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18 Aprile 2023
10:00

Orecchioni: cos’è la parotite, i sintomi, la cura e la prevenzione

La parotite, conosciuta anche come orecchioni, è una malattia virale molto contagiosa, che provoca un'infiammazione delle ghiandole salivari che si trovano sulle guance, sotto e davanti alle orecchie. Colpisce soprattutto i bambini e non esiste una cura mirata, ma può essere prevenuta con un vaccino.

A cura di Sara Polotti
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Orecchioni: cos’è la parotite, i sintomi, la cura e la prevenzione
orecchioni

La parotite, detta anche "orecchioni", è una malattia virale altamente contagiosa, causata dal virus della parotite, che si diffonde attraverso le goccioline di saliva o le secrezioni nasali delle persone infette. Colpisce principalmente i bambini e gli adolescenti, ma può interessare anche gli adulti e dura circa una decina di giorni.

La si riconosce immediatamente perché è davvero peculiare: si tratta di un'infiammazione delle ghiandole salivari parotidi, che si trovano vicino alle guance, sotto  alle orecchie. Chi ne è colpito fatica a masticare e deglutire, con un dolore non indifferente. In alcuni casi compare anche la febbre.

Sintomi della parotite

Il principale sintomo della parotite è l'ingrossamento delle ghiandole salivari, che fanno immediatamente gonfiare la zona delle guance basse. Ma questo ingrossamento non è circoscritto con precisione e nella maggior parte dei casi colpisce e infiamma anche il padiglione auricolare, modificando l'aspetto abituale delle orecchie. Ecco perché si parla di "orecchioni".

parotite

Il periodo di incubazione varia da 12 a 25 giorni e i primi sintomi possono essere confusi con l'otite, anche se a un certo punto gli orecchioni si manifestano con precisione.

La parotite si manifesta – oltre che con l'ingrossamento delle ghiandole parotidi – con febbre, mal di testa e affaticamento. Nella fase acuta della malattia, i sintomi possono essere anche molto dolorosi e fastidiosi.

Possibili complicanze

La parotite non va sottovalutata, perché se non viene correttamente curata può portare a potenziali complicazioni, anche nei bambini. L'infezione potrebbe infatti diffondersi al resto del corpo, provocando encefaliti, meningiti, pancreatite e danni all'udito, oltre a orchiti e infiammazioni dell'apparato riproduttivo.

Come riportano dall'Istituto Superiore di Sanità, "nei bambini, in 5 casi ogni 100.000 di malattia, la parotite causa perdita dell'udito: questa infezione rappresenta infatti la principale causa di sordità neurosensoriale infantile acquisita".

Cause della parotite

Il principale virus responsabile della parotite appartiene al gruppo dei Paramyxovirus, un virus che colpisce maggiormente i bambini, esattamente come nel caso di varicella, morbillo e altre malattie esantematiche.

Prima che esistesse un vaccino, a manifestare gli orecchioni erano soprattutto bambini e bambine in età prescolare e scolare, tra i 5 e i 9 anni, anche senza sintomi. E anche ora che può essere prevenuta, rappresenta un esempio di malattia endemo-epidemica, ovvero sempre presente nella collettività. Dal Ministero della Salute riportano che in Italia abbiamo avuto  picchi epidemici ogni 2-5 anni, a causa del fatto che "i nuovi nati formano gradualmente una massa di soggetti suscettibili all'infezione".

Come avviene il contagio?

La parotite – come nel caso delle altre malattie come varicella e morbillo – si trasmette soltanto da persona a persona ed è contagiosa nei sei giorni che precedono la comparsa dei sintomi e per i nove giorni successivi.

Il contagio può avvenire in questa maniera:

  • Il bambino o la bambina incontra un individuo già contagiato dal virus.
  • L'individuo contagioso diffonde nell'aria le sue goccioline respiratorie (con tosse o starnuti), oppure il bambino ha contatti diretti con la sua saliva o con le secrezioni nasali.
  • Il virus rimane in incubazione per circa 12-25 giorni.
  • Iniziano a comparire i primi sintomi.

Cosa fare in caso di sospetta parotite?

La parotite – viste anche le complicazioni elencate in precedenza – non va mai presa sottogamba, sia perché può provocare danni permanenti, sia perché è particolarmente dolorosa per la persona che ce l'ha in quel momento.

È quindi sempre necessario rivolgersi ai professionisti sanitari di riferimento, come il pediatra, che individueranno immediatamente la malattia suggerendo una tempestiva terapia oppure prescriveranno precisi esami per fare una corretta diagnosi di parotite.

Che esami servono per la diagnosi di parotite

Tra gli esami che dottori e dottoresse potrebbero prescrivere vi sono:

  • Il tampone buccale o orale per RT-PCR;
  • Un campione di siero di fase acuta per anticorpi IgM;
  • RT-PCR virale sierica

Tramite il dosaggio di anticorpi IgG si può verificare la protezione verso questa malattia (ovvero se la si è contratta in passato o se si è stati vaccinati).

Come si cura la parotite

La parotite è un'infiammazione delle ghiandole salivari e quando è in fase acuta è bene idratarsi molto, bevendo a sufficienza per supportare tutto l'organismo. Anche stare a letto è molto consigliato, soprattutto se i sintomi buttano a terra. Una dieta semiliquida può essere consigliata specie se il bambino ha fastidio alla masticazione. Meglio evitare alcuni cibi acidi tra cui gli agrumi perchè potrebbero aumentare il fastidio.

Per quanto riguarda le terapie mediche, pediatri e pediatre solitamente prescrivono dei farmaci antipiretici o  antinfiammatori FANS, ovvero non steroidei, semplicemente per abbassare l'infiammazione, dal momento che non esistono trattamenti farmacologici specifici per la patologia causata dal virus della parotite.

Esiste un vaccino per la parotite?

Anche se non esiste una terapia specifica,  la patotite può essere prevenuta con un vaccino, che permette di essere coperti dalla patologia molto a lungo, e che allo stesso tempo permette di tenere sotto controllo le epidemie di parotite. Come riportano anche dal Ministero della Salute, "in Italia, a partire dal 1999, si è registrato un progressivo aumento delle coperture vaccinali e, in parallelo, un calo continuo del numero dei casi che dal 2003 sono scesi stabilmente sotto i 5mila all’anno". Dopo l'introduzione dell'obbligo vaccinale, è tra i vaccini obbligatori. Viene somministrato in 2 dosi, tra 13-15 mesi e tra 5-6 anni. Si tratta di un vaccino vivo attenuato che può essere somministrato in una unica formulazione con morbillo e rosolia oppure in una una formulazione con morbillo, rosolia e varicella.

Anche un pregresso contagio da parotite agisce come protettore in caso di futuri contatti con il virus. Come per molte altre infezioni, infatti, la parotite lascia un'immunità, ovvero una protezione da successive infezioni virali, che spesso dura per tutta la vita.

Il vaccino non copre però dalla parotite dovuta a piccoli calcoli delle ghiandole salivari: in quel caso la causa non è virale, ma meccanica (piccoli sassolini che si formano nelle ghiandole), e a monte spesso sta un'idratazione non sufficiente (in altre parole, si beve troppo poco).

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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