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4 Gennaio 2024
12:00

In California i centri commerciali hanno per legge una sezione di balocchi gender-free, per liberare i bambini dagli stereotipi di genere

La California è il primo Stato degli USA a introdurre, grazie a una legge, un reparto di giocattoli gender free. I rivenditori dovranno rietichettare i giocattoli e posizionarli l'uno accanto all'altro a prescindere dagli stereotipi di genere, per far sentire i bimbi liberi di essere chi vogliono.

A cura di Sophia Crotti
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In California i centri commerciali hanno per legge una sezione di balocchi gender-free, per liberare i bambini dagli stereotipi di genere
giocattoli gender free

In California dal 1 gennaio 2024 tutti i grandi centri commerciali che vendono giocattoli dovranno avere una sezione di balocchi gender-free, dove bimbi e acquirenti potranno gironzolare senza farsi trarre in inganno da stereotipi di genere, o confezioni fucsia o azzurre. A decretarlo la legge n.1084 approvata nel 2021.

Sono ormai lontani i tempi in cui alla tv le pubblicità della cucina per bambini avevano solo protagoniste femmine e la pista delle macchinine solo bimbi maschi intenti a far fare rocambolesche mosse ai piccoli veicoli. Il mondo dei giocattoli è e deve essere gender free. Anche se ancora capita, soprattutto nei grandi negozi di giocattoli, di trovare interi reparti in rosa con bambole, passeggini, piccole assi da stiro, tazzine, peluche e reparti azzurri con tanto di macchinine, mattoncini da costruzione, giochi per far finta di essere um meccanico o un medico.

Proprio per questo in California l'11 ottobre 2021 è stato firmato dal legislatore Gavin Newsom un nuovo testo di legge che imponeva a tutti i grandi centri commerciali, con più di 500 dipendenti, di riservare una zona "dalla grandezza considerevole" all'esposizione di giocattoli gender less. La legge approvata nel 2021 da 49 voti favorevoli contro 16, è entrata in vigore dal 1 gennaio 2024, e la pena pecuniaria per i rivenditori di giocattoli che decidono di non aderire ammonta a 250 dollari, per i recidivi a 500$.

Dal testo di legge si evince che questa norma cerca di combattere gli stereotipi di genere che per anni, e spesso tutt'ora, hanno ingannato i consumatori, ripercuotendosi sui bambini. Se ad essere esposti tutti insieme con scintillanti confezioni rosa in un unico reparto sono giocattoli ritenuti stereotipicamente da femmine e in azzurro quelli da maschio, come potrà un consumatore decidere di regalarli indistintamente a un bambino o a una bambina?

Per questo si richiede ai commercianti di riservare una "ragionevole selezione" di giocattoli al reparto genderless. Dal momento che spesso le confezioni dei giocattoli traggono in inganno, e fomentano l'idea sbagliata che esistano giochi per bambine e giochi per bambini, ai rivenditori è chiesto di giustapporre diversi giocattoli a loro piacimento e di occuparsi di rieticchettarli.

L'unica missione di questi piccoli paesi dei balocchi deve essere quella di non far sentire in difetto bambini e bambine che apprezzano un gioco a prescindere dagli stereotipi di genere, fomentando così in loro l'idea che possono giocare a ciò che vogliono e soprattutto possono essere chi vogliono. Dunque possiamo immaginare questi scaffali in verde, in giallo, in arancione o in qualsiasi colore a scelta del rivenditore e con qualsiasi tipologia di giocattolo.

Il legislatore Low, ideatore del testo di legge, ha spiegato che l'ispirazione gli è venuta ascoltando proprio il parere di una piccola utente di negozi di balocchi. La bimba di soli 8 anni, diceva ai suoi genitori: «Perché un negozio deve dirmi se una maglietta o un giocattolo è da femmina?».

Ciò che il legislatore si augura è che questa norma permetta ai più piccoli di sentirsi liberi dagli stereotipi di genere, per crescere adulti rispettosi di sé, delle diversità e del prossimo.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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