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22 Ottobre 2023
9:00

“Per il bene dei figli”: separarsi o restare insieme a tutti i costi?

La scelta del divorzio è tra le piú complesse da affrontare, soprattutto quando sono coinvolti anche dei figli. Non sempre la famiglia unita a tutti i costi è la scelta piú saggia per il loro benessere ma la separazione è un evento che rompe gli equilibri e impatta sullo sviluppo e non andrebbe mai affrontata con leggerezza.

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“Per il bene dei figli”: separarsi o restare insieme a tutti i costi?
Psicologa e psicoterapeuta
Divorzio e figli

Da diversi anni ormai si parla di divorzi e separazioni in aumento in Italia: questa è sicuramente espressione della maggiore libertà di porre fine a un matrimonio infelice resa possibile del 1970 in Italia, ma c'è anche chi la vede come una crisi del concetto di matrimonio e dell'impegno sul "per sempre".

Chi dà la colpa alla crisi dei valori religiosi, chi al presunto narcisismo dilagante che fa prendere scelte egoiste, chi alla bassa tolleranza alla frustrazione, all'instabilità socio-culturale generale che si riflette anche sulla difficoltà a fare scelte impegnate, a mantenere fede al commitment di coppia e così via.

Spiegare l'aumento delle separazioni e dei divorzi insomma chiama in causa molteplici fattori di natura socio culturale, economica e psicologica.

Come è cambiato il divorzio tra le generazioni?

Sicuramente per la maggior parte dei giovani e degli adulti di oggi la percezione della separazione è molto diversa da quella delle generazioni precedenti: se prima era visto come un atto quasi sovversivo, raro ed estremo, adesso separarsi dal partner anche dopo il matrimonio viene "messo in conto" come possibile scenario futuro fin dagli albori delle relazioni.

A differenza di quanto accadeva in passato, oggi appare molto più normale che le relazioni possano terminare

Sappiamo che abbiamo la possibilità e il pieno diritto di cambiare in qualsiasi momento, con buona pace dei "per sempre" religiosi e conservatori.

Se osserviamo questo trend esclusivamente dal punto di vista di coppia è ben comprensibile: il sentimento dell'amore può finire, le storie di coppia attraversano delle fasi di crisi da cui riescono a ricostruire nuovi equilibri oppure arrivano alla consapevolezza che la via più sana è quella di lasciarsi. Possiamo dire che la rottura spesso è quasi fisiologica.

Figli e divorzio

Ma cosa succede quando nella scena ci sono anche dei figli? Il dilemma su cosa sia meglio tra separarsi o sforzarsi di rimanere insieme per il bene dei piccoli divide l'opinione pubblica.

Un tempo (nemmeno troppo lontano) il consiglio di parenti e familiari al coniuge in crisi che parlava di separazione era di solito questa: sacrificarsi per il bene della famiglia; tollerare le divergenze, perdonare quello che c'è da perdonare, accettare di vivere una vita di coppia non appagante magari ma la famiglia doveva rimanere unita.

Oggi possiamo dire che stavolta non ci si può affidare a studi e analisi cliniche che ci dicano precisamente e in definitiva se sia meglio separarsi o no. Dipende dalla famiglia, dal tipo di conflitto nella coppia, dalle risorse socio-relazionali della famiglia, dalle caratteristiche dei figli e dal tipo di organizzazione familiare attuale e prevista in caso di separazione.

divorzio e bambini

È vero, per i figli fino a buona parte del loro sviluppo la famiglia è il loro microcosmo, palestra dove apprendono modelli di relazione, modelli di conflitto e riparazione. Qualsiasi cambiamento e riorganizzazione importante come quella della separazione e del divorzio ha un impatto sul loro sviluppo, è innegabile.

È, anche nel più consensuale e roseo dei percorsi, uno sconvolgimento a ciò che avevano imparato a classificare come noto, prevedibile, può evocare timori abbandonici e manifestazioni di disagio di vario tipo.

Tuttavia, anche i continui conflitti possono diventare prevedibili, anche il malcontento, il disprezzo, le tensioni, i toni spaventanti o nello scenario peggiore la violenza verbale, fisica e psicologica. Anche il conflitto intrafamiliare cronico può in alcune situazioni avere un impatto potenzialmente traumatico nello sviluppo quindi se restare insieme significa fingere o vivere nell'infelicità e nel rancore costanti, è plausibile immaginare che i figli stiano comunque soffrendo o risentendo in qualche modo della situazione pur essendo la coppia ancora unita.

Tra i bisogni fondamentali per lo sviluppo dell'uomo ci sono quelli di sicurezza, protezione e stabilità, che siamo portati a ricercare nelle nostre figure di accudimento.

Allora più che chiederci se la separazione in sé faccia bene o male ai nostri figli non dovremmo forse chiederci in quale delle due condizioni possiamo continuare a svolgere al meglio la nostra funzione genitoriale e offrire tutta la protezione, cura ma anche gioco, spensieratezza e attenzione di cui i nostri figli hanno bisogno?

Nessuna delle due opzioni può essere contemplata impulsivamente o a cuor leggero, il discorso non si può ridurre alla formula semplicistica "genitori felici= figli felici" e la decisione non può essere fatta né per i figli né per sé stessi, non ci sono scorciatoie, bisogna mettere sul piatto della bilancia decisionale tutto e tutti.

Infatti, sebbene alcuni pensino che al giorno d'oggi queste scelte vengano prese fin troppo velocemente, di solito la separazione arriva solo quando tutte le altre possibili soluzioni sono state tentate, tutto il salvabile è stato salvato e nonostante tutto si continua a litigare e soffrire.

Esiste un modo "buono" per lasciarsi?

Sarebbe presuntuoso spiegare in un articolo come affrontare una separazione, tuttavia possiamo sottolineare alcuni spunti di riflessione:

  • In generale, esclusi casi particolari, se si smette di essere coppia sul piano amoroso, non si smette di essere una coppia genitoriale. Questo deve essere ben chiaro sia agli adulti che ai bambini. Spiegare che "ci lasciamo" non significa "vi lasciamo", coinvolgerli nella creazione di nuove routine e nuove stabilità e mantenere dove è possibile una ferma e coerente collaborazione sul piano genitoriale è fondamentale per il loro benessere
  • Cercare di non perderli di vista nei periodi di tempesta in cui si tende ad essere sommersi dai pensieri riguardo la propria vita sentimentale. È complicatissimo ma bisogna cercare di separare il proprio vissuto di partner ferito da quello genitoriale e mai mettere i propri figli nel ruolo di confidenti con cui lamentarsi della propria situazione
  • Non idealizzare né la "liberazione" dal partner né lo stare insieme a tutti i costi, rimanere realistici. Vale la pena tentare tutto per la famiglia, mettere in conto che periodi di crisi di coppia e riorganizzazione sono naturali quindi darsi il tempo di provare a superarli, mettere in campo tutte le risorse disponibili ma non condannarsi se dopo aver tentato tutto le cose non funzionano
  • Se serve, farsi aiutare: ricercare sostegno nella rete interpersonale, nei mediatori familiari, nella terapia di coppia (anche per lasciarsi "bene") è sempre più consigliabile di evitare di riflettere perché troppo doloroso, rimandare il problema o decidere sull'impulso.
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