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15 Dicembre 2023
9:00

Da che età introdurre i bambini alla cucina etnica? Tra sushi, poke e kebab

Oggi la cucina etnica è diventata un trend, ma prima di proporre al piccolo pesce crudo, preparazioni particolarmente sugose e piatti contenenti grandi quantità di spezie, bisogna considerare due elementi: l’età del bambino e il tipo di alimento. Vediamo quali sono i cibi da evitare fino a una certa età.

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Da che età introdurre i bambini alla cucina etnica? Tra sushi, poke e kebab
Dietista
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Cinese, giapponese, arabo, messicano, greco… I ristoranti dove poter assaggiare piatti  della tradizione gastronomica di un altro Paese sono sempre più diffusi nelle nostre città, complici la multiculturalità, il desiderio di sperimentare nuovi sapori e il voler ritrovare talvolta quei gusti assaporati durante un viaggio all’estero, difficilmente replicabili a casa. Ma l’esperienza di una cena diversa e lontana dalle nostre tradizioni prettamente  mediterranee può essere affrontata anche con i più piccoli? Esiste un’età per far assaggiare loro del pesce crudo al ristorante giapponese o un piatto speziato al locale indiano? Bisogna considerare l'età del bimbo e la tipologia di alimento.

Le cucine etniche più amate dalle famiglie italiane

Con “cucina etnica” si intende la tradizione gastronomica di una particolare etnia, qualunque essa sia. Non solo quindi il lontano Oriente come spesso si è portati a pensare, ma anche una moussaka della cugina Grecia così come una paella spagnola possono essere  benissimo considerati piatti etnici.

La curiosità da parte del consumatore e il desiderio di entrare in contatto con culture diverse sono state il motore fondamentale di questo trend. Trasmetterla ai nostri figli può essere uno dei tanti modi per abbracciare usi e costumi diversi dal proprio. Le cucine tipiche più amate da noi italiani? Tantissime:

  • giapponese (sushi, sashimi, maki)
  • cinese (riso alla cantonese, involtini primavera, pollo alle mandorle)
  • turca (kebab)
  • araba-africana (cous cous)
  • messicana (tacos, tortillas, chili di carne e fagioli, guacamole)
  • greca (insalata greca di feta e olive, pita, moussaka, souvlaki)
  • indiana (tandoori, pollo al curry con riso basmati)
  • spagnola (paella, sangria)
  • americana (hamburger, patatine fritte, pancake, donuts, cupcake)
  • inglese (fish and chips, uova e bacon)

Alimenti vietati ai più piccoli

Veniamo dunque al fulcro del discorso: si può stare tranquilli nel far assaggiare ad un bimbo un piatto contenente spezie e preparazioni sugose e ricche, come quelle tipiche della cucina mediorientale ed indiana, oppure del pesce crudo, protagonista di diverse  preparazioni giapponesi, come ancora riso uova e carne fritti, piuttosto comuni nella cucina cinese? Dipende da due fattori:

  1. L’età del bambino
  2. Il tipo di alimento

Spezie e cucina indiana

Per quanto riguarda le spezie si può stare piuttosto tranquilli, anzi, un loro uso moderato  per insaporire i cibi è consigliato fin dal periodo di svezzamento, non potendo utilizzare il sale per renderli più appetibili. Sono graditi a tutti i bambini? Non è detto. Se la mamma durante la gravidanza e l’allattamento avrà assunto, in modo ragionevole ovviamente, cibo speziato, è più probabile che il bimbo sia bendisposto a tollerarli.

Un’attenzione è però quella di evitare le spezie piccanti quali il peperoncino, la paprika piccante, il rafano, il pimento e abbondanti quantità di pepe, poiché potrebbero irritare le pareti gastriche giovani, ancora in via di sviluppo e rinforzo.

Sushi e cucina giapponese

Sul pesce crudo il discorso cambia: nonostante anche per gli adulti ci debba essere una  rigorosa attenzione sul suo trattamento – e cioè quello di abbatterlo a temperature ben oltre  lo 0° (-15-20° a seconda della durata del congelamento) per assicurarsi l’inattivazione di eventuali larve di un parassita molto pericoloso per la salute umana, l’Anisakis – lo scrupolo per i bimbi è maggiore in quanto l’organismo in giovane età riesce a rispondere con meno forze alle infezioni gastroenteriche.

Il pesce crudo sarebbe quindi da evitare assolutamente entro i 3 anni, ma per precauzione meglio aspettare dopo i 6.

Ciò non toglie che si potrebbe far fare esperienza della cucina giapponese anche tramite altri piatti (cotti):

  • riso saltato con gamberi
  • ravioli di carne o di verdure
  • rolls di salmone o gamberi cotti
  • soia
  • edamame
  • pokè con pollo o polpo grigliato
  • ramen con carne
  • noodles

Cucina cinese

Veniamo infine al cibo cinese, amato da molte famiglie perché tra i più comuni come pasto delivery, saporito, economico, vario e da condivisione. Non esistono particolari indicazioni per l’evitamento di alcuni alimenti, ma è bene ragionare sull’aspetto complessivo del pasto al ristorante cinese (o portato da casa).

Vuoi per l’economicità dei piatti, vuoi per il desiderio di assaggiare più sapori, la tendenza è quella di riempire la tavola con tanti piattini, da cui rifornirsi fino a sentirsi sazi (o spesso superando ben oltre quel limite).

Per un bambino, specie quelli con poca autoregolazione ed ascolto dei bisogni fisiologici, tale dinamica potrebbe portare ad episodi di iperalimentazione e conseguente disagio  fisico. I piatti cinesi sono infatti notoriamente preparati con molti grassi (fritti o “saltati” alla  piastra con olio di semi) e, se abbondanti o mischiati tra di loro, potrebbero avere la  spiacevole conseguenza di mal digestione o nausea.

Infine si ricorda che i funghi, vegetali piuttosto ricorrenti nella cucina cinese, dovrebbero essere introdotti dal 12esimo anno in poi, poiché ricchi di particolari fibre poco tollerate negli  intestini dei più piccoli.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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