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22 Novembre 2023
11:00

La curva glicemica in gravidanza è obbligatoria?

La curva glicemica non rientra tra gli esami obbligatori in gravidanza, anche se è fortemente raccomandata, soprattutto in presenza di fattori di rischio. È effettuato per scongiurare il rischio di diabete gestazionale, che colpisce circa il 6-7% delle donne incinte e comporta rischi per la mamma e il feto.

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La curva glicemica in gravidanza è obbligatoria?
In collaborazione con il Dott. Riccardo Federle
Ostetrico
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La curva glicemica (o curva da carico orale di glucosio, o OGTT) è un esame raccomandato in gravidanza, tuttavia non obbligatorio. Consiste in un prelievo ematico effettuato con lo scopo di misurare i valori della glicemia e, quindi, dello zucchero nel sangue della gestante, per diagnosticare un eventuale diabete gestazionale. Il cosiddetto diabete mellito gestazionale (GDM), infatti, è una condizione comune in gravidanza, che colpisce il 6-7% delle donne incinte, come riporta il Ministero della Salute, e che, se non trattata, rischia di danneggiare la salute della mamma e del feto.

La curva glicemica non rientra tra gli esami obbligatori, anche se quello dello screening glicemico è un argomento storicamente controverso. Le linee guida nazionali, al momento, indicano la possibilità di eseguire la curva glicemica in due intervalli di tempo: tra la 16esima e la 18esima settimana di gravidanza e/o tra la 24esima e la 28esima. Sarà il medico curante a decidere quando è il caso di limitarsi ad un solo test (solitamente a 24-28 settimane) o eseguirli entrambi. La necessità di eseguire la curva glicemica dipende dalla presenza di specifici fattori di rischio che, nel caso della curva a 16-18 settimane sono:

  • Obesità (BMI > o = 30)
  • Diabete gestazionale in una gravidanza precedente
  • Glicemia a digiuno alterata nel I trimestre di gravidanza

I fattori di rischio che, invece, indicano l'esecuzione della curva glicemica a 24-28 settimane sono:

  • Età superiore o uguale a 35 anni
  • Sovrappeso (BMI > o = 25)
  • Precedente neonato macrosomico dal peso di 4.5 kg o maggiore
  • Diabete gestazionale in una gravidanza precedente (anche se con determinazione normale a 16-18 settimane)
  • Anamnesi familiare di diabete (parente di primo grado con diabete tipo 2)
  • Famiglia originaria di aree ad alta prevalenza di diabete: Asia meridionale (in particolare India, Pakistan, Bangladesh), Caraibi (per la popolazione di origine africana), Medio Oriente (in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Giordania, Siria, Oman, Qatar, Kuwait, Libano, Egitto)

Anche se la curva glicemica viene consigliata in presenza di specifici fattori di rischio, il controllo della glicemia nel sangue rimane invece un’ottima pratica per tutte le donne gravide. A questo proposito, il Ministero della Salute scrive:

Durante una gravidanza è sempre opportuno effettuare, su indicazione del medico di riferimento, controlli periodici per diagnosticare precocemente l’insorgenza di un eventuale diabete gestazionale. L'obiettivo è il raggiungimento e il mantenimento di un buon controllo della glicemia nel corso di tutta la gestazione per minimizzare il rischio di complicanze per la madre e per il feto.

La curva glicemica funziona in questo modo: la gestante si sottopone al prelievo a digiuno e poi rispettivamente un'ora e due ore dopo l’assunzione di una soluzione glucosata. Attraverso il test della curva glicemica gli operatori sanitari diagnosticano il diabete gestazionale al fine poi di comprendere come gestirlo. Se non viene trattato, infatti, il diabete gestazione rischia di determinare complicanze durante la gravidanza e il parto.

Nella gran parte delle donne incinte, comunque, il diabete gestazionale viene controllato attraverso la dieta e l’attività fisica. Assumere cibi a basso indice glicemico, mantenere uno stile di vita attivo e camminare per 30 minuti dopo i pasti aiutano a tenere a bada il glucosio nel sangue. Se queste buone pratiche non sono sufficienti, viene prescritta l’assunzione dell’insulina, un’eventualità che riguarda solo il 10-20% dei casi.

Il consiglio dell'ostetrico

Sempre più donne gravide non rinunciano (giustamente) ai viaggi durante la gravidanza e, molto spesso, tali viaggi comprendono anche avventure ad alta quota. Sono pertanto sempre più necessarie informazioni basate sull'evidenza perchè spesso le attuali raccomandazioni delle società scientifiche sono eccessivamente caute e incoerenti.

Un articolo comparso dell'American College of Sports Medicine ha preso in esame dati che suggeriscono come i rischi di viaggi in montagna per le donne gravide sono sicuri in caso di gravidanze senza complicazioni. Naturalmente è comunque un'ottima cosa parlarne sempre con l'ostetrica o il ginecologo di riferimento e adottare un atteggiamento di cautela e automonitoraggio. Altro consiglio è quello di evitare posti che siano troppo lontani da eventuali centri medici in cui recarsi in caso di necessità.

Fonti mediche
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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