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5 Maggio 2023
17:00

Cosa fare se un bambino viene punto da un’ape? Come comportarsi e come prevenire le punture di insetti

In caso di puntura di ape nei bambini, è bene innanzitutto mantenere la calma e poi cercare di togliere il pungiglione dalla zona gonfia. Bisogna anche saper riconoscere una reazione allergica.

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Cosa fare se un bambino viene punto da un’ape? Come comportarsi e come prevenire le punture di insetti
bambino e api

La bella stagione non porta solo con sé il sole, i fiori, il caldo, la voglia di trascorrere più tempo possibile all'aria aperta. Purtroppo in primavera e in estate aumentano le punture di insetti, che spesso riguardano proprio i nostri bambini. Soprattutto gli insetti con il pungiglione sono osservati speciali quando siamo in mezzo alla natura. Cosa fare se un bambino viene punto da un'ape?

I comportamenti da mettere in atto in caso di puntura di insetto variano a seconda dei sintomi riportati dal bambino e dalla gravità della situazione. Ci sono persone allergiche al veleno del pungiglione di questi insetti volanti, che potrebbero avere anche uno shock anafilattico e richiedere cure specifiche. Sapere cosa fare in caso di puntura e come prevenirla è fondamentale.

Sintomi della puntura di api

Gli insetti, quando pungono le persone, usano sostanze irritanti che creano una reazione sulla pelle. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia è lieve e si risolve velocemente. Se, invece, la zona colpita è molto delicata (come viso, occhi, bocca) o se il bimbo è allergico al veleno delle punture degli insetti con pungiglione, bisogna allora prestare maggiore attenzione.

Le punture di api si manifestano solitamente con:

  • arrossamenti
  • gonfiore
  • prurito
  • dolore
Il gonfiore può aumentare per 24 ore, in assenza di allergia

I sintomi si presentano generalmente localmente, ovvero nella sede della puntura. In genere, il dolore scompare dopo poche ore, mentre il gonfiore può rimanere tale o aumentare ancora per 24 ore. Se al centro si nota un puntino nero, allora si è certi che a pungere è stata un'ape, che ha lasciato dentro il pungiglione. Questa è la normale reazione di una puntura di ape in soggetti che non sono allergici.

In caso di allergia, invece, possiamo notare:

  • zona gonfia più grande di 10 cm, con regressione più lunga, anche di diversi giorni
  • orticaria e arrossamento
  • sintomi respiratori come asma, difficoltà a respirare, tosse
  • sintomi gastrointestinali, come crampi addominali, vomito, diarrea
  • sintomi cardiocircolatori, con pressione bassa, collasso e anche shock anafilattico

Cosa fare in caso di puntura di ape

Innanzitutto, in caso di puntura di un'ape bisogna mantenere la calma, per permettere anche al bambino di tranquillizzarsi. In seguito bisogna capire se si tratta di una normale reazione locale al veleno o di una reazione locale o generalizzata di tipo allergico. A volte non si scopre questa allergia finché non si viene punti da un'ape. In caso di sospetto, esistono dei test allergici che possono confermare la allergia. Se un bambino è allergico al veleno di imenottero,  capire di quale imenottero si tratta può essere utile.

La procedura da seguire in caso di puntura di ape è la seguente:

  • Se è ancora presente il pungiglione, dobbiamo toglierlo e gettarlo via: usare una pinzetta o un ago sterile
  • Procediamo con un impacco di ghiaccio, per lenire il dolore, il prurito e il gonfiore
  • Può essere utile la somministrazione di paracetamolo per il dolore
  • Nelle  ore successive la puntura, dobbiamo tenere sotto osservazione il bambino, così da capire subito se dovesse avere ulteriori reazioni avverse

Ricordiamoci, di non schiacciare mai la pelle intorno al pungiglione, altrimenti non facciamo altro che spargere ancora di più il veleno.

In caso di sintomi più gravi, portare subito il bambino al Pronto Soccorso

I pediatri, poi, consigliano di portare immediatamente il bambino punto da un'ape al più vicino Pronto Soccorso sia nel caso in cui abbia avuto già in precedenza una reazione allergica alle punture di imenotteri, sia se compaiono sintomi più gravi di allergia, come quelli sopra descritti. Inoltre, chiamiamo subito il medico se ci sono molte punture sul corpo del bambino o se è stato punto in bocca o vicino gli occhi.

puntura di ape nel bambino

Come comportarsi se il bambino ha uno shock anafilattico

Di solito le punture si curano con antistaminici e cortisonici per via orale o pomate a base di cortisone, ma bisogna sempre sentire prima il parere del medico curante. In caso di shock anafilattico, invece, è bene intervenire subito con una terapia urgente a base di un autoiniettore con adrenalina che i soggetti allergici hanno sempre con sé. Quando non si è al corrente di una potenziale diagnosi di allergia al veleno degli imenotteri, in caso di shock anafilattico è bene recarsi subito al Pronto Soccorso, dove iniziare una terapia urgente a base di iniezioni di adrenalina per via intramuscolare nella coscia, da ripetere se necessario.

Come prevenire le punture di api

Purtroppo, a differenza delle zanzare, gli imenotteri non sono restii ad avvicinarsi a chi indossa repellenti per insetti. Per cercare di evitare il più possibile le punture di api meglio far attenzione ai luoghi all'aria aperta dove sono presenti frutteti in fiore o campi di trifoglio. Inoltre, meglio controllare sempre nella cameretta se per caso, con la finestra aperta, sono entrate delle api. E mai far correre i bambini a piedi nudi sui prati, perché molto spesso capita che calpestino delle api che, reagendo per difendersi, possono pungere i loro piedini, provocando fastidi davvero intensi.

I bambini non devono mai avvicinarsi ai nidi ai api

Fondamentale, inoltre, spiegare ai bambini che non si devono mai toccare i nidi di api, vespe, calabroni, facendo vedere loro quali sono e far capire loro che se un'ape ronza intorno non bisogna cercare di cacciarla, imprigionarla o schiacciarla: i bambini devono rimanere assolutamente immobile.. Bisogna anche prestare molta attenzione quando si fanno i pic nic nei parchi: le api sono attirate da bibite dolci, torte, marmellate, miele, frutta. Dovremmo anche evitare di vestire i bambini con colori sgargianti o usare profumazioni che possano attirare gli imenotteri.

Per prevenire reazioni avverse nei soggetti allergici, si può anche ricorrere all'immunoterapia desensibilizzante, impropriamente anche chiamata vaccinazione. Consiste nella somministrazione di  dosi di veleno crescenti dell'insetto per desensibilizzare il soggetto che la riceve.  La procedura va però eseguita in un centro specializzato e ha una durata di 3-5 anni.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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