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27 Marzo 2024
11:00

Gli adolescenti non ascoltano i genitori: è il loro cervello che lo impone

Il cervello degli adolescenti non ascolta più le voci familiari, prediligendo quelle esterne: la ragione riguarda la crescita e l'indipendenza. Lo studio pubblicato sul Journal of Neuroscience mette in luce diversi aspetti.

A cura di Sara Polotti
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Gli adolescenti non ascoltano i genitori: è il loro cervello che lo impone
adolescenti che non ascoltano

L'adolescenza è certamente un periodo difficile tanto per i genitori e gli educatori alle prese con i ragazzi, quanto per i ragazzi e le ragazze che, da parte loro, devono fare i conti con cambiamenti fisici, emotivi e psicologici davvero destabilizzanti, andando verso l'indipendenza e l'autonomia necessarie per la vita adulta. Ed è proprio in questa direzione che va una funzione neurologica che spiegherebbe la ragione per cui gli adolescenti sembrino non ascoltare mamme e papà. Perché è così: gli adolescenti non ascoltano i genitori. O, per lo meno, ascoltarli non gli dà lo stesso piacere neurologico che provavano quando erano bambini. E quindi è normale che ignorino certe voci.

Uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, infatti, mette in luce come il cervello dei ragazzi in età adolescenziale "scremi" le voci che ascolta, prediligendo quelle non familiari e lasciando quelle materne e paterne in un angolino. Non metaforicamente, ma letteralmente.

Non si tratta, quindi, di un capriccio adolescenziale e non è del tutto colpa dei genitori o dei figli se la comunicazione si fa particolarmente difficoltosa.

Lo studio è stato condotto presso la Stanford University e rivela, nello specifico, l'interessante cambiamento nel modo in cui gli adolescenti percepiscono le voci familiari rispetto a quelle non familiari. Intitolato "Un cambiamento neuroevolutivo nei circuiti della ricompensa dalle voci materne a quelle non familiari nell'adolescenza", ha coinvolto 46 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 7 e i 16 anni, monitorati tramite risonanza magnetica.

Se nei bambini più giovani è la voce della madre a stimolare certe attività cerebrali, durante la pre-adolescenza e l'adolescenza si è notato un cambiamento significativo: i ragazzi mostrano la stessa attività cerebrale solo quando sono stimolati da voci non familiari. Questo suggerisce una transizione verso una maggiore sensibilità alle voci esterne al nucleo familiare.

Le aree del cervello coinvolte in questo cambiamento includono i circuiti della ricompensa, nonché altri processi uditivi, cognitivi e di valutazione sociale. In sostanza, gli adolescenti sembrano valutare in modo diverso le informazioni sociali provenienti da fonti familiari rispetto a quelle non familiari, indicando una graduale separazione emotiva dai genitori durante questo periodo di sviluppo.

Le ragioni non sono chiare, ma ipotizzabili, e prima di tutto riguardano la ricerca inconscia di indipendenza dei ragazzi, che piano piano dovranno staccarsi dal nucleo domestico per trovare la propria strada, contando sulle loro forze e sul loro giudizio. Se prima la voce materna era legge inconfutabile e sicurezza assoluta, quindi, ragazzi e ragazze durante l'adolescenza iniziano a staccarsene. Senza crudeltà, ma per necessità di sopravvivenza esterna.

Parlare con gli adolescenti e soprattutto farsi ascoltare, evitando che ignorino richieste e consigli, è difficilissimo perché è la natura che in qualche modo detta le regole. Ma non è impossibile e mantenere un dialogo aperto ed empatico si può.

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