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26 Agosto 2023
17:00

La fiaba dei musicanti di Brema: trama, curiosità e cosa ci insegna

Collaborazione, lavoro di squadra e amore per gli animali, questo insegna la fiaba dei musicanti di Brema. 4 simpatici animali, prima amati dai loro padroni, poi, in vecchiaia disprezzati che si inventano musicisti per salvarsi la vita.

A cura di Sophia Crotti
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La fiaba dei musicanti di Brema: trama, curiosità e cosa ci insegna
musicisti di brema

La fiaba de "I musicanti di Brema", fa parte della raccolta dei fratelli Grimm. Forse non è molto conosciuta, ma è in grado di trasmettere importantissimi valori ai bimbi, tra i quali il rispetto per gli animali.

Storia della fiaba

La fiaba è stata pubblicata dai fratelli Grimm, nella loro raccolta "Fiabe per bambini e famiglie" che venne ultimata tra 1812 e 1822. Il titolo originale della fiaba è il tedesco: Die Bremer Stadtmusikanten. 

Trama

Un uomo aveva un asino che lo aveva servito per anni, accompagnandolo e trasportando sempre tutto ciò che gli serviva, ora però l'asino era vecchio e stanco così il padrone decise che se ne sarebbe sbarazzato. L'asino divenuto astuto con l'età, fiutò il pericolo e nella notte scappò incamminandosi verso Brema dove aveva scoperto che cercavano dei musicisti per la banda comunale.

Mentre era in cammino l'asino incontrò un cane, parecchio affaticato, la bestia gli spiegò che era stato un cane da caccia sempre fedele e con un fiuto invidiabile ma che ora, stanco e debole, il suo padrone voleva accopparlo, perché non gli era più utile. Il somaro si disse dispiaciuto e gli disse che se ora non aveva di che vivere, poteva con lui incamminarsi verso Brema.

Per strada incontrarono un gattino, anche lui anziano e disprezzato dalla padrona, che aveva cercato di annegarlo, poiché non era più in grado di cacciare i topi. Il felino si unì a loro nella speranza di fare fortuna nella città di Brema.

I 3 fuggiaschi sul sentiero si imbatterono in un cortile che al suo ingresso aveva un gallo appollaiato che strillava a più non posso. Il gallo in realtà si stava lamentando, perché dopo anni di onorato servizio, la sua padrona per festeggiare l'arrivo di importanti ospiti voleva proporre come secondo piatto "gallo arrostito". L'asino allora gli propose di incamminarsi con loro verso Brema, nella loro banda avrebbe sicuramente potuto fare il cantante.

i musicanti di Brema

Scese la sera e il simpatico gruppetto decise di fermarsi per riposare, chi steso a terra sotto le fronde, chi sulla cima di un albero. Il gallo che salì più in alto di tutti, vide però in lontananza una locanda e propose agli altri di andare lì, un posto caldo, sicuro e magari fornito di qualche prelibatezza.

Giunti alla locanda l'asino guardò dalla finestra e vide tre uomini che cenavano attorno a una tavola imbandita. Per spaventarli e farli fuggire, i 4 animali salirono dal più pesante al più leggero, l'uno sulle spalle dell'altro, e iniziarono chi ad abbaiare, chi a ragliare, chi a canticchiare chi a miagolare. Emisero un rumore terribile e la loro ombra sembrava quella di un mostro. I briganti fuggirono lasciando la tavola imbandita di ogni bene e il caminetto ancora fumante. Gli animali si cibarono e, stanchi, caddero in un sonno profondo.

musicanti di Brema

I briganti da lontano, vedendo la loro casa buia e al silenzio decisero di tornare, uno solo ebbe il coraggio di entrare. Il brigante scambiò gli occhi del gatto nel buio per carboni ardenti e vi avvicinò un fiammifero. Il gatto si spaventò e si attacco alla faccia del brigante, sputando e graffiando. L'uomo cercò di fuggire dalla porta sul retro ma schiacciò la coda al cane sdraiato a terra che gli azzannò una gamba. Prese un calcio dall'asino e udì il gallo gracchiare fortissimo.

Il brigante fuggì a gambe levate e quando i compagni, rimasti fuori gli chiesero cosa fosse successo lui rispose che aveva incontrato una strega che lo aveva accecato con le sue unghie, un uomo armato che lo aveva ferito alla gamba, un mostro che lo aveva calciato e qualcuno che gridava in giardino.

I briganti non fecero mai più ritorno a casa mentre i musicanti ci vissero per sempre felici e contenti.

Cosa ci insegna?

La fiaba dei musicanti di Brema insegna molto ai più piccoli. Innanzitutto il lavoro di squadra, gli animali sono tutti in una situazione di disagio, ma lavora insieme per migliorare la propria condizione. Il racconto spiega anche l'importanza di aiutarsi a vicenda e di interessarsi alla storia degli altri. Inoltre il fatto che si tratti di animali diversi, ognuno in grado di fare qualcosa di utile nel racconto, spiega ai piccoli quanto la diversità non sia mai da intendere come un limite ma piuttosto come un arricchimento.

Infine questa storia è una rivalsa degli animali dagli esseri umani che li sfruttano e quando sono vecchi non li vogliono più. Raccontarla ai bimbi vuol dire spiegare loro l'importanza del prendersi cura di un animale e rispettarlo sempre.

Curiosità

A Brema si trova una statua rappresentativa del racconto, infatti si trovano posizionati l'uno sopra l'altro l'asino, il cane, il gatto e il gallo. La statua è stata realizzata in bronzo nel 1953 e tante sono state le critiche mosse, sulla forma e la dimensione degli animali, per qualcuno troppo distante dalle illustrazioni della fiaba, per altri troppo poco realistici.

Musicanti di brema

Se vi recate a Brema ricordatevi di sfregare con le vostre mani le due zampe anteriori dell'asino, porteranno fortuna o se esprimerete un desiderio lo realizzeranno ma…Attenzione! Mai esprimere il desiderio toccando una sola zampa, quella libera, infatti, potrebbe nel frattempo dirigersi verso la sfortuna.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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