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29 Giugno 2023
12:01

Papà e figlia fanno la maturità insieme: «Avevo paura di prendere più di lei, ma è impossibile, è bravissima»

Daniele Maccanti e sua figlia Diletta, lo scorso 26 giugno nel pisano, hanno affrontato insieme l'esame di maturità. Il papà, che aveva abbandonato il suo percorso di studi a 4 mesi dall'esame di stato da ragazzo, ha voluto rimettersi in gioco e dimostrare che i sogni si realizzano a qualsiasi età.

A cura di Sophia Crotti
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Papà e figlia fanno la maturità insieme: «Avevo paura di prendere più di lei, ma è impossibile, è bravissima»
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"Maccanti, è presente?" questo avranno chiesto i professori all'appello prima di iniziare la maturità, a Diletta, classe 2004 e a suo papà che di anni invece ne ha 52. È successo a Pontedera, nel pisano, dove un papà e sua figlia si sono trovati insieme a sostenere l'esame di maturità. 

È tornato tra i banchi dopo più di 30′ anni per sostenere la maturità Daniele Maccanti, che non si è limitato ad accompagnare sua figlia a scuola il giorno della prima prova, ma con lei ha condiviso quell'ansia che fa accartocciare lo stomaco. Anche lui, infatti, in un altro istituto, ha sostenuto la maturità.

Daniele, molti anni prima che nascesse Diletta, quando ancora era un ragazzo, ad appena 3 mesi dalla fine della scuola e l'inizio degli esami di stato, lasciò gli studi demoralizzato. Forse perchè "non ancora abbastanza maturo" come dice nell'intervista rilasciata a La Repubblica. Ha quindi iniziato a lavorare, è cresciuto e si è costruito una famiglia.

Un pensiero ricorrente si presentava: quel diploma mai raggiunto

In tutti questi anni però un pensiero ricorrente si presentava: quel diploma mai raggiunto. Se per tanti l'orale di maturità dopo averlo fatto si trasforma in un incubo che disturba il sonno, per Daniele era diventato un sogno, un'ambizione, poter stringere il diploma tra le mani.

Quest'anno poi veder sua figlia impegnarsi duramente, studiare e desiderare concludere con un bel voto il suo percorso di studi, gli ha dato il coraggio che gli mancava per rimettersi in gioco. «Non potevo rimanere il ciuchino della famiglia» ha detto scherzosamente nell'intervista. Infatti anche la moglie, appena 3 anni prima aveva concluso il suo percorso di studi universitario, ritornando sui libri dopo anni.

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Così ogni giorno per l'intero anno scolastico Daniele ha staccato dal suo lavoro di magazziniere-autista alle 18:30 per partecipare alle lezioni serali di meccatronica. E poi sui libri nel weekend per imprimere i concetti nella memoria.

Così è arrivata la tanto attesa notte prima degli esami e Diletta e Daniele si sono trovati chini sui banchi, dizionario alla mano, per scrivere il tema. E se si dice "tale padre, tale figlia", il destino ha voluto che scegliessero anche la stessa traccia. "Elogio dell'attesa nell'era di Whatsapp", con un saggio breve che trattava il tema da due punti di vista diversi, quello di una nativa digitale e di chi ancora fatica a smanettare sui social.

E poi l'orale, lo stesso giorno, a qualche ora di distanza. Daniele da gran chiacchierone è stato interrogato per più di un'ora ed è uscito serenissimo, in ansia per la sua Diletta che però se l'è cavata benissimo. «Avevo paura di prendere di più di lei, ma è impossibile, è molto brava».

Ho voluto dimostrare a mia figlia che per certe cose non è mai troppo tardi

Ora Diletta e il suo papà possono mettere via i libri per un po', pensando all'estate e alle vacanze. Ma gli insegnamenti per Diletta non sono finiti una volta terminato il ripasso del programma scolastico di ogni materia, quello più importante glielo ha lasciato il suo papà.

«Ho ripreso, anche per far vedere a mia figlia Diletta che le cose si possono fare a qualsiasi età. Le ho voluto dimostrare che per certe cose non è mai troppo tardi, è la forza di volontà a muoverci» ha concluso Daniele.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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