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11 Aprile 2023
17:00

Amel Majri, la giocatrice di calcio e neomamma che porta con sé la figlia di 9 mesi in campo

Amel Majri, centrocampista della nazionale francese, torna a giocare con le compagne dopo 18 mesi di stop. In questo periodo la sua vita è del tutto cambiata, è diventata mamma di una bimba che ora ha solo 9 mesi. L'allenatore ha disposto che la bimba potesse stare vicino alla mamma come da lei richiesto anche durante il ritiro in vista dei Mondiali, nella speranza che questa diventi la prassi.

A cura di Sophia Crotti
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Amel Majri, la giocatrice di calcio e neomamma che porta con sé la figlia di 9 mesi in campo
Bimba con pallone da calcio

Ha varcato la soglia del Clairefontaine, centro tecnico nazionale, insieme alle atlete della squadra nazionale di calcio femminile francese, un fagottino di appena 9 mesi, la figlia della centrocampista Amel Majri.

La Nazionale femminile francese di calcio ha iniziato il suo raduno al Clairefontaine, dove le atlete giocheranno qualche amichevole, in preparazione ai Mondiali del prossimo mese di luglio. Quest’anno, per la prima volta, oltre al borsone con cambi e borracce la calciatrice Amel Majri ha portato con sé la sua piccola Maryam, di appena 9 mesi.

La giocatrice, di rientro dopo uno stop di 18 mesi, causato prima da un brutto infortunio e poi dalla nascita della sua bimba, è stata fotografata con un enorme sorriso in volto, mentre spingeva la carrozzina della sua piccola. A rivolerla in campo è stato il nuovo allenatore delle Bleues, così vengono chiamate le giocatrici della squadra tricolore francese, Hervè Renard. L’allenatore, compreso che la giocatrice sarebbe stata più serena con la sua bimba a fianco e non lasciandola a km di distanza con una tata, ha disposto che venisse creato un ambiente per la giovanissima ospite.

Fasciatoio

La calciatrice ha infatti a disposizione, per la sua bimba, una nursery costruita per l’occasione. Nulla di eccezionale, una stanza con dei giochi, un fasciatoio, una culla smontabile e una tata pagata a ore dalla nazionale, mentre la mamma si allena sul campo vicino.

Amel Majri ha spiegato in un’intervista alla rivista francese L’Equipe di sentirsi più tranquilla all’idea che la sua bimba, così piccola, potesse starle vicino, così da poter intervenire in caso di necessità e da poterla coccolare nei momenti di risposo.

Quando si sta bene di testa si è più efficaci anche in campo ed è importante combinare le due cose

L’allenatore, sempre alla rivista L’Equipe, ha spiegato i benefici dell’introduzione in Francia per la prima volta di questo servizio, parlando sia dal punto di vista di allenatore, che quindi pensa al benessere della sua atleta e dell’intero team, che da quello di uomo che combatte per i diritti fondamentali delle donne: «È essenziale dare le strutture adeguate alle giocatrici che hanno figli piccoli. Da questo punto di vista la Francia è un po' indietro e dovrebbe andare nella direzione che hanno imboccato gli Stati Uniti dove già da tempo hanno organizzato una struttura con delle tate per i bambini delle calciatrici. Ciò psicologicamente sarà di importanza fondamentale, quando si sta bene di testa si è più efficaci anche in campo ed è importante combinare le due cose».

Calcio femminile

La speranza è stata fin dal principio che il caso della giocatrice non rimanesse isolato, anche perché la giovane non è certo l'unica madre a praticare uno sport agonistico e come lei ci sono anche tanti padri. Infatti è arrivata una risposta dal ministero dello sport, la Ministra dello sport francese, Amélie Oudéa-Castéra, ha promesso fondi per gli asili legati alle squadre professionistiche francesi.

Questo è sicuramente il goal più importante che la giovane Amel Majri ha fatto in questo raduno, che non varrà alcun posizionamento nella classifica dei Mondiali ma sarà una svolta mondiale per le sue compagne, per le future giocatrici e per i diritti di tutte le donne.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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