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8 Novembre 2023
13:00

L’Unione Europea chiede di riconoscere il certificato di genitorialità: ma cosa significa?

La Commissione giuridica del Parlamento europeo ha approvato la proposta di superare i problemi di riconoscimento delle genitorialità con un documento valido per tutta la UE: «se una persona è genitore in uno Stato, deve poterlo essere anche in tutti gli altri Paesi dell’Ue».

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L’Unione Europea chiede di riconoscere il certificato di genitorialità: ma cosa significa?
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Con 14 voti contrari e 4 voti a favore la Commissione Affari Giuridici (JURI) dell'Unione Europea ha espresso un parere favorevole alla bozza di legislazione che vuole facilitare la vita di migliaia di famiglie in tutta l'Eurozona, limitando per i Paesi membri la possibilità di rifiutarsi di riconoscere la genitorialità già certificata in un altro Stato dell'UE.

«Con questo voto, il Parlamento si schiera a fianco della Commissione nel suo obiettivo di garantire che se sei un genitore in uno Stato membro, sei un genitore in tutti gli Stati membri» ha commentato Maria-Manuel Leitão-Marques, europedutata S&D (Socialisti e Democratici) e relatrice della proposta.

Il progetto di legge – che per entrare in vigore dovrà essere approvata all’unanimità in Consiglio e accolta dagli Stati membri – punta infatti a superare le controversie transfrontaliere che molto spesso impediscono ai genitori omosessuali di figli nati all'estero di essere registrati come tali dalle anagrafi delle propria nazioni d'appartenenza.

«Il quadro giuridico attuale colpisce in particolare le famiglie arcobaleno, poiché purtroppo non tutti i paesi dell'UE riconoscono il rapporto genitore-figlio delle famiglie LGBTIQ+ – ha spiegato Marques – Questa è una situazione inaccettabile»

A tale scopo verrebbe istituito anche un certificato europeo di genitorialità (EPC) che fungerebbe da "patente" di maternità o paternità valida per tutti i Paesi dell'UE.

Come funzionerebbe il Certificato Europeo di genitorialità?

L'introduzione del Certificato Europeo di genitorialità (EPC) è stata proposta per di tutelare i diritti dei genitori e, soprattutto, dei figli delle coppie omogenitoriali senza però prevaricare le leggi nazionali dei singoli Stati in materia di diritto di famiglia.

Il certificato non imporrebbe la modifica delle leggi nazionali ma tutelerebbe i singoli cittadini

Questo documento infatti non obbligherebbe Paesi come l'Italia a riconoscere in toto le famiglie arcobaleno, ma fungerebbe da prova di filiazione del minore nei confronti del genitore, in ragione del principio secondo il quale un bambino ha diritto ad avere un genitore indipendentemente dalle modalità di concepimento.

Tale certificato dunque interverrebbe a colmare una lacuna del diritto europeo e conferirebbe ai minori tutti quei benefici derivanti dal riconoscimento della genitorialità come il diritto ad essere rappresentati legalmente dalle madri o dai padri fino al raggiungimento della maggiore età, il diritto a successioni ed eredità in caso di decesso del genitore o il diritto a ricevere tutte le cure adeguate per il proprio sostentamento.

Chi ne gioverebbe?

Attualmente il quadro normativo europeo in materia di riconoscimento delle famiglie "non tradizionali" appare molto variegato.

L'Italia, ad esempio, è uno dei Paesi dove i nuclei omogenitoriali faticano di più nel vedere accolti i loro diritti di genitorialità e filiazione, con ostacoli burocratici e leggi attempate che lasciano alla giurisprudenza ordinaria il compito di  valutare caso per caso se quel bimbo nato all'estero possa effettivamente essere registrato come figlio di tale cittadino o cittadina.

Tale frammentazione crea un paradosso secondo il quale un neonato, nato a Madrid e registrato con due mamme, potrebbe rischiare di perdere "legalmente" una delle due madri una volta atterrato a Milano o a Roma.

L'adozione di un certificato europeo andrebbe a superare questa situazione, permettendo così a centinaia di migliaia di bambini di poter finalmente godere di tutti i diritti essenziali per la loro crescita, a partire dal diritto ad avere un genitore che se ne prenda cura.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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