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15 Settembre 2023
12:30

Svezia, addio ai tablet a scuola: troppa tecnologia compromette le capacità di lettura

La recente decisione della ministra svedese all'istruzione sta facendo il giro del mondo, ma non è un fulmine a ciel sereno: sono sempre di più gli studi che dimostrano come l'uso eccessivo dei tablet a scuola comprometta le competenze didattiche basilari. E anche l'UNESCO mette in guardia.

A cura di Sara Polotti
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Svezia, addio ai tablet a scuola: troppa tecnologia compromette le capacità di lettura
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Di base, l'utilizzo dei tablet a scuola non è una cattiva idea. Per due motivi, principalmente: i bambini e le bambine imparano concretamente a usare la tecnologia supervisionati da adulti competenti; e allo stesso tempo si riducono gli sprechi di risorse (soprattutto carta e plastica) tenendo diversi materiali in un solo device e alleggerendo così gli zaini.

Detto questo, non mancano d'altra parte i "contro".

Tanto che la ministra della scuola svedese, Lotta Edholm, ha deciso di fare un passo indietro, puntando sulla scrittura a mano anziché sui device digitali.

Arrivederci, tablet

Negli ultimi decenni la scuola svedese aveva puntato molto sulla tecnologia, tanto da diventare un esempio di istruzione digitalizzata.

Ad agosto, tuttavia, la ministra dell'istruzione Lotta Edholm ha annunciato una retromarcia: in linea con quanto già stanno facendo gli insegnanti e le insegnanti nel Paese, la Svezia rallenterà decisamente sull'utilizzo dei tablet a scuola, per tornare a una maniera più tradizionale d'apprendimento.

A quanto pare, infatti, l'utilizzo massiccio della tecnologia è controproducente, e ad avere un maggiore impatto educativo continuano a essere libri di carta, letture semplici e scrittura a mano.

I tablet comprometterebbero l'apprendimento

A portare la ministra (e il Paese) su questa decisione sono stati diversi studi e diverse evidenze, che hanno dimostrato come l'utilizzo della tecnologia a scuola sia svantaggioso nei confronti delle competenze di base. In altre parole, usare troppi device e tablet renderebbe più "ignoranti" bambini e bambine dal punto di vista delle nozioni basilari, come la scrittura e la lettura.

Una delle ricerche più accreditate è la PIRLS, ovvero lo studio Progress in International Reading Literacy Study, che mette a confronto le competenze di lettura dei bambini di tutto il mondo. Guardando ai punteggi, i bambini e le bambine svedesi continuano a perdere punti: dal 2016 al 2021 sono passati da 555 a 544. Al contrario, bimbi e bimbe di Singapore sono passati da 576 a 587.

Ma tutto l'apprendimento a quanto pare ne risentirebbe. A dirlo è l'istituto medico Sweden’s Karolinska Institute, che in una dichiarazione ufficiale ha esposto un'interessante teoria: "C'è un'evidenza scientifica: gli strumenti digitali compromettono l'apprendimento. Crediamo che il focus debba tornare sull'acquisizione di conoscenza attraverso i libri stampati e le competenze degli insegnanti, piuttosto che tramite le risorse digitali che non sono nemmeno state controllate dal punto di vista dell'accuratezza".

Prima di tutto, l'addio ai tablet ha riguardato le scuole dell'infanzia: bambini e bambine svedesi utilizzavano i device tecnologici già dai primi anni di vita, mentre adesso si tornerà ad attività più manuali, analogiche e didatticamente tradizionali.

L'appello delle Nazioni Unite

D'altra parte, la decisione del governo svedese non arriva come fulmine a ciel sereno. Anche le Nazioni Unite e l'UNESCO da qualche tempo mettono in guardia dai pericoli dell'eccessiva digitalizzazione scolastica. Tanto che lo scorso agosto hanno divulgato un rapporto nel quale lanciavano "un urgente appello per l'uso appropriato della tecnologia nell'istruzione".

Pur chiedendo di implementare le connessioni nei Paesi in cui ancora sono lente (poiché non si può negare l'importanza della digitalizzazione e di Internet in ambito formativo e umano), le Nazioni Unite stanno quindi chiedendo alle scuole di tornare sui propri passi, promuovendo sì la digitalizzazione, ma puntando sempre e soprattutto sulla competenza degli insegnati (e quindi sulle lezioni personali e personalizzate), che non potranno mai essere sostituiti.

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