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8 Aprile 2024
11:00

Congedo matrimoniale: come funziona e come richiederlo

Il congedo matrimoniale è un periodo di 15 giorni retribuito al 100% che può essere richiesto dai lavoratori dipendenti. Vediamo chi ne può usufruire e come si può richiedere al proprio datore di lavoro.

A cura di Sophia Crotti
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Congedo matrimoniale: come funziona e come richiederlo
congedo matrimoniale

Matrimonio, preparativi, spostamenti in un’altra regione per convolare a nozze e luna di miele, spesso portano le persone ad assentarsi dalla propria città e dal luogo di lavoro per diversi giorni. Per i lavoratori dipendenti, però, questi giorni non devono essere ricavati dalle ferie, o meglio non tutti. Per legge ogni lavoratore dipendente che decida di sposarsi può richiedere al datore di lavoro di usufruire del congedo matrimoniale. Un periodo di astensione dal lavoro di 15 giorni pienamente retribuito.

Il congedo matrimoniale è entrato a far parte della legge italiana nel 1937, ma solo per i dipendenti del settore industriale, l'astensione agli operai avvenne invece durante la seconda guerra mondiale. Oggi a goderne sono tutti i lavoratori dipendenti. 

Cos’è il congedo matrimoniale?

Il congedo matrimoniale (o ferie matrimoniali) è un periodo di astensione dal lavoro, retribuito al 100% che spetta ai lavoratori dipendenti che hanno deciso di convolare a nozze.

Le ferie matrimoniali sono normate dall’articolo 170 del CCNL, Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, nel caso dei dipendenti del commercio e dall'articolo 87 del CCNL per il contratto degli studi professionali. I testi di legge lo definiscono “un congedo straordinario della durata di giorni 15 di calendario (che dunque tengono conto anche dei weekend e dei giorni festivi).

I 15 giorni non possono essere goduti separatamente, ma neanche per forza in concomitanza con il matrimonio. L’importante è goderne entro i 30 giorni successivi alle nozze.

Come richiedere il congedo matrimoniale?

Se siamo lavoratori dipendenti e nel nostro futuro vediamo i fiori d’arancio, è importante comunicare per tempo la data del nostro matrimonio al datore di lavoro. Per legge è necessario un preavviso di almeno 6 giorni prima dell’inizio del congedo con il quale informare il proprio datore di lavoro dell’assenza, ossia 10 giorni prima della data del matrimonio. Ciò nonostante, dal momento che il matrimonio viene generalmente organizzato con diversi mesi di anticipo rispetto alla data scelta, è importante informare per tempo il datore che così avrà modo di organizzarsi per far fronte alla nostra assenza.

Per aver diritto al congedo matrimoniale il dipendente deve portare al datore di lavoro una documentazione matrimoniale, ossia il certificato di nozze o un altro documento di eguale valore che attesti la celebrazione civile del matrimonio entro 60 giorni dallo svolgimento delle nozze.

E se è la seconda o la terza volta che convoliamo a nozze? Ogni qualvolta ci uniamo in matrimonio con un altra persona, abbiamo diritto a godere del congedo matrimoniale.

Chi può richiedere il congedo matrimoniale?

Vediamo chi può e chi non può godere dei 15 giorni di congedo matrimoniale:

  • un lavoratore dipendente che non sia in prova, a patto che il matrimonio avvenga prima della scadenza del contratto
  • una coppia convolata a nozze tramite unione civile: a stabilirlo è stata la legge 76 del 2016, rinominata legge Cirrinà, all'articolo 1 comma 20: "Al solo fine di assicurare l'effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall'unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso." Anche una coppia omosessuale può dunque fruire del congedo matrimoniale, il rito matrimoniale scelto non conta, importa solo abbia valore civile.
  • chi seppur disoccupato o sospeso abbia avuto un contratto di lavoro di durata di almeno 15 giorni nei 90 giorni precedenti al matrimonio.
  • chi ha presentato le dimissioni per potersi sposare
  • chi è stato licenziato per cessata attività

Non possono godere per legge del congedo matrimoniale i lavoratori liberi professionisti e i lavoratori stranieri che non hanno la residenza e lo stato di coniugato.

Secondo il messaggio del 14 agosto 2023, n. 2951 dell'INPS i lavoratori con qualifica di operai nel settore dell'industria o dell'artigianato, hanno diritto ad un assegno di congedo matrimoniale, del quale fruiscono per gli 8 giorni di congedo matrimoniale cui hanno diritto, pari alla retribuzione di 7 giorni.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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