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9 Maggio 2023
17:00

Quando inizia a gattonare un bambino?

I bambini iniziano a gattonare tra i 7 e i 12 mesi in genere, cioè quando hanno sviluppato abilità come il controllo della testa e delle braccia e hanno acquisito forza muscolare e coordinazione. Ma il “gattonamento” non è una tappa obbligatoria nello sviluppo: alcuni piccoli iniziano direttamente a camminare, saltando la fase del movimento a carponi.

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Quando inizia a gattonare un bambino?
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I bambini in genere iniziano a gattonare tra i 7 e i 12 mesi di vita. Il neonato è la star di casa. Su di lui si concentrano gli sguardi attenti degli adulti, in trepidante attesa di assistere al momento in cui il piccolo emetterà il suo primo verso, pronuncerà la sua prima parola e accennerà a muoversi a carponi sul pavimento.

Forse, stupirà gli adulti sapere che il “gattonamento”, pur essendo un’abilità importante da imparare per il bimbo, non è una tappa obbligatoria nella crescita e nello sviluppo del figlio: alcuni bambini si alzano direttamente in piedi o camminano aggrappandosi ai mobili intorno all'anno di vita, saltando la fase del movimento a carponi. In più, non esiste un unico modo di gattonare: oltre al tipico gattonare con le mani e le ginocchia, sono ritenuti “gattonamento” lo strisciare a comando, lo strisciare con il sedere e lo strisciare all’indietro.

A che età i bambini iniziano a gattonare

I bambini di solito iniziano a gattonare tra i 7 e i 12 mesi, ma potrebbero già essere in grado di posizionarsi a carponi, sulle mani e sulle ginocchia, già tra i 6 e i 9 mesi. È probabile che intorno ai 9 mesi siano in grado di girarsi e gattonare sulla pancia.

Il Ministero della Salute, in relazione allo sviluppo motorio da 0 a 1 anno, scrive che a 9 mesi il bambino «ha la capacità di gattonare», oltre a quella di «stare seduto per lunghi periodi con sostegno, cominciare a tirarsi su in piedi con appoggio, afferrare gli oggetti con la pinza formata da pollice e indice».

Al di là delle indicazioni sull’età, la capacità di gattonare si sviluppa quando i bambini hanno una forza muscolare e una coordinazione adeguati per consentire il movimento a carponi. Tuttavia non esiste un limite d’età inderogabile entro cui i piccoli gattonano. I lattanti si sviluppano a velocità diverse e potrebbero perfino non gattonare mai, iniziando subito a camminare.

Per essere più specifici, per gattonare il bambino deve aver sviluppato abilità come il controllo della testa e delle braccia, deve aver imparato a stare seduto senza supporto, a girarsi e a sostenere il proprio peso sulle braccia e sulle gambe.

Gli stili di “gattonamento”

Non esiste un unico modo per gattonare. Se il piccolo, anziché muoversi a carponi, distribuendo il peso del corpo sulle mani e sulle ginocchia, striscia o rotola, non significa che il suo stile di gattonamento sia anormale. Il piccolo potrebbe sviluppare modi diversi e apparentemente atipici di muoversi. Vediamo quali sono i metodi di gattonamento più comuni sperimentati dai pargoli:

  • Gattonare a carponi, sulle mani e sulle ginocchia
  • Strisciare sulla pancia
  • Strisciare sul sedere
  • Strisciare all’indietro

Quando preoccuparsi se il bambino non gattona

Non tutti i bambini gattonano: quella del gattonamento non è una fase obbligatoria nello sviluppo. Tuttavia, se il piccolo entro i 12 mesi non gattona o se manifesta qualche segnale preoccupante per un’area di sviluppo, conviene rivolgersi al pediatra.

Per stimolare il piccolo a muoversi, è utile creare l’occasione e mettere a sua disposizione uno spazio sicuro per esercitarsi, lasciandolo libero di sperimentare.

I benefici del "gattonamento"

Il gattonare è il primo movimento autonomo e indipendente del piccolo. Lo aiuta a sviluppare competenze e abilità, come l’equilibrio, il sistema sensoriale, il coordinamento. Spostarsi a carponi ha parecchi vantaggi per il bimbo, permettendogli di:

  • Esplorare in mondo indipendente l’ambiente esterno
  • Prendere consapevolezza del corpo nello spazio circostante, imparando dove si trova e come muoversi nell’ambiente
  • Migliorare la coordinazione e la percezione della profondità
  • Favorire l’input sensoriale

Come stimolare il bambino a gattonare

Per aiutare il bambino a iniziare a gattonare, potrebbe essere utile, per esempio, stenderlo a pancia in giù mentre è sveglio e sta giocando sul pavimento, magari sopra al tappetone. Trascorrere del tempo sdraiato “sulla pancia” (in inglese, tummy time) lo aiuterà a sollevare la testa da terra, issarsi in posizione quadrupede e muoversi a carponi. Potremmo invitarlo ad alzarsi chiamandolo per nome, allargando le braccia e chiedendogli in tono affettuoso di raggiungerci.

Stare a pancia in giù potrebbe non essere piacere al piccolo, soprattutto all’inizio. Se protesta o piange, potremmo iniziare posizionandolo con la pancia sul pavimento solo per pochi minuti, magari variando le posizioni: oltre che a pancia in giù, potremmo sistemarlo sul fianco e sulla schiena. Un’alternativa è che il genitore si stenda e metta il piccolo su di sé, “pancia contro pancia”. Guardandolo in faccia, sarà più semplice per lui esercitarsi a sollevare la testa.

Ricordiamo, comunque, che il movimento a carponi non è una tappa obbligatoria dello sviluppo e, soprattutto, non deve essere vissuta come una costrizione da parte del piccolo. Anzi, come abbiamo già precisato, alcuni bambini iniziano direttamente a camminare, senza passare per la fase del "gattonamento".

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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