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18 Marzo 2024
15:00

Svapare può far male alla salute dei bambini: attenzione al fumo passivo delle sigarette elettroniche

L’esposizione alle sigarette elettroniche rappresenta un rischio per la salute dei più piccoli, anche se tanti adulti lo sottovalutano e “svapano” con il figlio in braccio o nelle vicinanze.

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Svapare può far male alla salute dei bambini: attenzione al fumo passivo delle sigarette elettroniche
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Svapare in presenza dei più piccoli rischia di nuocere alla loro salute. Eppure, sono tanti gli adulti che sottovalutano i pericoli del fumo passivo della sigaretta elettronica, convinti che le esalazioni siano innocue o comunque significativamente meno aggressive rispetto al fumo di tabacco, e svapano con i neonati in braccio, nel passeggino o nelle loro vicinanze. Nel 2021 l’European Academy of Paediatrics ha dichiarato che le e-cigarette sono potenzialmente più dannose del tradizionale fumo di tabacco in età pediatrica. E da una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Pollution è emerso come anche le sigarette che riscaldano il tabacco senza bruciarlo (e, quindi, non solo i vaporizzatori) potrebbero danneggiare i minori esposti. Oltre che un pericolo per la salute, svapare (come fumare le sigarette tradizionali) in presenza dei bambini è un gesto diseducativo, e il liquido a base di nicotina contenuto in diverse sigarette elettroniche rappresenta un rischio di intossicazione per i piccoli.

I rischi del fumo passivo delle sigarette elettroniche sui più piccoli

Quasi un milione e mezzo di italiani fuma un’e-cigarette, come riporta l’Istat, e il trend è in lento aumento. Essendo state introdotte nel mercato occidentale intorno al 2006, sono ancora pochi gli studi sugli effetti dello svapo passivo sulla salute dei più piccoli (e del feto), anche se sono già stati segnalati diversi potenziali rischi.

Assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche

Quello emesso dalle sigarette elettroniche (o vaporizzatori) non è “solo vapore”. Le e-cig generalmente contengono una quantità variabile di nicotina (anche se in commercio esistono pure e-cig senza il composto che crea dipendenza), oltre a una miscela di acqua, aromatizzanti e varie sostanze di cui non è nota la tossicità.

«Gli effetti negativi dell’esposizione passiva al tabacco sono ben noti, e vi sono prove che l’esposizione passiva alle sigarette elettroniche provoca l’assorbimento di comporti tossici da parte» dei non fumatori che si trovano nelle vicinanze, e nello specifico dei più piccoli, ha dichiarato nel 2021 l’European Academy of Paediatrics, aggiungendo: «l’EAP insiste sul fatto che i bambini e i giovani devono essere protetti dagli effetti di queste sostanze chimiche e ciò include la protezione dall’esposizione passiva a questi prodotti».

Rischi cardiovascolari

Anche le sigarette “heat not burn”, cioè quelle che riscaldano il tabacco senza bruciarlo, potrebbero influire negativamente sulla salute dei più giovani esposti, nello specifico su quella cardiovascolare. A denunciarlo è un recente studio realizzato dalla collaborazione fra l’Università Sapienza di Roma, l’Irccs Neuromed di Pozzilli e il Cardiocentro Mediterranea di Napoli, che ha coinvolto bambini e adolescenti di età compresa fra i 2 e 18 anni, divisi in tre categorie:

  • I minori non esposti al fumo
  • I minori esposti al fumo della sigaretta tradizionale
  • I minori esposti al fumo della sigaretta “heat not burn

I ricercatori hanno misurato lo stress ossidativo, la funzione endoteliale e l’attivazione delle piastrine dei piccoli partecipanti, scoprendo che quelli esposti sigarette che riscaldano il tabacco senza bruciarlo (come quelli esposti al fumo delle sigarette tradizionali) presentavano un più alto rischio cardiovascolare rispetto ai non esposti al fumo passivo.

«Il dato più importante emerso dalla nostra ricerca – hanno dichiarato gli autori dello studio, Lorenzo Loffredo, Anna Maria Zicari e Roberto Carnevale – è che non ci sono differenze significative tra fumo di sigaretta tradizionale e fumo da tabacco riscaldato».

Intossicazione

Negli ultimi anni negli Stati Uniti sono stati segnalati casi di intossicazione di bambini piccoli a causa dell’ingestione del liquido contenuto nelle sigarette elettroniche (o vaporizzatori).

I dispositivi infatti funzionano per inalazione di un liquido aromatizzato, che contiene o meno nicotina, acquistato a parte dal fumatore in contenitori di ricarica. Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics, i centri antiveleni negli USA hanno registrato un aumento di casi di intossicazione dei più piccoli, che ingeriscono il liquido a base di nicotina contenuto nella boccetta per la e-cigarette. L’incremento è notevole: da un caso al mese nel 2010 a 223 casi al mese nel 2015.

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, l’avvelenamento da nicotina – che provoca tachicardia, nausea, vomito e vertigini – avviene, oltre che per ingestione, pure respirando o assorbendo il liquido della sigaretta elettronica attraverso la pelle e gli occhi.

Gesto diseducativo

Fumare davanti ai piccoli inevitabilmente normalizza quell’abitudine che tuttavia è dannosa per la salute. Il numero di adolescenti che utilizza sigarette elettroniche è in aumento. Come riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i giovani fra i 16 e i 19 anni che fumano e-cigarette è raddoppiato in Canada e negli ultimi tre anni è triplicato nel Regno Unito.

«Le sigarette elettroniche si rivolgono ai bambini attraverso i social media e gli influencer, con almeno 16.000 gusti – ha dichiarato il dottor Ruediger Krech, direttore per la promozione della salute dell’OMS –. Alcuni di questi prodotti utilizzano personaggi dei cartoni animati e hanno un design elegante, che piace alle generazioni più giovani. C’è un aumento allarmante nell’uso delle sigarette elettroniche tra i bambini e i giovani, con tassi che superano l’uso degli adulti in molti Paesi».

L’OMS, come la comunità scientifica, da tempo chiede ai Governi dei diversi Paesi interventi e normative più stringenti per prevenire il consumo, oltre che del tabacco, delle sigarette elettroniche.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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