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Nella giornata di oggi è stato proposto in Senato un nuovo disegno di legge per rafforzare le tutele dei minori e contrastare il fenomeno degli omicidi in famiglia ai danni di figli e figlie.
Promotrice dell'iniziativa è stata la senatrice Valeria Valente (PD) che nella precedente legislatura aveva ricoperto l'incarico di presidente delle Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e da tempo opera in sinergia con il mondo dei centri anti-violenza e realtà come l'associazione Federico nel cuore, nata in memoria del piccolo Federico Barakat che nel 2009 venne ucciso dal padre (che poi tolse la vita) con 37 coltellate.
Alla base della legge presentata dalla senatrice Valente vi è dunque la necessità di colmare un certo vuoto normativo in materia di violenza domestica in modo da tutelare maggiormente l'interesse dei minori e cercare di disinnescare sul nascere situazioni complesse che potrebbero sfociare in delitti riprovevoli.
Secondo gli stessi autori del disegno di legge, l'87%8 dei cosiddetti figlicidi verrebbe commesso da uomini – perlopiù padri della vittima, appartenenti ad un ceto medio/alto e di nazionalità italiana – che nella maggior parte dei casi compiono simili atrocità spinti dal desiderio di vendetta trasversale nei confronti della partner (o ex partner).
Per questo la proposta Valente mira a predisporre immediate contromisure da attuare fin dai primi casi di violenza tra le mura domestiche, facendo scattare l’immediata sospensione del diritto di visita del genitore violento e disporre l’affidamento temporaneo del minore all’altro genitore ai parenti di questo entro il quarto grado nei casi in cui l'altro genitore non risultasse in grado di prendersi cura del figlio.
A decidere simili provvedimenti sarà un giudice, il quale dovrà valutare la pericolosità del genitore violento – padre o madre che sia, lo specifichiamo – ed eventualmente sancire la cessazione di ogni rapporto con il figlio fino a nuovi aggiornamenti.
«Un compagno, un marito violento non può essere un buon padre – ha dichiarato Valeria Valente a margine del suo intervento al Senato – Il nostro auspicio è che possa essere esaminato e approvato al più presto con ampio consenso».
Se da un lato però appare indubbio l'intento di rafforzare le tutele di minori e – di riflesso – delle donne soggette ad un partner violento, per alcuni addetti ai lavori il disegno di legge rischia di mancare il bersaglio grosso.
«Bene pensare di sospendere affido o diritto di visita a genitori nei casi di comprovata violenza domestica, è un modo immediato per tutelare i minori – ha commentato a Wamily Gioia Saitta, esperta in Diritto di Famiglia e mediatrice familiare – ma da criminologa mi sento di dire che tra gli interventi nella battaglia alla violenza di genere e ai femminicidi ve ne sarebbero anche altri molto urgenti».
Quali? «In primis una modifica concreta della pena per tutti i reati satellite della violenza di genere: dallo stalking ai maltrattamenti in famiglia, reati per i quali ancora adesso, nonostante l’emergenza femminicidi, si fa troppo poco sul fronte dell’esecuzione penale e soprattutto nella tutela effettiva delle denuncianti».
Per quanto riguarda il contenuto del ddl poi, il timore è che le modifiche suggerite possano trasformarsi in armi improprie all'interno di dispute tra ex-parnter o ex-coniugi
«Mi auguro solo che un’ipotetica legge di questo tipo non venga utilizzata in maniera strumentale nei casi di separazione conflittuale per sopprimere diritti genitoriali del partner in maniera impropria – conclude Saitta – Questo utilizzo improprio toglierebbe dignità alle cause di violenza domestica».