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12 Novembre 2023
18:00

Come riconoscere precocemente i ritardi nello sviluppo psicomotorio

Individuare i ritardi nello sviluppo psicomotorio è fondamentale per garantire il benessere dei bambini e delle bambine: alcuni segnali sono già presenti dai primi mesi di vita e quando si sospetta un ritardo è bene rivolgersi a un professionista, in modo da iniziare velocemente le terapie ad hoc.

A cura di Sara Polotti
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Come riconoscere precocemente i ritardi nello sviluppo psicomotorio
ritardo psicomotorio

Il ritardo nello sviluppo psicomotorio è la mancata acquisizione di alcune competenze motorie, cognitive o comunicative in rapporto all'età anagrafica del bebè. Si verifica dunque quando una o più tappe dello sviluppo infantile vengono raggiunte più tardi rispetto alla media di tutti i bambini, soprattutto nei primi mesi e anni di vita. Per esempio? Sorreggere da soli la testa, parlare, camminare… Addirittura, in alcuni gravi casi queste tappe di sviluppo non vengono del tutto raggiunte.

Anche se il progresso è fisiologicamente variabile – ovvero: ogni bambino ha i suoi tempi – le situazioni ambientali come l'alimentazione e la stimolazione da parte dei più grandi, così come alcune malattie, alcuni fattori psicologici e alcuni fattori genetici, potrebbero dunque portare a un ritardo.

È bene tuttavia sapere che un ritardo psicomotorio nei primi anni di vita non si traduce per forza in una disabilità cognitiva a lungo termine. Ma come riconoscerlo? L'osservazione permette di capire precocemente se ci si trova di fronte a un ritardo nello sviluppo psicomotorio, avviando tempestivamente terapie abilitative o riabilitative fondamentali per la crescita.

Quando si parla di ritardo psicomotorio

Il primo passo per riconoscere un ritardo nello sviluppo psicomotorio è comprendere – come accennato – cosa sia lo sviluppo infantile. Durante i primi anni di vita, i bambini passano attraverso una serie di importanti tappe di crescita e sviluppo. Queste tappe coinvolgono sia il loro sviluppo fisico, come il controllo della testa e la capacità di camminare, sia il loro sviluppo cognitivo e sociale.

Spesso e volentieri queste tappe vengono suddivise in specifici ambiti (capacità motorie, movimenti fini, linguaggio, emotività, sviluppo sociale…), ma la sovrapposizione è inevitabile e quindi a volte risulta difficile focalizzarsi solo su un aspetto. Anche perché lo sviluppo psicomotorio è strettamente connesso a quello cognitivo e affettivo: in molti casi le competenze motorie nel primo anno di vita vengono utilizzate come metro di giudizio rispetto alla normalità dello sviluppo intellettivo.

Un ritardo psicomotorio si verifica dunque quando un bambino non raggiunge queste tappe di sviluppo nei tempi previsti. Questo può riguardare abilità motorie come il gattonare, la capacità di sedersi o camminare, ma anche lo sviluppo del linguaggio e delle competenze sociali.

Quali sono le cause

Ci sono diverse cause che possono contribuire a un ritardo nello sviluppo psicomotorio.

Tra quelle più comuni troviamo problemi di natura genetica, la prematurità, condizioni mediche, carenze nutrizionali e fattori ambientali.

I fattori ambientali in particolare possono essere lo scarso stimolo da parte di chi si prende cura del bambino (ipostimolazione), la frequente ospedalizzazione nel caso di malattie croniche (che non permette lo sviluppo domestico naturale), il non rispetto dei tempi del bambino e la scarsa o assente socialità.

Detto questo, è importante tenere sempre in considerazione che ogni bambino è un individuo unico: alcuni possono raggiungere le tappe di sviluppo in tempi leggermente diversi dagli altri senza che ci sia un vero ritardo.

Come capire se un bambino ha un ritardo psicomotorio

Alcuni segnali precoci possono indicare un ritardo psicomotorio del bambino. Già a partire dai tre mesi di vita; in questo caso ad allarmare possono essere questi sintomi:

  • Disinteresse in ciò che lo circonda (volti e oggetti)
  • Niente sorrisi e niente mimica facciale
  • Letargia
  • Pianto incessante
  • Debole tendenza a seguire gli oggetti con gli occhi
  • Fatica a sorreggere la testa
  • Mani strette tra loro
  • La persistenza dei riflessi arcaici
  • Asimmetrie particolarmente visibili

A sei mesi è bene fare attenzione se:

  • Il bebè dimostra indifferenza o è spesso distratto
  • Tira fuori spesso la lingua
  • Non ha coordinazione occhio-mano
  • Non vocalizza
  • Ha asimmetrie
  • Fatica ancora a sorreggere la testa o ad alzare la parte superiore del corpo quando è sdraiato a pancia in giù

A nove mesi i segnali saranno invece:

  • Il persistere di tutti i sintomi precedenti
  • Nessuna forza nell'afferrare oggetti
  • Fatica a rimanere seduto senza supporto
  • Contratture muscolari di qualche tipo

Negli anni successivi sarà bene fare attenzione in questi casi:

  • Poca forza nelle mani
  • Gioco ripetitivo
  • Relazioni difficili con genitori e amici
  • Difficoltà a sorreggersi
  • Pochi vocalizzi e poche parole
  • Nessun gioco costruttivo
  • Il lancio non intenzionale di oggetti
  • Salivazione eccessiva
  • Persistenza dell'esplorazione di oggetti con la sola bocca

Quando preoccuparsi e a chi rivolgersi

Come non esiste uno sviluppo standardizzato, così non esiste una risposta univoca alla domanda "allora quando rivolgersi a uno specialista?".

Nel momento in cui si sospetta un ritardo psicofisico nel proprio bebè, la prima cosa utile da fare è osservare i segnali, per identificare se si tratti effettivamente di un ritardo o solo di una sensazione. Se il sospetto continua, allora è opportuno rivolgersi al pediatra o alla pediatra che segue il bambino: avendo l'anamnesi sotto mano e  conoscendo la storia del bambino  potrà valutare attraverso una visita approfondita se si tratta o meno di un sospetto di ritardo.

In questo caso sarà sempre il pediatra o la pediatra a indirizzare verso lo specialista più indicato a seconda della situazione, proponendo eventualmente anche una visita neuropsichiatrica per comprendere se si tratta in effetti di ritardo e valutarne eventualmente il grado.

Come avviene il recupero del ritardo psicomotorio

Il recupero di un ritardo nello sviluppo psicomotorio può variare notevolmente a seconda della causa e della gravità del ritardo. Spesso, un intervento precoce è fondamentale.

Potrebbe riguardarsi in base alla situazione di:

  • terapie fisiche
  • terapie occupazionali
  • terapie del linguaggio

Il coinvolgimento dei genitori è spesso cruciale in questo processo.

Lo specialista  particolarmente indicato nei casi di ritardo psicofisico si occupa della terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (o TNPEE). Essendo una figura specializzata, saprà individuare le aree su cui concentrarsi, in modo da sviluppare un piano di recupero ad hoc.

Un ritardo psicomotorio è indice di autismo?

A volte la domanda sorge spontanea (anche se le due cose, come vedremo, non sono per forza collegate): il ritardo psicomotorio può indicare una situazione di autismo?

Il ritardo e i disturbi dello spettro autistico sono due situazioni diverse. I disturbi dello spettro autistico sono un insieme di diverse alterazioni del neurosviluppo caratterizzati dalla compromissione della comunicazione e dell'interazione sociale e dalla presenza di interessi e comportamenti ristretti e ripetitivi.

Detto questo, un ritardo nello sviluppo psicomotorio non è  un indicatore di autismo. Pertanto, se ci sono preoccupazioni in tal senso è essenziale consultare un professionista per una valutazione accurata.

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