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7 Marzo 2024
16:00

L’amico immaginario è importante (e normale): ecco a cosa serve

L'amico immaginario è una figura ricorrente nell'infanzia, una compagnia che esiste solo nella mente del bambino ma che, per quanto non fisicamente reale, può avere un impatto significativo sullo sviluppo emotivo e sociale. Può diventare un problema, ma solo in alcuni rari casi.

A cura di Sara Polotti
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L’amico immaginario è importante (e normale): ecco a cosa serve
amico immaginario

L'amico immaginario è quella figura di finzione che alcuni bambini e alcune bambine inventano durante l'infanzia e che è visibile solo nella loro testa. Non è un'allucinazione: piuttosto, un personaggio creato dalla mente per far fronte a diverse situazioni (non solo negative).

Le ragioni dietro alla comparsa dell'amico immaginario sono quindi diverse: bisogno di confidenza, sicurezza, confronto, ma anche gestione delle emozioni e creatività. Per comprendere l'importanza di questa figura e per capire se può diventare un problema o essere campanello d'allarme per altre situazioni, è utile analizzarla nella sua interezza.

Cos'è l'amico immaginario

Un amico immaginario è un personaggio inventato dai bambini intorno ai 3-6 anni.

Il bambino che ha un amico immaginario interagisce con lui come se fosse reale. Può assumere forme diverse: un essere umano, un animale… Addirittura, un essere del tutto fantastico. Andando più a fondo, secondo ricercatori e ricercatrici – come quelli che hanno condotto lo studio The role of imaginary companion in the life of only children: a qualitative study – l'amico immaginario è:

un'entità invisibile o personificata creata dai bambini per se stessi. Un amico immaginario di solito funziona da compagno per il bambino e gioca un ruolo significativo nella sua vita, specialmente per i figli unici, che potrebbero sperimentare più solitudine rispetto agli altri bambini.

Lo stesso studio ha rilevato come per i bambini questa figura serva come sostegno personale, ma anche come aiuto alla creatività. Allo stesso tempo, un amico immaginario aiuta i bambini a distanziarsi dallo spazio virtuale e dal mondo reale.

In questo caso, i genitori o chi si occupa dei bimbi devono tenere presente che l'amico immaginario può aiutare nella crescita, ma con equilibrio. Quando l'amico immaginario diventa una figura troppo presente e quando condiziona la vita familiare e sociale, infatti, è bene considerare meglio la situazione.

La consapevolezza

Quando si parla di amico immaginario è bene sapere che non si tratta di un'allucinazione, come accennato, ma di un gioco tra fantasia e realtà controllato dal bambino con consapevolezza. Per lui è qualcuno di opportunisticamente utile: ascolta sempre, giorno e notte, non giudica e ci si può fare ciò che va, sempre.

Non finisce qua: l'amico immaginario dialoga con il bambino, fa domande, dà risposte e interloquisce sempre con parole adatte al bambino, ovvero in linea con la sua capacità di comprensione, perché di fondo è sempre il bambino a parlare e a parlarsi, con domande e risposte interiori (che ci si pone in forma diversa – senza amico immaginario – anche nell'età adulta).

Le sue funzioni

A questo punto, quali sono le effettive funzioni dell'amico immaginario? Possono essere diverse e sfaccettate a seconda della situazione.

  • Spesso i bambini creano un amico immaginario per avere un compagno con cui giocare e condividere esperienze. Questa figura può offrire conforto durante momenti di solitudine o stress, e anche per questo l'imaginary companion compare spesso per i figli unici.
  • Interagire con un amico immaginario offre al bambino l'opportunità di esplorare la propria creatività e immaginazione. Possono inventare storie, giochi e avventure coinvolgenti con il loro amico immaginario.
  • Dialogare con un amico immaginario può inoltre aiutare il bambino a comprendere le relazioni sociali e a esplorare emozioni come l'empatia e la compassione, praticando le abilità sociali e risolvendo conflitti proprio con l'amico immaginario, costruendo situazioni virtuali (un po' come avviene con il gioco di ruolo e finzione "io ero, io facevo…").
  • Anche l'identità può trarre vantaggio dall'amico immaginario, perché l'interazione con esso permette al bambino di misurarsi con i propri pensieri e con quelli degli altri, che sono diversi dai suoi, ma sperimentando prima attraverso il suo colloquio interiore.
  • L'amico immaginario può infine essere un canale attraverso il quale il bambino esprime e gestisce le proprie emozioni. Possono parlare con il loro amico immaginario di situazioni stressanti o paurebaiutando così a elaborare sentimenti complessi. Anche positivi.

Quando preoccuparsi?

L'amico immaginario è dunque, alla luce di tutto questo, una manifestazione della vivace fantasia dei bambini e del loro bisogno di connessione ed esplorazione.

Nella maggior parte dei casi, l'amico immaginario compare in una fase transitoria della vita, del tutto fisiologicamente.

Nella maggior parte dei casi è espressione del normale sviluppo infantile e non è motivo di preoccupazione, anche perché si tratta di una fase transitoria che si risolverà naturalmente con il tempo. Per alcuni bambini può durare più a lungo, ma indipendentemente dalla durata, l'amico immaginario offre un sostegno per navigare nel mondo reale attraverso una situazione virtuale.

Sebbene però l'amico immaginario sia generalmente considerato una parte normale dello sviluppo infantile, ci sono alcune situazioni in cui potrebbe essere motivo di preoccupazione:

  • Se un bambino mostra segni di isolamento sociale e dipendenza esclusiva dall'amico immaginario a discapito delle relazioni con altri bambini o adulti, potrebbe essere utile esplorare le cause di questo comportamento.
  • Se l'amico immaginario diventa fonte e scusa per mettere in atto comportamenti pericolosi, potrebbe essere necessario intervenire e cercare il supporto di un professionista della salute mentale.
  • Se un bambino continua a interagire con un amico immaginario oltre un'età in cui questo comportamento è considerato tipico, potrebbe essere utile indagare sulle ragioni di questa persistenza. Quindi, oltre i 7 o gli 8 anni.
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