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15 Aprile 2023
16:00

Esodo degli italiani per la PMA all’estero. La ginecologa: «L’Italia è indietro in materia di tecnologia e diritti umani»

Sono in aumento del 30% rispetto al 2019 le coppie che partono dall'Italia per poter avere un bambino tramite tecniche di PMA. Il nostro Paese deve evolversi in materia di tecniche riproduttive e diritti umani, ne abbiamo parlato con le ginecologhe specializzate in medicina riproduttiva Annalisa Racca e Sara Loreti.

A cura di Sophia Crotti
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Esodo degli italiani per la PMA all’estero. La ginecologa: «L’Italia è indietro in materia di tecnologia e diritti umani»
Intervista a Dott.ssa Sara Loreti - Dott.ssa Annalisa Racca
Ginecologhe specializzate in medicina riproduttiva
coppia in viaggio

Sono 13mila le coppie che ogni anno partono dal nostro Paese per cercare di avere un figlio tramite tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Questa è la stima emersa dagli studi dalla Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU), attualmente riunita al 6° congresso nazionale a Roma, intitolato ‘La medicina della riproduzione: tra ricerca e clinica‘.

Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Belgio sono le mete più scelte dagli italiani, non per una vacanza rilassante ma per poter diventare genitori. Dal 2019, infatti, sono aumentati del 30% i viaggi del cosiddetto "turismo riproduttivo" verso le cliniche estere più tecnologiche, libere e meno care.

Abbiamo parlato delle criticità che inducono gli italiani a non rivolgersi alle cliniche presenti sul territorio nazionale e di tutto ciò che si potrebbe migliorare, con le due ginecologhe specializzate in tecniche di riproduzione medicalmente assistita Annalisa Racca e Sara Loreti.

Le criticità in Italia

Si sta tenendo in questi giorni a Roma il VI Congresso Nazionale di Medicina Riproduttiva, indetto dalla SIRU.

Uno dei temi caldi, già emersi, è stato proprio questo fenomeno del turismo procreativo, che per l'Italia è stato definito "esilio riproduttivo". Sara Loreti, ginecologa specializzata in tecniche di procreazione medicalmente assistita, si trovava proprio tra i banchi del Congresso e ha potuto così spiegarci le 3 criticità emerse per le tecniche di PMA nel nostro Paese:

Attesa estremamente lunga

Sia gli ospedali pubblici che i centri privati in Italia hanno liste d'attesa chilometriche e spesso per chi si rivolge alla medicina per riuscire ad avere un figlio il tempo è di estrema importanza.

Coppia che attende

«Ho fatto una media dei tempi di attesa di ogni regione e ho scoperto che per accedere alla PMA omologa (utilizzando cioè i gameti della coppia) bisogna aspettare dai 6 mesi a 1 anno. I tempi arrivano anche a 2 anni di attesa quando si parla invece di tecniche eterologhe, che tra l'altro non tutti i centri offrono».

Testo della legge 40 del 2004 troppo restrittivo

A normare le tecniche della procreazione medicalmente assistita è la legge 40 del 2004, il cui testo è stato ripreso e riletto integralmente durante la conferenza per evidenziarne le problematicità.

La Pma in Italia è concessa solo alle coppie coniugate o conviventi di sesso diverso e maggiorenni

«La PMA in Italia è permessa alle coppie coniugate o conviventi di sesso diverso e maggiorenni. Quindi coppie gay, madri single, donne rimaste vedove devono per forza andare all'estero, dove non è preclusa loro la possibilità di diventare genitori».

Coppia omosessuale

Inoltre in Italia a non essere permessa è anche la gestazione per altri, alla quale però recenti studi hanno dimostrato che ricorrono per il 90% coppie eterosessuali.

Costi troppo alti

In Italia i tempi lunghi di attesa per poter accedere alle tecniche di PMA inducono molte coppie a rivolgersi alle cliniche private dove però si scontrano con un altro grosso problema: «I costi nelle cliniche private italiane sono altissimi, ad oggi esistono voli low cost, la permanenza all'estero è breve, quindi le coppie si spostano con facilità e spendono molto meno nelle cliniche estere».

Possibili soluzioni

Le possibili soluzioni di cui si è parlato durante il Congresso sono state sicuramente in prima battuta rivedere il testo della Legge 40 del 2004. A proposito di questo Sara Loreti ci ha detto: «Serve un testo di legge al passo con i tempi e soprattutto in linea con le normative europee, che tuteli i diritti di tutti».

Bisogna aggiornare la Legge 40/2004 e incentivare la donazione di gameti

Poi bisogna incentivare le donazioni di gameti in Italia «Il 98% dei gameti che si trovano negli ospedali e nelle cliniche italiane arriva dall'estero, questo perché in Italia non c'è un compenso economico per chi dona lo sperma o i propri ovuli, che sarebbe necessario».

Perché gli italiani vanno all'estero?

Le coppie e i single che oggi si rivolgono alle cliniche estere per poter avere dei bambini lo fanno perché lì trovano tecnologie avanzate e libertà.

La ginecologa Annalisa Racca che lavora per una clinica di medicina riproduttiva in Spagna ci ha detto che in Italia nonostante l'enorme presenza di cliniche specializzate in tecniche di PMA, 332 centri tra pubblici e privati iscritti sul registro nazionale, sono pochi i finanziamenti che arrivano ai reparti di medicina riproduttiva.

Coppia dal medico

«Nel Sistema Sanitario italiano c’è forte contesa dei finanziamenti tra i vari dipartimenti degli ospedali pubblici e il reparto di riproduzione assistita riceve meno fondi degli altri. Di conseguenza i centri pubblici italiani sono molto indietro, anche solo a livello delle strutture del laboratorio e questo alla lunga porta le coppie a guardare altrove per trovare tecniche sicure e avanzate». Questo, nonostante, ci ha detto la dottoressa Racca, il nostro Paese sia pieno di medici specializzati in PMA riconosciuti a livello internazionale.

Inoltre oggi non è più un problema viaggiare, quasi tutti conoscono l'inglese, in generale le cliniche si attrezzano per parlare la lingua delle pazienti e i buoni risultati che si ottengono all'estero, grazie ad internet sotto gli occhi di tutti, inducono coppie e single a partire.

Il nostro Paese ha le carte in regola per adeguarsi ai tempi che corrono e diventare competitivo dal punto di vista delle tecnologie e dei diritti umani

Il nostro Paese però ha le carte in regola per adeguarsi ai tempi che corrono e diventare competitivo dal punto di vista delle tecnologie e dei diritti umani, e la dottoressa Racca si dice fiduciosa:«Da qui a un decennio le cose cambieranno, l'Italia darà ai suoi cittadini la possibilità di diventare genitori e il trend in aumento di viaggi all'estero per poter avere un figlio si invertirà».

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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