiamano la routine mattutina, con una sequenza di azioni da svolgere al risveglio. Esiste il corrispettivo per la routine serale, dal titolo Buonanotte Luna.
Nati per leggere
Da Nati per Leggere

Dai 2-3 anni di età

Crescendo il bambino acquisisce autonomia nell’esperienza e nella modalità di lettura, fino a scegliere da solo il libro che desidera gli sia letto. A volte, chiede alla mamma o al papà di leggergli quella storia che ha già ascoltato innumerevoli volte e imparato a memoria. Magari, il genitore sbuffa, o solleva gli occhi al cielo, ignorando che quello del figlio è un bisogno interiore di appropriarsi di quella narrazione e di sentirla sua. L’importante è non abbandonare quel momento di lettura condivisa: la lettura durante l’infanzia ha un valore relazionale e sociale.

Le letture di gruppo a scuola o in biblioteca sono stimolanti per il piccolo

«Noi consigliamo ai genitori di continuare ad accompagnare il figlio nella lettura, magari non tenendolo più in braccio – continua Malgaroli – dai 3 anni in su prendono il via le letture in gruppo in biblioteca o alla scuola dell’infanzia, un’esperienza che è già anticipata al nido e che è fondamentale per il piccolo, perché lo aiuta a vedere la lettura non come qualcosa di individuale, ma come un fattore di interesse che ti consente di stare insieme agli altri. Anche la storia letta prima di dormire può rimanere».

I libri proposti ai pargoli dai 2-3-4 anni in su sono diversi rispetto a quelli pensati per un neonato di 6 mesi. Il filo conduttore che li lega rimangono le illustrazioni.

«Per i più grandi proponiamo libri illustrati di molti tipi e generi diversi, anche su temi di tipo informativo e divulgativo, che utilizzano le potenzialità delle arti visive. – risponde Malgaroli – A partire dai 3 anni sono apprezzate le storie, divertenti, di paura, che stupiscono, avventurose… Ricerchiamo tutte le sfumature della narrazione, che si avvale sempre molto delle immagini e in cui la meraviglia e lo stupore sono gli effetti prevalenti e più interessanti».

bambini lettori
Da Nati per Leggere

Quali competenze sviluppa la lettura

I libri della prima infanzia stimolano e allenano nel piccolo di casa competenze manipolative, visive, uditive, cognitive, relazionali e del linguaggio. Essenziale nel primo approccio al volume, è la presenza al suo fianco del genitore o di chi si occupa del cucciolo d’uomo: sfogliarlo insieme, osservare le immagini, creare un’attenzione congiunta aiuta il figlio e il genitore. Mentre accompagna il pargolo nella lettura, l’adulto è invitato a nominare gli oggetti, gli animali o le persone raffigurati sulle pagine, per aiutare il piccolo a riconoscerli e a pronunciarne il nome.

«Quando un adulto legge col bambino e lo sguardo dei due converge sul libro, si crea un’attenzione congiunta – commenta Malgaroli – magari l’adulto aggiunge la voce e la denominazione dell’oggetto, arricchendo il vocabolario del bambino. Un libro per bambini, per quanto semplice, è un prodotto complesso della comunicazione umana, che introduce il piccolo in un mondo culturale ricco, perciò è fondamentale accompagnarlo».

L'adulto, nominando l'oggetto raffigurato nella lettura, amplia il vocabolario del bambino

Ma la lettura col neonato o con un pargoletto di qualche anno è un utile esercizio pure per il genitore, che riscopre la bellezza e il piacere di leggere un bel libro.

«Gli adulti ritrovando l’interesse in un bimbo così piccolo si stupiscono profondamente, si rassicurano e si sentono capaci di fare qualcosa di molto importante per il bambino – spiega Malgaroli – per questo per i servizi sociosanitari la promozione della lettura precoce in famiglia è un fattore di abilitazione e di sostegno delle capacità dei genitori di relazionarsi con i bambini. È anche un modo per riavvicinare gli adulti all’esperienza della lettura e rimettere in circolo, in famiglia, l’attenzione per i libri».

Nati per Leggere
Da Nati per Leggere

Libri e tablet

Nel 2023 siamo circondati dai dispositivi elettronici, che da accessori facilitatori della comunicazione umana sono diventati il prolungamento delle nostre mani, oggetti indispensabili che assorbono le nostre energie. I nuovi nati, quelli della generazione Alpha, lo percepiscono, e si adattano allo stile di vita smartphoncentrico degli adulti. Un’abitudine, quella di vivere alle dipendenze del digitale, che incide sulla crescita dei più piccoli, a cui a volte tendiamo a lasciare in mano con più facilità un tablet, rispetto a un libro illustrato, credendo che le pagine di carta non siano in grado di arrestare il pianto sconsolato del piccolo quanto uno schermo luminoso.

«Non si può pretendere di epurare il mondo dei bambini dai dispositivi, ma occorre che gli adulti siano più consapevoli degli effetti che un’esposizione precoce a tablet e smartphone comporta sullo sviluppo cognitivo dei piccoli – continua Malgaroli – e dei rischi che corrono i bambini nell’essere sempre più dipendenti da una modalità che lascia poco spazio alle altre esperienze, come la lettura. La fisicità del libro, la sua manipolazione, e l’imparare come funziona, insieme al ritmo lento che la lettura del libro comporta, è un'esperienza importante nella crescita del bambino».

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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