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11 Maggio 2023
18:00

Inserimento al nido: quando è meglio farlo e come renderlo più facile

L’inserimento al nido è una fase delicata, in cui i bambini devono affrontare il distacco dai genitori o da altre figure di riferimento. Ecco come funziona e alcuni consigli per viverlo serenamente.

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Inserimento al nido: quando è meglio farlo e come renderlo più facile
inserimento al nido

Tutti i genitori temono l'inserimento al nido. Si tratta di un rito di passaggio che i bambini, ancora molto piccoli, affrontano. Separarsi dai genitori o dalle altre figure di riferimento non è semplice. Anche perché si entra in un mondo tutto nuovo, con adulti e coetanei che non si conoscono.

L'inserimento al nido è la fase iniziale dell'asilo nido, che dura qualche ora al giorno e permette ai bambini di adattarsi alla nuova realtà. Per i genitori può a volte essere impegnativo, ma è fondamentale che sia seguito bene per consentire ai piccoli di prendere confidenza. I genitori sono spesso preoccupati che i figli non accolgano bene questa nuova routine, che non vogliano starci, che piangano tutto il giorno. Con calma e pazienza, però, tutto andrà per il meglio.

Qual è l'età migliore per l'inserimento al nido?

L'iscrizione all'asilo nido parte da un'esigenza della famiglia, che opta per questa soluzione se entrambi i genitori sono impegnati al lavoro e magari non si vogliono o non si possono coinvolgere altre figure famigliari, come nonni o zii, ad esempio. L'asilo nido è un'alternativa alla baby sitter, che consente ai bambini di frequentare una sorta di asilo per i più piccini: non è una tappa "obbligatoria", ma una scelta personale. Altre volte i genitori iscrivono i figli al nido per renderli più indipendenti o per socializzare con i coetanei.

I bambini possono essere iscritti al nido da piccolissimi o anche a 2 anni

Non esiste un'età precisa alla quale bisogna iscrivere i propri figli al nido. Lo si può fare anche da piccolissimi, a seconda delle regole della struttura sull'accoglienza dei bimbi. Alcuni pediatri, però, sottolineano che sia più facile inserire al nido un bambino con meno di 8 mesi di vita, perché non è ancora comparsa la cosiddetta "paura dell'estraneo": il bambino sarebbe più socievole e più propenso ad accettare questa novità.

Ma nulla ci vieta di inserire i nostri figli al nido a uno o due anni (dai tre anni in poi c'è la scuola dell'infanzia, pubblica o privata): quali sono i pro e i contro?

Inserimento prima degli 8 mesi di vita

L'età ideale potrebbe essere quella compresa tra i 6 e gli 8 mesi. Prima dei 6 mesi potrebbero soffrire troppo del distacco dalla figura materna e potrebbe anche essere compromesso l'eventuale allattamento al seno. Subito dopo lo svezzamento e prima della comparsa della cosiddetta "paura degli sconosciuti", i bambini potrebbero essere più propensi ad accettare di vivere questa nuova esperienza.

La paura dell'estraneo compare dopo gli 8 mesi

Questa è anche l'età in cui bambini iniziano a relazionarsi con i coetanei o con i bambini più grandi. C'è anche da dire che i bimbi sono ancora molto piccoli e magari non hanno ancora finito lo svezzamento e si tratterebbe di demandare alle insegnanti questo compito. Bisogna valutare bene ogni caso, perché ogni bambino è storia a sé.

Inserimento a un anno

A un anno di età il bambino ha già completato la fase dello svezzamento e quindi l'inserimento all'asilo nido per la mattinata o tutta la giornata potrebbe essere più semplice. Potrebbe, invece, essere più difficile dal punto di vista dell'accettazione di essere affidato a una persona che non conosce, magari perché è abituato a stare sempre con i genitori o con i nonni. In questo caso la fase di inserimento potrebbe essere più lunga, ma comunque potrebbe essere un buon momento per iscrivere i bambini.

Inserimento a due anni

A 2 anni di età i bambini sono più diffidenti, soprattutto se hanno legato in modo stretto con le figure famigliari di accudimento, dai genitori ai nonni. Sono più autonomi dei bambini più piccoli e quindi in grado anche di relazionarsi meglio con altri adulti e con i coetanei, ma potrebbero subire troppo il distacco, soprattutto se hanno creato una dipendenza. Essendo però più grandi, possono capire velocemente che l'asilo nido è un luogo di divertimento e questo potrebbe essere un punto a favore di un inserimento a questa età.

Come si svolge l'inserimento tradizionale al nido

L'inserimento tradizionale è quello utilizzato negli asili nido italiani. Ogni struttura ha una sua specifica organizzazione, ma di solito ha una durata di due settimane circa.

  • Il bambino inizia a frequentare i primi giorni solo qualche ora
  • Nei primissimi giorni, il bimbo ha accanto il genitore
  • Nei giorni seguenti, il bambino è da solo al nido, ma ci rimane poche ore
  • Ogni giorno, il tempo trascorso con le educatrici e i compagni aumenta, fino all'arrivo del full time
L'inserimento tradizionale è molto lungo, soprattutto per i genitori

L'inserimento tradizionale consente un minor dispendio di energia e anche uno stress ridotto per il bambino, che si abitua lentamente alla nuova realtà. Per i genitori l'impegno però è molto lungo, perché dura due settimane. Inoltre, i bambini non capiscono fin da subito come sarà organizzata la loro giornata, perché frequentano il nido solo per poche ore. Senza dimenticare che la routine per lui cambia di continuo, scoprendo solo pian piano tutto quello che si fa all'asilo: non riesce così a crearsi un'aspettativa di cosa sarà.

bambina all'asilo nido

Come funziona l'ambientamento svedese in tre giorni

Il modello svedese di inserimento all'asilo nido dura meno rispetto a quello tradizionale italiano. I bambini che vivono nel paese del Nord Europa, infatti, impiegano tre giorni ad abituarsi alla nuova realtà.

  • Nella prima giornata i bambini sono al nido insieme ai genitori, così da conoscere l'ambiente ed esplorarlo, fare amicizia con le educatrici e gli altri bambini, condividendo tutta la routine quotidiana come se fosse una giornata normale
  • Il secondo giorno, invece, l'educatrice di riferimento opera accanto al bambino e al genitore
  • Il terzo giorno, infine, il genitore lascia fare all'educatrice, rimanendo nei paraggi, ma in disparte, senza essere parte attiva delle attività

In questo modo in soli tre giorni i bambini imparano a conoscere i nuovi spazi nei quali vivranno la giornata, le persone che si prenderanno cura di loro e l'organizzazione della giornata, con un distacco meno "doloroso", perché nei primi giorni hanno avuto accanto un genitore.

Il metodo è più veloce e fa capire fin da subito quale sarà la giornata al nido

Sicuramente l'ambientamento svedese ha il vantaggio per le famiglie di essere un metodo più veloce, che permette di non dover richiedere troppi permessi al lavoro. Anche per il bambino è un modo rapido per imparare a vivere quella nuova esperienza, seguendo con i genitori accanto i ritmi che seguirà nei giorni a seguire e imparando presto a "fidarsi" di quella realtà. C'è da dire, però, che forse tre giorni per molti bambini potrebbero non essere sufficienti a superare il distacco. Inoltre, fin da subito l'impegno per il piccolo è full time, il che significa un gran dispendio di energie.

Come affrontare un inserimento al nido difficile

Non sempre l'inserimento al nido è facile. Ci sono casi in cui il distacco dai genitori è vissuto in modo tragico oppure la nuova realtà non è accettata dal bambino, che vede le sue abitudini quotidiane completamente stravolte. In caso di inserimento al nido difficile, è bene affidarsi ai consigli delle educatrici, che hanno il polso della situazione. A volte i bambini piangono solo quando lasciano i genitori al mattino e li rivedono a pranzo o al pomeriggio, rimanendo tranquilli per il resto della giornata.

A fine giornata dedichiamoci a nostro figlio, per tranquillizzarlo

L'importante è continuare a provare, portando ogni giorno il bambino al nido, parlandogli con calma e con tranquillità, arrivando sempre puntuali al momento dell'uscita, trascorrendo con lui il resto della giornata. Così potrà sapere che non viene abbandonato in un posto brutto, ma che viene affidato alle cure di educatrici che gli permetteranno di fare tante esperienze insieme ai coetanei. Tanto poi tornerà sempre a casa per stare son la propria famiglia.

Alcuni consigli per facilitare l'inserimento al nido

  1. Non nascondiamo mai ai nostri figli che frequenteranno il nido e raccontiamo loro come sarà bello
  2. Trasmettiamo calma ai bambini: anche per i genitori è un rito di passaggio importante. Se leggono ansia nei nostri occhi, non sarà facile inserirli all'asilo
  3. Quando parliamo dell'asilo nido, parliamone sempre in modo speciale, così da creare un clima positivo intorno al luogo e alle educatrici
  4. Meglio agire con calma: ogni bambino ha bisogno dei suoi tempi
  5. Creiamo insieme al bambino un rito per andare all'asilo e un rito all'uscita dall'asilo, così sarà più facile accettare la nuova realtà
  6. Chiediamo alle educatrici se può avere con sé un oggetto di transizione che possa aiutarlo ad affrontare questa nuova avventura
  7. Non smettiamo mai di ricordare ai nostri figli che torneremo sempre a prenderli
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