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24 Marzo 2023
15:30

La Gestazione per altri (GPA) può davvero diventare un reato universale?

La proposta di legge per considerare la Gestazione Per Altri un reato “universale” atterrisce e fa discutere. Si può considerare realmente attuabile tale manovra legislativa? Quali conseguenze si concretizzerebbero per le famiglie italiane?

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La Gestazione per altri (GPA) può davvero diventare un reato universale?
Giurista, Mediatrice Familiare e Criminologa Clinica
GPA reato universale?

Le notizie che si avvicendano in queste ultime settimane, sul fronte diritti e genitorialità, sembrano spingerci sempre più verso un mondo distopico. Dal Comune di Milano che blocca il riconoscimento dei certificati di nascita omogenitoriali alla proposta di legge per rendere la GPA reato universale, la sensazione è quella di un governo intenzionato a fare numerosi passi indietro in tema di bioetica piuttosto che procedere verso la conquista di nuovi diritti per i cittadini.

Ma in cosa consiste questa proposta di legge e quali sono i potenziali rischi per le famiglie sul territorio nazionale?

La Gestazione per altri in Italia

La Gestazione Per Altri (GPA) è una forma di procreazione assistita attraverso la quale la gravidanza viene portata avanti da una persona per conto di terzi. Conosciuta anche con termini, considerati dispregiativi, quali “affitto d’utero” e “maternità surrogata” consiste in uno dei pochi modi attraverso i quali numerose coppie, omosessuali e eterosessuali con problemi di fertilità, possono vedere riconosciuto il proprio desiderio di genitorialità.

Il Italia la GPA è illegale e non è mai stata riconosciuta come possibile, ma la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia richiede che venga considerato un reato perseguibile anche se commesso all’estero.

Proposta di legge

Considerato che in Italia non è possibile accedere alla GPA, negli corso degli anni migliaia di coppie vi hanno fatto ricorso in altri stati europei ed extraeuropei. Negli ultimi tempi hanno fatto discutere le numerose dichiarazioni sul tema da parte degli esponenti di Governo, che l’hanno paragonata a pratiche illegali quali “tratta di esseri umani” o “violenza sessuale su minore”. La posizione della destra sulla questione è sempre stata chiara: la stessa Giorgia Meloni aveva provato a far passare un testo analogo durante la scorsa legislatura.

La proposta di FdI prevede pene e sanzioni per gli italiani che praticano GPA anche all'estero

La proposta di legge attuale, firmata da Carolina Varchi, non arriva quindi come un fulmine a ciel sereno e si propone di modificare la legge 40/2004, che disciplina la fecondazione assistita. La norma al momento prevede sanzioni penali per chiunque “realizzi, organizzi o pubblicizzi” la GPA. L’intenzione di Fratelli d’Italia è prevedere che tali pene si applichino anche nel caso in cui il fatto venga commesso all’estero.

L’art. 7 del Codice Penale italiano dispone, infatti, che i cittadini italiani possano essere perseguiti per fatti commessi all’estero solo in alcuni specifici casi. Ma nel caso della GPA è una situazione realmente configurabile?

Punire un’azione commessa all’estero non è cosa semplice. Le ipotesi in cui questo si rende possibile sono solamente tre:

  • quando la condotta in questione sia considerata un reato per il diritto internazionale, come avviene ad esempio per crimini di guerra
  • quando si tratti di una condotta qualificata specificamente come reato anche all’estero
  • quando, a prescindere da come sia considerata all’estero, venga imposta la qualificazione di reato intimando all’estero la legge italiana

Considerato che la GPA non è considerata un reato a livello internazionale e non è penalmente perseguita nei paesi dove viene attuata e utilizzata dai cittadini italiani, l’unica strada perseguibile sarebbe la terza ipotesi: imporre la qualifica di reato all’estero.

Con quali principi si potrà giustificare una tale presa di posizione? Considerato, soprattutto, che la nostra stessa Costituzione considera la sanzione penale un extrema ratio, cui ricorrere qualora non esistano altri strumenti idonei. Lo stesso concetto di “reato universale” non appare ancorato alla realtà ma frutto di una volontà sensazionalistica, non rientrando in nessuna delle ipotesi di reato commesso all’estero punito in Italia così come disposto dalla normativa nazionale e internazionale.

Forse il Governo intende considerare una pratica lecita, in diversi Paesi, alla stregua di crimini contro l’umanità mondialmente perseguiti?

Agli occhi dei giuristi questa non può che apparire come una manovra politica provocatoria, forzatamente fuori dai confini di costituzionalità e ragionevolezza che dovrebbero disciplinare il nostro ordinamento penale.

Le conseguenze in concreto

Se ad ogni modo la proposta di legge passasse, chiunque si rechi all’estero per avere un figlio attraverso la GPA rischierebbe di essere sottoposto a un procedimento penale una volta rientrato sul territorio nazionale. Sul piano concreto significa che centinaia di bambini nati, in futuro, tramite GPA potrebbero vedere i propri genitori arrestati e processati.

Quali conseguenze avrebbe, poi, una tale normativa sul riconoscimento dei certificati di nascita esteri? Questi sono già messi fortemente in discussione dalla normativa nazionale, che permette il riconoscimento del solo genitore biologico.

GPA

Se la filiazione avvenisse a seguito di una pratica come la GPA, perseguita penalmente anche se attuata territorio estero, almeno un genitore verrebbe riconosciuto come tale sul territorio nazionale? Sarebbe una trascrizione agevole o sarebbe necessario adire un tribunale? Senza risposte certe in merito è possibile pensare che il minore in questione, una volta rientrata la famiglia in Italia, verrebbe considerato sprovvisto di una qualsiasi figura genitoriale.

Per quanto riguarda le coppie che abbiano fatto ricorso alla GPA in passato, invece, non ci sarebbero conseguenze di alcun tipo anche nel caso in cui la proposta di legge desse luogo a una modifica della normativa attuale.

Secondo i principi costituzionali, infatti, nessuna legge penale può avere un effetto retroattivo, punendo ex post fatti commessi prima della sua entrata in vigore. Questo significa che nessuno può essere punito per aver commesso un’azione che, al momento in cui veniva posta in essere, non era ancora considerata un reato dalla legge nazionale.

Tralasciando, però, le considerazioni di carattere tecnico-giuridico sulle eventuali conseguenze legali e processuali, ci si chiede quale senso abbia nel 2023 criminalizzare a livello “internazionale” la GPA. Una pratica autorizzata e riconosciuta da diversi Stati europei ed extraeuropei. Un’attività ben lontana dalla connotazione criminogena che gli si vuole affibbiare, ma volta unicamente alla conquista di uno specifico, e altrimenti impossibile, diritto di genitorialità.

Che tipo di incidenza avrebbe poi questa scelta nei rapporti tra l’Italia e l’Europa? La priorità del Governo di maggioranza, in un momento storico così duro sotto vari profili sociali ed economici, può essere solo quello di scovare nuovi modi per comprimere i diritti civili dei propri cittadini?

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