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8 Aprile 2024
15:00

In una scuola di Milano arriva il Metaverso: in classe con il visore per imparare nella realtà virtuale

In un Istituto scolastico di Milano arrivano le lezioni immersive con il Metaverso e l'Intelligenza Artificiale. Gli studenti delle superiori - oltre 1.100 - indosseranno i visori in classe e verranno catapultati in una realtà virtuale per interagire con i contenuti didattici. Il progetto, come chiarisce il direttore, è in linea con il Piano Scuola 4.0 previsto dal Ministero dell'Istruzione. Le nuove frontiere della tecnologia aiuteranno l'apprendimento degli studenti?

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In una scuola di Milano arriva il Metaverso: in classe con il visore per imparare nella realtà virtuale
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Dopo i tablet al posto dei manuali e le lavagne multimediali in sostituzione di quelle di legno nere, entrano nelle scuole i visori di realtà virtuale. Tra i primi a indossarli e utilizzarli in aula a scopo didattico saranno gli oltre 1.150 studenti delle superiori dell’Istituto paritario "Freud" di Milano. A partire dall’anno scolastico 2024-2025 sperimenteranno le lezioni immersive direttamente sui banchi per 2-4 ore al giorno. Dopotutto, come spiega il direttore dell'Istituto meneghino, l’introduzione di tecnologie e dispositivi di realtà virtuale in ambito scolastico rientra nel Piano Scuola 4.0, previsto dal PNRR.

Il progetto sperimentale

Quello che partirà in autunno nell’Istituto Freud del capoluogo lombardo è un progetto sperimentale che coinvolgerà tutti gli alunni del Liceo Scientifico e delle Scienze umane e del Tecnico economico-turistico e tecnologico-informatico del plesso "Freud". Lo studente, inforcato il visore di realtà virtuale, verrà catapultato in una classe immersiva, cioè in uno spazio virtuale tridimensionale che gli consentirà di interagire direttamente con i contenuti didattici, grazie al supporto dell’Intelligenza Artificiale. Sono previste lezioni immersive, video a 360°, simulazioni di viaggi nello spazio e nel tempo per apprendere gli eventi storici in modo esperienziale, modelli 3D da rielaborare con contenuti multimediali, una Library digitale.

In sostanza, l’approccio virtuale garantirà agli scolari un apprendimento fondato più sull’esperienza diretta, che sulla lettura e spiegazione di nozioni a voce. Un metodo che forse risulterà più stimolante nell’era in cui la soglia dell’attenzione è precipitata a una media di 8 secondi totali.

«Il processo di insegnamento e apprendimento all'interno del contesto didattico oggigiorno non può fare a meno di ricorrere all'uso orientato di strumenti digitali e risorse informatiche facenti parte delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione, Tic -ha spiegato il direttore dell'Istituto Freud, Daniele Nappo-. L’apprendimento risulta essere così più coinvolgente e partecipativo. Si è quindi totalmente allineati con i criteri del Piano Scuola 4.0 dove appunto si prevede il ricorso al Metaverso in ambito scolastico».

Il Piano Scuola 4.0

La didattica continua ad evolvere, quindi, aprendosi alle nuove frontiere della tecnologia. Nel caso dell’Istituto milanese, come chiarito dal direttore Nappo, l’innovazione è in linea con quanto proposto dal Piano Scuola 4.0, un programma del Ministero dell’Istruzione finanziato dal PNRR con un investimento di 2,1 milioni di euro per digitalizzare e innovare la scuola italiana. Non a caso, “Next Generation Classrooms” (dall’inglese, «aule di prossima generazione») è il titolo della prima azione del Piano Scuola 4.0, che prevede la trasformazione di almeno 100mila aule d’Italia in ambienti di apprendimento all’avanguardia, in cui si fondano gli spazi fisici con quelli digitali.

L’Istituto meneghino, che già quest’anno aveva avviato una sperimentazione digitale limitata agli studenti di quinta superiore del tecnologico-informatico, è uno dei primi in Italia a lanciarsi nella sfida didattica del Metaverso. Resterà da capire se strumentazioni del genere siano in futuro adottabili in qualsiasi scuola della Penisola, senza disuguaglianze.

Difficile da immaginare nel breve periodo, vista la forte disparità delle condizioni delle scuole a livello nazionale. Come emerso da un’indagine di Legambiente, la metà delle scuole in Italia non ha neppure una palestra, l’80% non offre il servizio di scuolabus, e nel Sud e centro Italia una scuola su due richiede interventi urgenti alla struttura.

Rischi e benefici

Il progetto di realtà virtuale (VR) avrà effettivi benefici nello studio e nell’apprendimento degli studenti? Negli ultimi anni si stanno moltiplicando gli studi sull’applicazione del Metaverso, dell’Intelligenza Artificiale e di strumenti di realtà virtuale in contesti diversi, incluso quello scolastico ed educativo. Secondo una recente indagine inglese pubblicata su BMC Psychology l’uso del Metaverso ha un impatto positivo nell’apprendimento scolastico, promuove un senso di comunità all’interno della classe e facilita il coinvolgimento degli studenti.

Tuttavia, le nuove frontiere della tecnologia comportano dei rischi. Pertanto, la promozione di dispositivi di ultima generazione in classe va accompagnata da una corretta educazione sui potenziali pericoli. Lo scorso gennaio nel Regno Unito era arrivato in Tribunale il caso di una 16enne violentata in un gioco di realtà virtuale da altri avatar. Si discuteva sul trauma psicologico ed emotivo riportato dalla giovane, analogo a quello di chi è vittima di violenza nella realtà, perché l’esperienza VR è progettata per essere completamente immersiva e coinvolgente.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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