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Ecografia morfologica: cos’è, a cosa serve e in quale settimana è consigliato effettuarla

L’ecografia morfologica è un esame non invasivo che si effettua nel secondo trimestre, tra le 19 e 21 settimane di gravidanza, per valutare l’anatomia e lo sviluppo del feto. Esamina ossa, cervello, midollo spinale, viso, reni, addome e cuore del piccolo. L'indagine esclude alcune malformazioni nel nascituro e, se la mamma lo richiede, ne rivela il sesso.

6 Maggio 2023
17:00
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Ecografia morfologica: cos’è, a cosa serve e in quale settimana è consigliato effettuarla
Video in collaborazione con Dott. Riccardo Federle
Ostetrico
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L'OSTETRICO RICCARDO FEDERLE

L'ecografia ostetrica morfologica è un esame non invasivo di routine effettuato per valutare l’anatomia e lo sviluppo del feto. Si esegue nel secondo trimestre, tra la 19esima e la 21esima settimana di gravidanza ed è una delle tappe più emozionanti della gravidanza, perché permette alla mamma di conoscere meglio il bebè che porta in grembo. Il medico mostra alla mamma l’immagine ecografia del piccolo e, se la posizione che il feto ha assunto lo permette, le rivela anche il sesso.

A che cosa serve l’ecografia morfologica

Attraverso un’ecografia morfologica il medico valuta l’anatomia, lo sviluppo e il benessere del bambino, escludendo alcune malformazioni fetali.

Eseguire l’esame intorno al quinto mese di gravidanza consente di:

  • Controllare le dimensioni del feto e confermare l'età gestazionale
  • Esaminare nel dettaglio le ossa, il cervello, il midollo spinale, il viso, i reni e l'addome del bambino
  • Monitorare l’attività cardiaca del feto
  • Visualizzare la sede della placenta
  • Rivelare il sesso del feto, se la sua posizione lo permette e se la mamma desidera saperlo

Nonostante l’ecografia morfologica sia un test prenatale fondamentale nella valutazione della salute del bambino, sottoporsi all’esame non significa scongiurare al 100% la presenza di qualsiasi tipo di anomalia nel piccolo.

Quando fare l’ecografia morfologica

Il Ministero della Salute raccomanda alle donne incinte di sottoporsi all’ecografia morfologica tra 19 settimane + 0 e 21 settimane + 0. Il secondo trimestre di gestazione, infatti, è la fase più adatta per datare la gravidanza e diagnosticare tempestivamente anomalie congenite maggiori.

Esistono centri in cui operatori adeguatamente preparati effettuano, in casi ad alto rischio malformativo, l’indagine anatomica fetale in anticipo, intorno alle 13-16 settimane di pancione, per accorciare i tempi della diagnosi ed ottenere prima del previsto informazioni sull’età gestazionale o su eventuali difetti strutturali del feto, lasciando ai genitori il tempo per intervenire e approfondire il quadro diagnostico con eventuali esami genetici.

L’ecografia morfologica è caldamente consigliata, ma non è obbligatoria, e una mamma potrebbe decidere di sottoporsi all’esame anche più tardivamente, a fini esclusivamente conoscitivi. Tuttavia, è opportuno tener conto del fatto che con l’avanzare della gravidanza diventa sempre più difficile esplorare il feto.

Cosa si vede con la morfologica

Il medico, dopo aver spalmato il gel sul pancione della paziente, trascinerà una sonda sulla pelle, il trasduttore, per riprodurre a video le immagini del piccolo. Con l’ecografia morfologica saranno visibili varie caratteristiche del feto, che, come indicato dalla Società Internazionale di Ultrasuoni in Ostetricia e Ginecologia (Isuog), sono:

  • Cranio e cervello
  • Faccia, con il labbro superiore, il profilo, le orbite, il naso, le narici
  • Collo
  • Torace, polmoni e cuore
  • Addome, con organi interni, e cordone ombelicale
  • Reni e vescica
  • Colonna vertebrale
  • Arti superiori e delle mani ed inferiori e dei piedi (non il numero di dita)
  • Placenta
  • Genitali

Durante il test, il medico potrebbe accorgersi di un’anomalia strutturale nel feto. Tuttavia, un’ecografia morfologica non rivela eventuali difetti genetici, come la sindrome di Down, da approfondire tramite amniocentesi o prelievo dei villi coriali.

Nello specifico, come indicato da NHS, l’ecografia morfologica a circa 20 settimane di gestazione permette all’ecografista di individuare 11 condizioni e patologie rare nel feto:

  • anencefalia
  • spina bifida aperta
  • labbro leporino
  • ernia diaframmatica
  • gastroschisi
  • exomphalos
  • gravi anomalie cardiache
  • agenesia renale bilaterale
  • displasia scheletrica letale
  • Sindrome di Edwards, o T18
  • Sindrome di Patau, o T13
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Come prepararsi all’ecografia morfologica

L'ecografia morfologica è una visita medica e la mamma firma il consenso informato prima di sottoporsi all'esame. È importante che la paziente sia informata di quel che succederà e che si senta libera di fare qualsiasi domanda allo specialista.

Per effettuare l’esame, di regola non occorre digiunare: la mamma può mangiare e bere a sazietà prima della visita, tuttavia potrebbe essere richiesto in anticipo alla paziente di non svuotare la vescica e trattenere la pipì nell'ora che precede l'appuntamento e fino alla fine della visita.

Ecografia morfologica: limiti e controindicazioni

L’ecografia morfologica è un esame utile e raccomandato alle mamme in dolce attesa dal Ministero della Salute. Anche se non esclude qualsiasi problema di salute nel piccolo, è ritenuto un test affidabile per indagare l'anatomia e lo sviluppo del feto.

L'esame è innocuo e indolore. Al massimo, l'ecografista potrebbe effettuare una leggera pressione sul pancione per ottenere immagini migliori del piccolo.

Il test contribuisce al rilevamento di malformazioni congenite, tuttavia presenta dei limiti: alcuni difetti potrebbero sfuggire e non essere individuati durante il controllo, oppure potrebbero manifestarsi più tardi.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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