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16 Marzo 2024
12:30

Listeriosi in gravidanza: i sintomi e cosa provoca

La listeriosi è un'infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes. Durante la gravidanza può provocare gravi complicazioni come aborto spontaneo, parto prematuro o infezione neonatale, ma seguendo alcune precauzioni si può prevenire ed eventualmente trattare per tempo, evitando gli effetti più gravi.

A cura di Sara Polotti
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Listeriosi in gravidanza: i sintomi e cosa provoca
listeriosi gravidanza

La listeriosi è una malattia causata dal batterio Listeria monocytogenes, che si trova comunemente nel suolo, nell'acqua e soprattutto negli alimenti contaminati. È una malattia che può colpire persone con sistemi immunitari indeboliti, ma anche le donne in gravidanza, i neonati e gli anziani.

Purtroppo è difficile stimare quante gestanti ne siano effettivamente colpite: in alcuni casi i sintomi vengono confusi con altre malattie gastrointestinali o influenzali, e se non si fa una coltura di sangue è impossibile sapere se si tratti davvero di listeriosi. Più in generale si ritiene che i casi di listeriosi in Occidente siano meno di quelli di salmonellosi, ma questa malattia rappresenta comunque un problema di sanità molto diffuso.

La prevenzione della listeriosi prevede dunque la corretta manipolazione e cottura degli alimenti, ma soprattutto passa attraverso l'eliminazione dei cibi considerati ad alto rischio di contaminazione. La cura, invece, include il trattamento con antibiotico. Ma è comunque meglio prevenire: se contratta in gravidanza, infatti, la listeriosi potrebbe venire trasmessa al feto, provocando fastidi e portando a conseguenze anche gravi, come il parto prematuro.

Come si prende la listeriosi

La listeriosi si prende essenzialmente mangiando cibo contaminato dal batterio Listeria monocytogenes: si tratta infatti di una malattia trasmissibile attraverso gli alimenti e in particolare è presente nei cibi crudi, anche precedentemente refrigerati. A uccidere il batterio non è infatti il freddo, ma il caldo della cottura.

Carne poco cotta, formaggi preparati con latte non pastorizzato e verdure fresche non lavate a dovere (ma non solo) possono dunque essere terreno fertile per i batteri, che invece deperiscono nel momento in cui i cibi vengono cotti.

I sintomi della listeriosi in gravidanza e quando si manifestano

Diarrea, febbre e dolori muscolari sono i principali sintomi dell'infezione da Listeria monocytogenes, ma questa malattia si manifesta in modi sfaccettati e può provocare anche mal di testa, nausea e confusione.

La si potrebbe prima di tutto confondere con semplice gastroenterite, dato che sintomi come nausea e vomito arrivano quasi immediatamente (entro 24 ore dall'ingestione del cibo contaminato), risolvendosi velocemente. Se però la listeriosi peggiora, può assumere una forma più invasiva o sistemica, e in questo caso può portare a meningite, meningoencefalite e sepsi, con i primi segnali che arrivano solitamente entro 10-30 giorni.

I rischi per il neonato

Se la listeriosi viene contratta in gravidanza bisogna fare particolarmente attenzione, poiché i rischi non riguardano solo la madre, ma anche il neonato. La listeriosi in forma grave, infatti, può causare aborto spontaneo, parto prematuro o infezione del feto.

Anche se la listeriosi può verificarsi in uno qualunque dei trimestri, secondo l'Istituto Superiore di Sanità "è stata più frequentemente documentata durante il terzo trimestre". In alcuni casi la malattia può anche venire trasmessa al bebè e ciò avviene tramite la placenta, con il batterio che dal sangue della madre arriva nel circolo fetale o nel liquido amniotico.

Quali esami fare per la diagnosi

Per sapere se ci si trovi effettivamente davanti a listeriosi e non a una semplice influenza o a gastroenterite, è necessario fare un esame del sangue, con una coltura specifica che ricerchi tracce del batterio. Il momento migliore è, sempre secondo l'ISS, nel momento in cui siano presenti i sintomi (e quindi febbre, diarrea, mialgia…). E sarebbe opportuno farlo a ogni episodio di febbre durante la gestazione.

Accanto all'esame il personale medico curante raccoglie le informazioni relative agli alimenti consumati dalla gestante nei precedenti quindici-venti giorni prima della comparsa dei sintomi, in modo da avere un quadro davvero completo.

Come si cura la listeriosi

Nel momento in cui la diagnosi di listeriosi è effettiva, si può procedere con un trattamento specifico a seconda della gravità, ed eventualmente con un antibiotico mirato.

Anche in gravidanza: agendo per tempo, e quindi immediatamente, si possono potenzialmente evitare le conseguenze più gravi, a partire dalla trasmissione dell'infezione al bebè.

In ogni caso, è fondamentale consultare un medico se si sospetta di avere contratto la listeriosi, soprattutto durante la gestazione, in modo da ricevere una valutazione accurata e un trattamento appropriato.

Come si previene la listeriosi in gravidanza

La cosa più importante è prevenire la listeriosi in gravidanza. Per quanto infatti le conseguenze siano gravi e importanti, il trattamento antibiotico permette di mitigarle, ma è soprattutto la semplice prevenzione a rendere tutto più sicuro. Senza allarmismi e con buon senso.

  • La prima regola è cuocere molto bene gli alimenti, e in particolare la carne. Il batterio della listeriosi viene infatti ucciso facilmente con il calore e la cottura è quindi la prima alleata delle donne in gravidanza. Andranno quindi evitati alimenti crudi o poco cotti come il sushi, la carne cruda e le tartare, i formaggi non pastorizzati e le uova crude.
  • Dopodiché, è bene lavare e sciacquare accuratamente verdura e frutta prima del consumo, anche con bicarbonato.
  • Lavare frequentemente le mani con acqua e sapone prima e dopo la manipolazione degli alimenti e prima di mangiare è un'ulteriore regola di buonsenso. In particolare, è bene farlo dopo aver toccato carne cruda, pollame, pesce o uova.
  • Per quanto riguarda la conservazione degli alimenti, questi andranno tenuti adeguatamente nel frigorifero, seguendo con precisione le regole di conservazione riportate sulle confezioni.
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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