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31 Gennaio 2024
9:00

Il ritardo psicomotorio nei bambini: cos’è, quando sospettarlo e come avviene la diagnosi

Il ritardo psicomotorio nei bambini è il mancato raggiungimento di alcune competenze, legate alla sua età, di tipo motorio, cognitivo, emotivo o relazionali. Ecco come accorgersene e intervenire.

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Il ritardo psicomotorio nei bambini: cos’è, quando sospettarlo e come avviene la diagnosi
Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva
ritardo psicomotorio

Il ritardo psicomotorio è una condizione per la quale il bimbo non ha sviluppato alcune competenze attese per la sua fascia d'età di tipo motorio, cognitivo, emotivo o relazionali. Ad accorgersene spesso sono gli insegnanti dell'asilo o della scuola d'infanzia, per loro infatti è più semplice eseguire un confronto tra pari. Tuttavia non dimentichiamo che ogni bimbo è a sé e che solo un neuropsichiatra può, sentiti i pareri di terapisti e specialisti, formulare una diagnosi.

Cosa si intende per ritardo psicomotorio

Si parla di ritardo psicomotorio nei bambini, quando le acquisizioni cognitive, relazionali, motorie e linguistiche che il bimbo dovrebbe raggiungere, secondo le tappe dello sviluppo psicomotorio, non sono in linea con quanto atteso per la sua età cronologica.

La diagnosi di ritardo psicomotorio è stata, e talvolta è ancora, utilizzata per descrivere profili di bambini con competenze neuro psicomotorie nella fascia 0-5 anni con caratteristiche atipiche per qualità e/o quantità.

La diagnosi dunque individua un ritardo in diverse aree delle sviluppo, tanto da non riuscire ad identificarne una particolarmente fragile rispetto alle altre, che possa indirizzare ad una diagnosi maggiormente settoriale.

ritardo psicomotorio

Attualmente il  manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) ha inserito il Ritardo Globale dello Sviluppo, ossia il cosiddetto ritardo psicomotorio, all’interno della categoria Disabilità Intellettiva nei Disturbi del Neurosviluppo.

Questa diagnosi è riservata agli individui di età inferiore ai 5 anni, quando la gravità clinica non può essere valutata in modo attendibile durante la prima infanzia.

Il ritardo globale dello sviluppo viene diagnosticato quando un individuo non raggiunge le tappe attese dello sviluppo neuropsicomotorio in varie aree del funzionamento, e si applica a individui incapaci di sottoporsi a valutazioni sistematiche del funzionamento intellettivo, compresi i bambini che sono troppo piccoli per partecipare a test standardizzati. Questa categoria richiede una rivalutazione diagnostica dopo un certo periodo di tempo.

Quando sospettare un ritardo psicomotorio

Possiamo sospettare un ritardo globale dello sviluppo quando il bambino non raggiunge le tappe previste per l’età. È utile quindi avere presente, almeno a grandi linee, le tappe dello sviluppo motorio, linguistico, cognitivo e relazionale dei primi anni di vita, così da poter confrontare ciò che si osserva dal bambino con quanto atteso. Tuttavia, spesso è molto più semplice e immediato per un genitore, ed ancora più per un educatore di asilo nido o un insegnante di scuola dell’infanzia, confrontare lo sviluppo di un bambino con quello dei pari: spesso infatti proprio dai contesti in cui è possibile l’osservazione con altri pari età arrivano i primi dubbi circa le competenze del bambino.

In generale, possono rientrare nel Ritardo Globale dello Sviluppo quei bambini che manifestano scarsa iniziativa nel gioco e nell’attività motoria, progrediscono lentamente nell’apprendimento di abilità della vita quotidiana (autonomia sfinterica, nell’abbigliamento, nelle routine dell’asilo..), parlano utilizzando pochi termini e\o pronunciandoli in modo poco comprensibile, manifestano  impaccio motorio e atipie relazionali.

bimbi che giocano insieme

Ricordiamo che, a meno di fragilità specifiche in un solo ambito (es. disturbo del linguaggio, che riguarda esclusivamente l’area linguistica), lo sviluppo, soprattutto nei bimbi più piccoli, vede le diverse aree strettamente interagenti tra loro: difficilmente ad esempio un bimbo con scarsa iniziativa motoria, poco interessato ad esplorare visivamente e con investimento corporeo l’ambiente circostante, avrà uno sviluppo cognitivo al contrario molto alto.

Spesso i bambini con ritardo globale dello sviluppo manifestano inoltre rigidità negli schemi di azione e nell’integrazione delle informazioni derivanti dall’ambiente circostante. Possiamo osservare difficoltà ad utilizzare materiale in modi differenti da quanto imparato inizialmente, atteggiamenti restii alle novità e fatica nel cambiare piccoli gesti in gesti più funzionali (es. mettere le scarpe partendo da posizioni diverse).

Quando rivolgersi al neuropsicomotricista

Se notiamo qualche campanello d'allarme, se le insegnanti ci dicono che il piccolo, sembra non aver raggiunto alcune tappe fondamentali dello sviluppo è bene contattare un esperto.

È importante ricordare sempre che ogni bambino ha una storia ed uno sviluppo a sé, evitiamo di fare delle tappe di sviluppo un’ossessione tradotta in continue richieste prestazionali al bambino!

Tuttavia, è bene sottolineare che la frase “ogni bambino ha i suoi tempi” è parzialmente vera: o meglio, ogni bambino ha appunto i suoi tempi, ma questo non deve essere una scusa per non intervenire ed attendere che arrivi da solo, prima o poi, alle varie acquisizioni. In particolare, è bene che il genitore colga le segnalazioni delle educatrici\insegnanti in ottica di aiuto al bambino: spesso queste vengono accolte con diffidenza ma ricordiamo che, mentre in casa non sempre si riesce ad avere un confronto del proprio figlio con i pari e\o uno sguardo oggettivo sul proprio figlio, l’osservazione nei contesti di gruppo può essere preziosa. Non appena notiamo  qualche campanello d’allarme quindi  è bene chiede una consulenza ad uno specialista, il TNPEE in questo caso, che può valutare il profilo di sviluppo del bambino ed eventualmente coinvolgere l’équipe multidisciplinare per un approfondimento diagnostico.

La diagnosi

La diagnosi di Ritardo Globale dello Sviluppo, in ogni caso, spetta al neuropsichiatra infantile che sulla base delle osservazioni e valutazioni dei terapisti e delle proprie competenze mediche può procedere all’inquadramento nosografico ed alla stesura della diagnosi funzionale.

La diagnosi di Ritardo Globale dello Sviluppo è una diagnosi “transitoria”

Trattandosi di bimbi piccoli non sempre è possibile la somministrazione di test standardizzati: oltre all’esame obiettivo del medico neuro psichiatra, i terapisti, solitamente TNPEE e logopedisti, e talvolta gli psicologi, si affidano all’osservazione qualitativa del bambino. Oppure gli esperti somministrano questionari standardizzati a genitori ed eventuali insegnanti e utilizzano, quando possibile, scale di sviluppo e di test specifici relativi le varie aree che si reputa importante indagare. L’iter – ossia la scelta di strumenti e modalità – non è stabilito a prescindere: a seconda del bambino, della famiglia e del contesto l’équipe multidisciplinare valuterà gli step da intraprendere.

La diagnosi di Ritardo Globale dello Sviluppo è una diagnosi “transitoria”: questo perché, crescendo, è possibili meglio inquadrare le eventuali difficoltà del bambino – qualora non rientrino semplicemente del tutto in un range di sviluppo ritenuto in linea con quanto atteso per l’età, seppur non capita di frequente – ed ascriverle a diagnosi più specifiche, quali disabilità intellettiva, disturbo del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria ecc.

Le possibili cause del ritardo dello sviluppo psicomotorio

Come per gli altri disturbi del neuro sviluppo, non è chiara la causa del ritardo: possono esserci predisposizioni genetiche, talvolta esaltate da fattori ambientali e sociali. Spesso i genitori riferiscono ad esempio famigliarità di loro stessi o di altri parenti con disturbi del neuro sviluppo, lasciando sospettare una componente genetica; alcuni bambini risultano invece, in seguito ad accertamenti, essere portatori di una sindrome genetica riconosciuta. Ricordiamo che come ogni disturbo nel neurosviluppo, abbiamo a che fare con quadri complessi che possono variare da bambino a bambino: sarebbe azzardato, con le conoscenze scientifiche attuali, definire un'unica e definitiva causa. E' più corretto quindi parlare di fattori di rischio , intendendo che sembra esserci un certo grado di correlazione tra questi e il manifestarsi di quanto in oggetto.

Altri fattori di rischio possono essere:

  • prematurità
  • difficoltà perinatali
  • infezioni importanti nei primi anni di vita.
  • fattori ambientali-sociali-educativi quali scarsa stimolazione, lungo isolamento, negazione dei bisogni primari e affettivi che possono modificare di molto la traiettoria evolutiva.

Terapia

Spesso davanti ad una diagnosi prevale lo smarrimento e il non sapere cosa fare per aiutare il proprio figlio: è importante affidarsi all’équipe multidisciplinare che, insieme alla scuola e confrontandosi con la famiglia, valuterà man mano quali interventi proporre, con che cadenza e quali obiettivi specifici. Probabilmente in seguito ad una diagnosi di ritardo globale dello sviluppo sarà necessario un percorso neuro psicomotorio e, se tra le aree coinvolte c’è il linguaggio, anche logopedico; i terapisti potranno proporre quindi incontri individuali con il bambino, con o senza la presenza del genitore in stanza ma con l’indispensabile condivisione con la famiglia di quanto si sta facendo, degli obiettivi individuati e dei consigli di come poterli perseguire anche a casa. Anche in questo caso, non esiste un protocollo universale: una brava équipe saprà accogliere il bambino e la sua famiglia e calibrare l’intervento personalizzandola sulla loro specifica situazione.

Per fare questo, il terapista partirà innanzi tutto da una valutazione\osservazione relativa al proprio ambito d'intervento che gli consentirà di personalizzare il progetto riabilitativo. Potrà optare per unicamente  un'osservazione qualitativa oppure approfondirla con test standardizzati: questi possono essere scale di sviluppo, come le Bayley III o le Griffith III che valutano le principali aree dello sviluppo, fornendo punteggi e percentili per ciascuna (motoria, cognitiva, linguistica, sociale…), oppure test e protocolli che valutano una specifica area (es. Apcm-2 per lo sviluppo prassico-motorio, WPPSI-IV per quello cognitivo, TVL per il linguaggio, questionari ai genitori circa lo sviluppo socio-emotivo…solo per citarne alcuni dei molti presenti). Il terapista condividerà poi quanto osservato\valutato con i genitori e la scuola e verranno stabiliti obiettivi e breve e lungo termine.

Per il loro perseguimento, verranno tendenzialmente proposti incontri con il bambino a cadenza mono, bi o tri settimanale e consigli per casa e scuola. È importante ricordare che è ormai ampliamento condivisa l'efficacia di un trattamento maggiormente precoce e intensivo possibile.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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