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1 Marzo 2024
15:30

La beffa del Bonus Mamme 2024: con gli sgravi diminuiscono i soldi per le famiglie

L'analisi Fisac Cgil ha mostrato come la richiesta del bonus mamme non solo non si traduce in un aumento in busta paga, ma ad alzare le quoteIrpef e ISEE delle lavoratrici, riducendo di conseguenza l'importo dell'Assegno Unisco per le madri con almeno due figli.

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La beffa del Bonus Mamme 2024: con gli sgravi diminuiscono i soldi per le famiglie
beffa bonus mamme

Il tanto sbandierato aiuto per le famiglie numerose rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol. Dopo i ritardi delle pubblicazioni da parte del'INPS per le procedure di richiesta, il Bonus mamme 2024 torna nuovamente nell'occhio del ciclone. Una recente analisi Fisac Cgil ha infatti dimostrato come il pacchetto di sgravi fiscali previsto per le lavoratrici con almeno due figli non solo porterebbe pochissimi più soldi in busta paga, ma diminuirebbe l'importo dell'Assegno Unico Universale che spetta a tutte le famiglie con minori a carico.

Il taglio dei contributi andrebbe infatti a incidere sul reddito lordo, innalzandolo, con conseguente incremento dell’imponibile Irpef e dell'ISSE, l'indicatore sulla base del quale si calcolano le somme per l'Assegno Unico da destinare ad ogni nucleo familiare.

Per comprendere meglio la situazione è opportuno ricordare come il Bonus mamme lavoratrici prevede, secondo la Legge di Bilancio 2024, un esonero della contribuzione previdenziale pari al 100%, con un limite massimo di 3000 euro all'anno (da ripartire mese per mese). Tale incentivo spetta alle madri con tre o più figli, anche se per il 2024 il beneficio include anche chi ha "solo" due bambini. In questo caso però il minore deve avere meno di 10 anni d'età.

Questo esonero è stato pertanto concepito (e presentato dal Governo) come una mano tesa alle famiglie numerose per aumentare le entrate nette mensili per ogni mamma con un lavoro. Nei fatti però i benefici economici sembrano essere molto limitati.

Prendendo ad esempio una delle tante simulazione elaborate dalla Cgil, una lavoratrice con un reddito lordo mensile di 2.000 euro che richiede il bonus si troverebbe 64 euro di esonero, ma appena 49 euro di retribuzione netta in più a causa dell'aumento dell'Irpef.

In più, l'incremento di questi parametri influisce anche sui criteri per la distribuzione dell'Assegno Unico Universale che, con ISEE più alto, vede diminuire il suo importo.

Se dunque da una parte le lavoratrici si trovano qualche euro in più in busta paga, dall'altro le madri potrebbero vedersi ridotte tutte le altre misure di sostegno per gli anni successivi.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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